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Kit per imbrogliare all'esame della patente
Fonte: Ansa


Imbrogliare agli esami non è certo una novità. Questa volta, però, non si tratta di un semplice "aiutino" tra compagni di scuola. 

A Torino, la polizia stradale ha scoperto una banda che forniva un vero e proprio kit tecnologico per superare il test per la patente.

Il tutto rigorosamente senza studiare. 

Con un prezzo di 3.500 euro, i candidati potevano acquistare tutto il necessario per ricevere suggerimenti durante l'esame, con l'aiuto di microcamere e auricolari nascosti. Ma la truffa, fa sapere ‘Ansa’, alla fine è stata smascherata facendo di conseguenza scattare gli arresti.

Indice

  1. Come funzionava il kit per imbrogliare
  2. 22 episodi ricostruiti, una quarantina di persone indagate
  3. Il gruppo dietro la truffa

Come funzionava il kit per imbrogliare

Il sistema messo in piedi dalla banda era tanto ingegnoso quanto costoso. I candidati interessati a superare il test per la patente senza studiare potevano usufruire di un vero e proprio equipaggiamento high-tech.

Il kit comprendeva:

  • Microcamere per inquadrare il monitor del computer durante il test.

  • Auricolari nascosti per ricevere le risposte.

  • Router Wi-Fi e trasmettitori GSM per garantire una comunicazione stabile con il suggeritore.

  • Telefoni cellulari camuffati, inseriti in abbigliamento appositamente modificato con forellini per nascondere la tecnologia.

Il funzionamento era semplice, nonché efficace: durante il test, la microcamera nascosta trasmetteva le immagini del monitor a un suggeritore esterno, che a sua volta comunicava le risposte corrette al candidato tramite l’auricolare.

22 episodi ricostruiti, una quarantina di persone indagate

Il costo del kit era di ben 3.500 euro, una cifra non indifferente che però permetteva di mettere le mani sulla patente senza studiare. Una prospettiva allettante che ha messo l’acquolina in bocca a più di una persona.

Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire 22 episodi in cui il gruppo ha fornito il proprio “servizio”. Stando a quanto riportato da ‘Ansa’, sono una quarantina le persone che ne hanno beneficiato, sostenendo l'esame presso le motorizzazioni civili in Piemonte.

L'indagine ha portato all'arresto di tre individui, mentre un quarto è ancora ricercato. Chi ha usufruito del kit è adesso indagato a piede libero: il rischio non è solo quello di perdere la patente, ma anche di incappare in sanzioni legali più gravi, visto l’utilizzo di strumenti illeciti durante un esame pubblico.

Il gruppo dietro la truffa

Il gruppo criminale era composto da due fratelli di origine egiziana, un italiano che si occupava di trovare i candidati interessati e un pakistano residente a Brescia, che aveva il ruolo di suggeritore. 

Una struttura organizzata, che è riuscita a ingannare il sistema per un certo periodo. Ma le indagini della polizia stradale hanno messo fine alla truffa.