
La presenza femminile in cattedra è più accentuata tra le docenti con contratto a tempo indeterminato (di ruolo): 586.673 insegnanti donne su 709.105, pari all’82,7%. Lo è di meno tra il personale supplente annuale o fino al 30 giugno: 181.994 insegnanti donne su 234.576, pari al 77,6%.
Oltre il 99% di docenti donne di ruolo nella scuola dell’infanzia, due terzi nelle superiori
Insegnanti e genere, le differenze tra città e regioni
Le grandi metropoli si caratterizzano per la diffusa presenza di insegnanti donne in tutti gli ordini di scuola, con il primato di Roma che ha in cattedra 53.261 insegnanti donne, pari all’84,2% dei 63.266 docenti di ruolo e supplenti annuali o con contratto fino al 30 giugno.
Seguono Napoli con 48.619 docenti donne su 58.429 (83,2%), Milano con 36.807 donne su 45.619 (80,7%), Torino con 27.802 donne su 34.453 (80,9%), Bari con 17.932 insegnanti donne su 21.487 (83,5%) e Palermo con 17.850 donne su 22.357 (79,8%).
Rispetto alla percentuale media nazionale dell’81,5% di insegnanti donne, registrano le percentuali più elevate le insegnanti donne nella provincia di La Spezia (84,7%), seguite da Piacenza (84,5%) e Terni (84,4%). Sono province meno rosa Agrigento (75,9%), Enna (76,7%) e Verbano-Cusio-Ossola (77,1%).
Attualmente la presenza di insegnanti donne è più accentuata tra il personale di ruolo che in quello supplente. In particolare, sia nelle regioni del Nord Ovest (Lombardia, Liguria e Piemonte) che in quelle del Nord Est (Veneto, Friuli VG ed Emilia R.) le docenti donne con contratto a tempo indeterminato, sfiorano l’84%, mentre nelle regioni del Sud superano di poco l’82% e nelle Isole si attestano di poco sopra l’80%.
A differenza delle insegnanti donne di ruolo che al Sud e nelle Isole registrano percentuali di presenza inferiori rispetto alle altre aree del Paese, le donne supplenti di quelle due aree, invece, registrano percentuali elevate, inferiori soltanto alle aree del Nord Est.
Le donne delle regioni del Nord Ovest, che tra i docenti di ruolo registrano la percentuale più elevata, tra i supplenti, invece, si attestano su percentuali inferiori.
Non è facile individuare le ragioni di questa differenza, ma si può ipotizzare un maggior incremento di supplenti uomini al Nord e, al contrario, una loro minor presenza nelle regioni del Mezzogiorno.