
Come stanno davvero gli studenti universitari? È la domanda che anima il Progetto Prisma, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca insieme a otto atenei italiani.
Dopo un anno di attività, l’Università Cattolica del Sacro Cuore - che si è occupata di andare a fondo alla questione con un'indagine "sul campo" - ha presentato i primi risultati: un’attività di analisi che ha intrecciato dati quantitativi, esperienze laboratoriali e contributi creativi degli stessi studenti.
Il quadro che emerge racconta di una comunità accademica in larga parte soddisfatta delle proprie scelte e sostenuta da reti familiari e amicali solide, ma segnata anche da ansia, fragilità e bisogno di appartenenza.
La sfida, ora, è trasformare questa fotografia in azione, con servizi di supporto, iniziative di prevenzione e percorsi innovativi di accompagnamento. Perché Prisma non è soltanto un progetto di ricerca: è un laboratorio permanente che mette al centro la salute psicologica come condizione essenziale per crescere, studiare e progettare il futuro.
Indice
Un questionario che fa luce sul benessere
La prima fotografia scattata dal questionario - condotto nei campus di Milano, Brescia, Piacenza-Cremona e Roma - restituisce un’immagine a due facce.
Uno studente su quattro si colloca in una condizione di benessere elevato, segno che resilienza e risorse personali non mancano. Allo stesso tempo, però, circa il 30% supera le soglie cliniche per l’ansia e il 24% per la depressione: numeri che richiamano la necessità di un’azione mirata.
Nonostante questo, la soddisfazione accademica appare diffusa, soprattutto per la scelta del corso di laurea e per la percezione della sua utilità futura. Valori come grinta e speranza emergono come leve decisive per obiettivi, autoregolazione e pianificazione.
Il ruolo delle relazioni e dei fattori protettivi
Sul piano sociale il sostegno di famiglia e amici è percepito come stabile, ma resta margine di crescita per figure come tutor, docenti-ponte e percorsi di mentoring. Sono proprio queste connessioni a rafforzare il senso di appartenenza, ancora fragile per una parte consistente della comunità studentesca.
L’indagine segnala inoltre l’efficacia di sport e impegno comunitario: chi pratica attività fisica – soprattutto sport di squadra – o partecipa ad attività di volontariato mostra livelli di benessere più alti. Il benessere, sottolineano i ricercatori, non è statico ma un equilibrio dinamico che dipende dalla capacità di coltivare risorse personali e sociali.
“Trasparenti. Non invisibili”
La voce degli studenti non si ferma, però, ai questionari. Con il concorso video “Trasparenti. Non invisibili” loro stessi sono stati chiamati a raccontare, in prima persona, le difficoltà e le risorse dell’esperienza universitaria.
I cortometraggi premiati – Riflessi accademici, La maschera invisibile e The Unleashed – testimoniano con immediatezza visiva la fatica dell’integrazione, ma anche il valore insostituibile delle amicizie e della solidarietà tra pari. Un tassello narrativo che conferma quanto già rilevato dai dati: appartenenza e sostegno restano tra le aree più delicate, ma anche le più trasformative della vita accademica.
Un impegno che va oltre il progetto
Il Progetto Prisma si innesta su una tradizione consolidata dell’Università Cattolica nel campo del benessere studentesco. In tutti i campus restano attivi interventi che spaziano dal Servizio di Consulenza Psicologica gratuito di EDUCatt, fino a dieci sedute, ai percorsi di psicologia clinica e ai servizi per l’inclusione dedicati a chi presenta difficoltà specifiche.
A tutto questo si aggiungono tutor e attività laboratoriali che combinano consapevolezza, resilienza e creatività, spesso con un forte riscontro positivo da parte degli studenti. L’obiettivo, sottolineano le voci accademiche, è rendere sistemico il modello sviluppato con Prisma, così da lasciare un’eredità stabile e non legata alla sola durata del progetto.