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università aggressioni lettera studentiStudiare senza correre rischi e poter tornare incolumi a casa. E' questo ciò che chiede Federico, studente – e altri come lui – in una lettera indirizzata a 'Il Corriere della Sera' in cui descrive le precarie condizioni in cui versano le zone nei pressi del Campus 'La Masa' del Politecnico di Milano.

Rapine, aggressioni, violenze di ogni tipo: nella lettera il giovane studente denuncia con forza il ”degrado sociale” della zona, con particolare attenzione alle stazioni di Villapizzone e Bovisa. In un'area – lontana non più di 200 metri dalle sedi di lezione – dove si intensificano questi spiacevoli episodi, gli studenti sembrano essere in balia degli eventi.

Gli studenti denunciano ma nessuno interviene

Il giovane studente, cheiscritto al corso di 'Automation and Control Engineering' del Politecnico di Milano, scrive a suo nome e di tutti gli altri firmatari della lettera. Lo scopo è puntare i riflettori su una situazione non più sostenibile, anche alla luce dell'ultimo episodio che ha visto uno studente finire vittima di una rapina con aggressione. ”Il degrado delle infrastrutture che circondano la sede di Bovisa del Politecnico, come la stazione e il quartiere di Villapizzone, oltre ai numerosi terreni e parchi abbandonati che circondano la zona è un fatto noto. Ciò che potrebbe invece non essere noto agli occhi di tutti è il conseguente degrado sociale che investe questi spazi. Si discute da anni, tra studenti, della pessima fama della stazione e del quartiere di Villapizzone, con il consiglio di evitare il più possibile la zona. Nelle ultime settimane la situazione è diventata insostenibile, con l’intensificarsi di aggressioni armate e rapine quotidiane, in un’area che non dista più di 200 metri dalla più vicina aula del Politecnico, nell’edificio B12. Sabato scorso proprio uno studente del mio gruppo di studio è stato aggredito da quattro persone armate di coltello. Gli hanno imposto di consegnare il denaro e i suoi averi e l’hanno bloccato per decine di minuti mentre aggredivano altri due passanti. Nella sola giornata del 3 maggio scorso si sono verificate almeno due aggressioni prima delle 20, quindi durante le ore diurne. Una è stata confermata da un carabiniere sopraggiunto a seguito della chiamata di una passante”.

E proprio al militare gli studenti si sono rivolti per chiedere di risolvere il problema: da qui è poi arrivata la doccia fredda per gli universitari. Il carabiniere ha infatti risposto che le forze dell'ordine sono a conoscenza delle aggressioni ma che non possono, di loro iniziativa, destinare una pattuglia alla zona. Si tratta di una prerogativa in mano al Prefetto della città. Eppure urge un cambio di rotta, come spiega Federico: ”Come molti altri studenti transito quotidianamente in quella zona a fine giornata. Ieri ho lasciato l’università con mezz’ora di anticipo per passare da Villapizzone alla luce del sole, sicuro di evitare in questo modo ogni problema, ma neanche questo è stato sufficiente. Alcuni spazi del Politecnico chiudono alle 24. Come tutti i miei compagni, vorrei poter lasciare questi spazi a qualunque ora, senza temere per la mia vita. Tengo infine a sottolineare che il termine 'rapina' e l’espressione 'temere per la propria vita' non sono usati in modo improprio: le aggressioni avvengono effettivamente con l’ausilio di manganelli o coltelli puntati alla gola. Una soluzione è indispensabile, e i tempi devono poter essere misurati in giorni o ore, non in mesi o settimane”.

Data pubblicazione 8 Maggio 2023, Ore 10:15 Data aggiornamento 8 Maggio 2023, Ore 10:20
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