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Ragazza vittima di violenza

Sempre più giovani finiscono per vivere relazioni tossiche, dove il controllo e la violenza sono scambiati per amore. 

La Survey TEEN 2024 di Fondazione Libellula ci rivela una realtà allarmante: nelle relazioni tra giovani, un ragazzo su dieci ha ricevuto pugni, schiaffi o colpi dal partner, e uno su cinque non è in grado di riconoscere i segnali di abuso

Questi dati - così come molti altri emersi dalla Survey - mostrano quanto sia urgente un intervento educativo mirato all’affettività e alla consapevolezza dei segnali di violenza.

Indice

  1. Mancanza di consapevolezza e controllo giustificato come amore
  2. La “cultura patriarcale” e i suoi effetti sulle relazioni
  3. Differenze di genere e reazioni alla violenza
  4. La mancata denuncia
  5. Testimoni della violenza e luoghi a rischio

Mancanza di consapevolezza e controllo giustificato come amore

I risultati della ricerca, che ha coinvolto 1.592 ragazzi tra i 14 e i 19 anni (un notevole aumento rispetto ai 361 partecipanti del 2023), mostrano che le nuove generazioni hanno poca consapevolezza rispetto a temi come abuso e consenso

Secondo i dati di Fondazione Libellula, il 20-25% degli intervistati non riconosce come violenza toccare o baciare qualcuno senza il suo consenso o raccontare dettagli intimi senza permesso del partner

Inoltre, il 40% controlla abitualmente il cellulare o i profili social del partner e chiede di conoscere le sue password. E la stessa percentuale non ritiene sia violenza telefonare o inviare insistentemente messaggi. 

Azioni, queste, che per molti adolescenti sono segno di affetto, e che invece rivelano un serio problema di controllo e gelosia

Secondo Fondazione Libellula tutto questo si collegherebbe alla cosiddetta “cultura patriarcale”, intrisa di “mascolinità tossica”, a cui si aggiunge la tendenza a romanticizzare il controllo e la violenza.

La “cultura patriarcale” e i suoi effetti sulle relazioni

I dati della Survey TEEN 2024 mostrerebbero, sempre secondo la Fondazione Libellula, che la cultura patriarcale influenzerebbe in modo profondo la percezione della violenza tra i giovani

“Il maschile è sottoposto a pressioni sociali per conformarsi a un ideale di maschilità basato su forza, controllo, dominanza e repressione della vulnerabilità. Le ragazze vengono educate a stare attente e proteggersi dai comportamenti del genere maschile”. 

Ancora: “Si stimolano poco i ragazzi a prendersi responsabilità, ragionare sulla violenza di genere analizzandone la genesi e le conseguenze; la loro educazione è intrisa di “sessismo benevolo”, che si manifesta attraverso atteggiamenti paternalistici, protezionisti o con complimenti basati sul genere falsamente positivi, che sottolineano la superiorità o l’inferiorità di un genere rispetto all’altro”, spiega Fondazione Libellula.

Relazioni tossiche tra giovani

Gli stereotipi legati al genere, in particolare, emergerebbero in maniera evidente nei dati: un adolescente su tre considera normale che un maschio sia più interessato al sesso, mentre metà del campione crede ancora che una donna abbia bisogno di essere protetta da un uomo

Ne deriverebbe una visione distorta delle relazioni, dove appunto il maschile si vede costretto a rispondere a pressioni sociali di forza e dominanza, mentre le ragazze sono abituate a proteggersi dal comportamento maschile.

In questo quadro, si osserva un fenomeno di “sessismo benevolo”, dove i ragazzi tendono a ricoprire ruoli paternalistici, con atteggiamenti che esaltano la superiorità maschile sotto il pretesto della protezione. 

Le pressioni si riflettono anche sul comportamento sessuale: il 14% dei ragazzi (rispetto al 2% delle ragazze) non considera violenza costringere qualcuno a un rapporto sessuale. Anche il 19% dei ragazzi e il 4% delle ragazze non ritengono sia violenza lanciare oggetti contro il partner durante un litigio.

Differenze di genere e reazioni alla violenza

La Survey TEEN 2024 sottolinea come, di fronte alla violenza, esistano differenze di genere significative nella reazione e nel riconoscimento dell’abuso. 

Le ragazze tendono ad essere più consapevoli rispetto ai ragazzi riguardo ai segnali di violenza, specialmente nelle forme di controllo. Inoltre, si rivolgono attivamente a familiari o amici quando sono vittime o testimoni di abusi, comportamento più frequente anche tra coloro che dichiarano un orientamento sessuale non etero

Ciononostante, una tendenza comune è quella di minimizzare la violenza: uno su quattro ritiene comprensibile perdere la testa e reagire con aggressività se traditi.

La mancata denuncia

Tra i dati più preoccupanti emerge che un adolescente su tre ha già subito qualche forma di violenza o commenti indesiderati sul proprio corpo; questo fenomeno è più frequente tra le ragazze, mentre solo uno su dieci tra i ragazzi riferisce di aver ricevuto attenzioni o richieste sessuali indesiderate.

La principale motivazione che spinge i giovani a non denunciare è la percezione che la violenza sia una cosa di poco conto

Altri motivi includono la vergogna e il timore di ritorsioni (11,43%), mentre il 4,57% ha scambiato i gesti violenti per manifestazioni d’amore

Quando decidono di chiedere aiuto, si rivolgono perlopiù ai coetanei e ai familiari (48,20%); forze dell’ordine e centri antiviolenza rappresentano solo rispettivamente l’8,27% e il 12,59%, indicando una scarsa fiducia nei servizi dedicati.

Testimoni della violenza e luoghi a rischio

Infine, l’indagine evidenzia che molti adolescenti sono anche testimoni di episodi di violenza. 

Il 62% delle ragazze e il 50% dei ragazzi ha detto di conoscere episodi violenti, principalmente violenza fisica (61,93%) e verbale (59,49%), seguite da abusi psicologici, relazionali, sessuali e digitali

La strada si conferma il luogo più a rischio, mentre a scuola bullismo e violenza sono ancora fenomeni diffusi, specialmente tra i ragazzi. “Uno dei motivi è la difficoltà di dialogo con il corpo docente”, spiega Fondazione Libellula. “In questo gioca un ruolo non secondario la mancanza di modelli maschili nel mondo scolastico e la conseguente femminilizzazione”.

Data pubblicazione 29 Ottobre 2024, Ore 13:21
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