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di francesca_fortini
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 Fuori sede e caro affitti: salassi per gli studenti, che non ci stanno

La denuncia arriva da un’indagine del portale specializzato immobiliare.it, dalla quale emergono cifre da capogiro per l’affitto degli studenti universitari fuori sede in tutta Italia. Una stanza singola in un appartamento condiviso, infatti, avrebbe un prezzo medio mensile di circa 380 euro.

A Milano, la città più cara, in media si spendono circa 480 euro mensili. I sindacati studenteschi, in testa Link – Rete della Conoscenza, fanno sentire il loro dissenso. E gli universitari sanno bene di che cosa parliamo: l’alloggio dei fuori sede è una delle voci più pesanti nei bilanci degli universitari.

AFFITTI ALLE STELLE – 480 euro per una singola a Milano, 410 a Roma. Di poco più bassi se si decide di dividere la stanza con qualcun altro (spesso sconosciuto). Queste le folli cifre che un universitario fuori sede si trova costretto a spendere mensilmente, alle quali, in molti casi, sarà costretto ad aggiungere ulteriori spese di luce, connessione internet e quant’altro.

GLI STUDENTI NON CI STANNO - “I costi degli affitti per gli studenti universitari sono ancora esageratamente alti, considerata la situazione di impoverimento delle famiglie italiane. Manca totalmente un ragionamento sulle politiche abitative studentesche per le città universitarie. ” - commenta Alberto Campailla, portavoce nazionale di LINK – Coordinamento Universitario. “L'Italia vede una forte mancanza nell'erogazione di un reddito per gli studenti, sia esso diretto o indiretto, che vada a coprire le spese abitative: per l'attuale momento storico, questo mina ancor di più la possibilità di accesso e di scelta del proprio percorso universitario, dovendo adeguarsi alle condizioni economiche della propria famiglia d'origine. Pure nel caso degli studenti borsisti fuori sede registriamo un enorme fabbisogno di posti alloggio, che non viene soddisfatto appieno dagli enti per il Diritto allo Studio”.

LA PROPOSTA – Una soluzione, secondo gli studenti, ci sarebbe eccome. “Diventa sempre più necessario che le amministrazioni locali e gli enti per il diritto allo studio costruiscano una proposta che risponda ai bisogni abitativi – continua infatti Campailla - riconvertendo, ad esempio, gli immobili abbandonati delle nostre città in studentati, requisizione dello sfitto per calmierare i canoni d'affitto, ma soprattutto l'abolizione del canone libero in favore dei contratti a canone concordato. Non è più possibile sottovalutare ancora questa esigenza, che in molti casi, diventa determinante sulla qualità, e in alcuni casi addirittura del prosequio, del proprio percorso di studi”.

Francesca Fortini