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mappa istruzione europea

Se vi siete mai chiesti se i vostri compagni in Francia o in Germania studiano le vostre stesse cose e per lo stesso numero di ore, la risposta la potete trovare nel nuovo rapporto Eurydice. E probabilmente sarà un bel "no". Visto che l'indagine, che ha analizzato 38 Paesi nell'anno scolastico 2024/2025, ha rivelato differenze sostanziali tra i Paesi.

Partendo dal monte ore complessivo dedicate alla didattica durante l'anno, mediamente in europea si svolgono circa 7.868 ore di istruzione obbligatoria generale a tempo pieno. Con l’Italia che si colloca in una posizione intermedia, a ridosso di quel totale.

Ma il dato più interessante è quello relativo a come questo tempo viene distribuito tra le varie materie, rendendo l’orario scolastico un vero e proprio strumento di politica educativa.

Indice

  1. Il tempo-scuola in Europa
  2. Il primato della lettura e il declino delle competenze scientifiche
  3. Il caso della matematica: un paradosso educativo
  4. La flessibilità temporale: una rivoluzione in atto
  5. I cambiamenti nelle scuole europee

Il tempo-scuola in Europa

La ricerca di Eurydice e OECD NESLI ha, infatti, tracciato una vera e propria “mappa europea dell’istruzione”. Ciò che emerge è uno scenario frammentato, dove la qualità dell’apprendimento non dipende solo da cosa si studia, ma anche e soprattutto dalla quantità di tempo dedicata a ciascuna disciplina. 

La distribuzione temporale delle materie principali, come lettura, matematica, scienze e scienze sociali, è il fattore discriminante tra i diversi approcci pedagogici dei Paesi europei.

Il primato della lettura e il declino delle competenze scientifiche

La lettura, la scrittura e la letteratura mantengono un ruolo da protagonista nel curriculum delle scuole primarie, occupando in media il 26% del tempo totale. Paesi come Francia, Slovacchia e Turchia fanno anche di più, dedicando oltre il 30% dell'orario scolastico alle competenze linguistiche. Una scelta, questa, che sottolinea l'importanza data alle competenze di base come fondamento del pensiero critico. 

Tuttavia, con il passaggio alle scuole secondarie, si nota una drastica trasformazione: l'importanza della letteratura scende al 14%, mentre le scienze naturali guadagnano terreno, passando dal 7% al 12% del tempo di istruzione. Questo fenomeno, chiamato dagli esperti “effect de progression disciplinaire”, dimostra come l'età degli studenti influenzi l'intera architettura temporale dell'apprendimento.

Il caso della matematica: un paradosso educativo

La matematica rappresenta uno dei paradossi più interessanti. Nonostante mantenga la seconda posizione nelle scuole primarie, con il 18% del tempo, la sua importanza relativa cala nelle scuole secondarie, dove deve competere con le scienze e le lingue straniere. 

Su questo terreno, poi, ci sono differenze enormi tra i Paesi: mentre Croazia e Serbia dedicano il 22% del tempo alla matematica nella primaria, la Danimarca si ferma al 13%.

Secondo gli analisti di Eurydice, questa disparità riflette filosofie educative profondamente diverse: l'approccio dell'Europa orientale, che punta sulla solidità delle basi matematiche, e quello nordeuropeo, che privilegia un apprendimento più diversificato fin da subito.

La flessibilità temporale: una rivoluzione in atto

Una delle innovazioni più significative di questa epoca è il concetto di “flessibilità temporale”. Paesi come Estonia, Lettonia, Finlandia, Svezia e Norvegia hanno adottato modelli in cui le autorità centrali fissano solo il tempo totale minimo per ogni materia, lasciando alle singole scuole la libertà di distribuire le ore in base alle esigenze degli studenti. 

Questo approccio, definito “flessibilità verticale”, rappresenta una rivoluzione copernicana nella gestione dell'orario scolastico. L'orario non è più uno scoglio burocratico, ma uno strumento dinamico che si adatta ai ritmi individuali e alle caratteristiche territoriali.

I cambiamenti nelle scuole europee

Il biennio 2022-2024 ha visto, poi, quasi la metà dei sistemi educativi europei modificare i propri curricula temporali. Bulgaria, Francia, Italia e Lituania sono stati i protagonisti di riforme significative. 

La Bulgaria ha aumentato le ore di ICT, mentre l'Italia ha introdotto 66 ore annuali di educazione motoria nelle classi quarta e quinta della primaria. La Francia, con la riforma del programma obbligatorio "devoirs faits" (compiti svolti), ha introdotto 36 ore annuali nella prima classe della secondaria, a compensazione della riduzione delle ore di tecnologia. 

Questa scelta dimostra come l'evoluzione dei curricula rifletta non solo esigenze pedagogiche, ma anche pressioni sociali legate al supporto degli studenti in difficoltà.

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