
L'ultima fotografia scattata dall'Istat sui livelli di istruzione e le conseguenze sul lavoro, nel 2024 in Italia, mostra segni ancora negativi ma in lieve miglioramento.
Da un lato, il nostro Paese si conferma - purtroppo - ancora una volta al penultimo posto in Europa per percentuale di laureati. Nonostante questo, però, i segnali che arrivano dal mercato del lavoro in relazione all’istruzione sono interessanti e in controtendenza, soprattutto per quanto riguarda la distanza tra il Nord e il Sud.
Il premio occupazionale legato al titolo di studio resta altissimo, ma non per tutti. Le donne, pur essendo più istruite, continuano a scontrarsi con un netto svantaggio rispetto agli uomini e alle loro colleghe europee.
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Penultimo posto in Europa
Il dato che fa più riflettere è il posizionamento dell'Italia nel contesto europeo. Se la quota di diplomati, ovvero il 44,4% dei 25-64enni, è in linea con la media dei 27 paesi dell'Unione Europea la situazione cambia radicalmente per i laureati.
Solo il 22,3% degli italiani ha un titolo di studio terziario, un numero molto al di sotto della media europea, che si attesta al 36,1%.
Non solo siamo indietro, anche la crescita dei laureati italiani tra il 2023 e il 2024 è stata inferiore alla media UE27 (+0,7 punti contro +1,0 punti). Per questo, l'Italia rimane ancorata al penultimo posto tra i Paesi europei (appena prima della Romania).
La nostra percentuale di laureati è circa la metà di quella registrata in Paesi come Francia (43,4%) e Spagna (42,0%). Un chiaro segnale di quanta strada ci sia ancora da fare.
Il divario Nord-Sud ridotto
Una buona notizia, però, arriva per il Mezzogiorno: il divario territoriale nel tasso di occupazione dei laureati continua a ridursi, confermando il trend positivo degli ultimi anni.
Tra i 25-64enni, la differenza tra Nord e Sud si è ridotta a 11,0 punti (88,3% contro 77,3%), mentre solo un anno fa era di 11,9 punti.
Se guardiamo ai giovani 30-34enni, il divario è più ampio, ma anch qui il calo è drastico: il gap è sceso a 17,8 punti nel 2024 (91,1% e 73,3% i tassi), rispetto ai ben 26,5 punti del 2018.
Questo significa che, pur restando evidente, la distanza Nord-Sud si sta accorciando per chi decide di investire nell'istruzione terziaria. Ottime notizie anche per i neo laureati (che hanno raggiunto il 77,3% di occupazione, con un incremento di +1,9 punti) e per i neo diplomati.
Le differenze di genere
Sul fronte delle differenze di genere, invece, un elemento è lampante: le donne in Italia sono più istruite degli uomini. Nel 2024, le donne 25-64 anni con almeno un diploma o una qualifica sono il 69,4% (contro il 64,0% degli uomini).
La differenza è ancora più netta se guardiamo ai titoli terziari: le laureate raggiungono il 25,9%, mentre i laureati sono fermi al 18,7%.
Queste differenze di genere, a favore delle donne, sono più marcate di quelle che si osservano nella media dell'Unione Europea e risultano addirittura in aumento rispetto all'anno precedente.
Il tasso di occupazione
La laurea in Italia è una vera e propria assicurazione sul futuro lavorativo, anche se le opportunità restano inferiori alla media europea.
Nel 2024, il tasso di occupazione dei laureati (25-64enni) è dell'84,7%. Questo valore è superiore:
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di 10,7 punti rispetto a chi ha un diploma (74,0%);
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di ben 29,7 punti rispetto a chi ha solo la licenza media (55,0%).
Il cosiddetto "premio" occupazionale dell'istruzione si conferma, sebbene i divari si siano leggermente ridotti. Il tasso di disoccupazione tra i laureati è solo il 3,2%, contro il 5,3% dei diplomati.
Donne più istruite ma meno occupate
Nonostante siano più istruite, le donne hanno un forte svantaggio occupazionale. Nel 2024, il tasso di occupazione femminile (60,1%) è inferiore di ben 20 punti rispetto a quello maschile (80,1%).
Lo svantaggio diminuisce solo al crescere del titolo di studio, ma resta significativo: per i laureati, il divario è di 7,2 punti (81,7% contro 88,9%).
Questo svantaggio è evidente anche nel confronto europeo: per le laureate, il tasso di occupazione è inferiore di 3,8 punti rispetto alle loro colleghe nell'UE27.
L'unica nota positiva è il divario occupazionale che si riduce lievemente solo tra le diplomate, grazie a un aumento della loro occupazione superiore a quello delle altre donne europee.
Il dato degli stranieri laureati
Molto interessante è la situazione degli stranieri nel mercato del lavoro italiano. Il tasso di occupazione di quelli con titoli di studio inferiori è più alto di quello degli italiani, ma si verifica un paradosso per i laureati.
Mentre il tasso di occupazione degli italiani laureati sale a un eccellente 85,7%, quello degli stranieri laureati diminuisce di 0,6 punti, attestandosi al 69,0%.
È un valore addirittura più basso di quello degli stranieri che hanno conseguito un diploma (69,9%), il che suggerisce che il titolo accademico ottenuto all'estero, o comunque in Italia, non sempre viene premiato adeguatamente sul nostro mercato del lavoro.