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compagni di classe

C'è poco da dire: l'esperienza delle superiori è data da tanti elementi, e tra questi, sul piano non strettamente accademico, spiccano i compagni di classe. E' con loro che hai condiviso momenti più o meno eccezionali, con cui ti sei arrabbiato, hai litigato, hai sperimentato la vita di gruppo, da cui sei stato aiutato ed hai aiutato nei momenti di difficoltà. Atterrando su quello strano pianeta che prende nome di università realizzi però che non sempre i contesti sociali sono come quello della classe del liceo: qualcosa cambia, e tanto vale domandarsi: meglio i compagni del liceo o i "colleghi" universitari?

5. Il numero

Parlo da studentessa di Giurisprudenza, dunque sono abbastanza abituata ai grandi numeri: dopo cinque anni di università ancora continuo a scoprire di avere compagni di corso che non avevo mai visto in precedenza. La prima e più impattante differenza sarà quindi il numero dei compagni di corso: campi sconfinati di teste si stagliano di fronte a te appena entri in aula. Probabilmente conoscerai qualcuno il primo giorno che non rivedrai più.

4. Gli "scazzi"

Al liceo lo s**** con i compagni era all'ordine del giorno: e perché uno forcava, e perché quell'altro era un saccente petulante, un motivo per litigare si trovava sempre.
All'università, forse anche a causa della mole di gente che ti circonda, non ha senso instaurare grosse diatribe. Per di più, di cosa dovresti discutere? Se quindi all'università ti assale un'incontrollabile voglia di uccidere a colpi di cucchiaino da caffè quello seduto due file davanti a te i motivi plausibili sono due: o sei un po' invidioso… O il suddetto è molto str**zo. Oppure molto stupido. Io odio gli stupidi.

3. Il cameratismo

Al liceo ti hanno fin dall'inizio insegnato a pensare in termini di gruppo: "la classe è indisciplinata, la classe è costante, la classe è blu". E questo concetto di classe ti piaceva: vivere nel tuo gruppo più o meno variegato comportava anche poterti lasciar andare a molte licenze che da solo non avresti mai avuto il coraggio di prenderti. Così, se si improvvisava una partita di squash coi diari sul muro non te ne facevi più di tanto una colpa, dato che "c'erano tutti".
All'università è difficile sentir parlare di classe. E tutto il fardello delle tue azioni pende sulle tue spalle. Per non parlare del fatto che il buon vecchio bighellonare a lezione facendo un po' di casino non ti rende un'amorevole macchietta ma comporterà lo sdegno dei tuoi compagni di corso.

2. Dolce far niente

Al liceo il bidello che entrava in classe per annunciare l'assenza di un professore era motivo di gioia e felicità per tutti: finalmente un'ora d'aria in cui non era necessario connettere il cervello.
All'università se arrivi da pendolare e trovi il foglio di segreteria che ti annuncia che la lezione è stata spostata, ti indisponi. E parecchio. Quindi se mai dovessi esultare di fronte ai compagni di corso perché hanno appena annunciato che la lezione successiva non sarà fatta, aspettati almeno parecchi sguardi di sdegno.

1. Il compagno di banco

Al liceo era l'amico di una vita, quello con cui condividevi le distrazioni durante l'ora di matematica disegnando peni reciprocamente sui quaderni.
All'università "Boh, sono troppo stanco per raggiungere gli altri nelle prime file. Oltretutto è già cominciata la lezione. Mi fermo qui affianco a questo tizio con i baffi di latte. Ma che ce li avrò anch'io? Non ho controllato prima di uscire di casa…"

Andrea Buticchi

Data pubblicazione 15 Febbraio 2019, Ore 11:54
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