
IL NATALE SCALZA LA FESTA DELLE LUCI - Erano 15 anni che nella Manzoni di Cremona si accoglieva il Natale celebrando la Festa delle luci. La festa avrebbe visto i bambini uscire da scuola con dei lumini in mano per poi formare, tutti insieme, nel cortile della scuola, le immagini di un albero, di una stella e il simbolo della pace. Avrebbero eseguito poi un canto tipico del Ghana, “Funga Alafia”, assieme ovviamente al consueto “Tu scendi dalle stesse” e ad altri canti natalizi in inglese.
GELMINI: SOLO IL NATALE VA FESTEGGIATO - Ma la Festa delle Luci, che la scuola cremonese aveva sempre visto come un’occasione per unire culture diverse, non si è celebrata. Nata per evitare contrasti, non si pensava potesse invece portare alla divisione e agli scontri di idee, eppure così è stato. Tra le reazioni di dissenso vi citiamo quella del Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini che ha giudicato con queste parole la festa organizzata: “Una scelta da me non condivisa e che non trovo utile, pur nel rispetto dell'autonomia di ogni singola scuola” e ha continuato sostenendo che in questo modo “Non si crea integrazione e non la si aiuta eliminando la nostra storia e la nostra identità. In particolare il Natale contiene un messaggio di fratellanza universale. Quindi è un simbolo che non divide ma unisce”. E così sembrano pensarla anche molti dei genitori degli studenti che frequentano l’istituto cremonese, affermando la necessità di non privare i loro figli di una tradizione così importante come quella del Natale.

INTEGRAZIONE NON VUOL DIRE NEGAZIONE - Di certo è che la strada dell'integrazione non si giova dell'abolizione dei simboli religiosi, se poi non seguono atti concreti di fratellanza e di accoglienza del diverso, i quali, per inciso, devono essere reciproci. Il principio che sta alla base delle polemiche degli ultimi tempi è questo: non posso urtare la sensibilità degli stranieri, allora mi spoglio di simboli e tradizioni che hanno caratterizzato la mia storia fin qui. Peccato che questo discorso riguardi sempre e solo simboli e tradizioni di origine religiosa. Se il principio è valido, a questo punto dovremmo pensare seriamente a cambiare radicalmente tutti gli aspetti della nostra società che potrebbero offendere la sensibilità e le tradizioni altrui. Magari potremmo legalizzare la poligamia? La domanda un po' provocatoria vuole far riflettere che la vera accoglienza e integrazione arriva dalla voglia di stare a contatto con l'altro, quello che incontriamo ogni giorno nella nostra quotidianità. Questo, se vogliamo, è il vero Spirito del Natale.
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Cristina Montini e Daniele Grassucci