
Nelle ultime settimane si è tornati a parlare del ritorno della leva militare, prima in Germania e poi Francia, infine anche in Italia. La minaccia di una guerra sembra crescere sempre di più, di conseguenza gli Stati cercano di correre ai ripari. Con l’attenzione rivolta, in particolar, proprio sui giovani.
Per capire cosa ne pensano le nuove generazioni sull'argomento, l'Autorità Garante per l'infanzia e l'Adolescenza ha promosso una consultazione pubblica. L'iniziativa è stata avviata per colmare un vuoto di informazione sul sentiment degli adolescenti in relazione ai conflitti in corso e per fornire alle istituzioni importanti spunti di riflessione.
I primi risultati provvisori sono già arrivati e offrono uno spaccato sorprendente sulle percezioni dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni.
La domanda, che trova risposta, è soprattutto una: cosa farebbero i giovani italiani in caso di richiesta di arruolamento (volontario)?
I giovani e la guerra
Il quesito che è stato rivolto ai giovani italiani è: “Tu andresti in guerra?”. Ebbene, il quadro che emerge dalla consultazione pubblica è abbastanza chiaro e va contro l'idea che servire la Patria sia un dovere civico assoluto.
Tre quarti degli adolescenti italiani, più o meno il 68% di un campione provvisorio di 4.000 risposte, afferma infatti che non si arruolerebbe se l’Italia entrasse in guerra.
Alla specifica affermazione “Se il mio Paese entrasse in guerra mi sentirei responsabile e se servisse mi arruolerei. Quanto sei d’accordo con questa affermazione?”, la maggioranza assoluta ha espresso il proprio disaccordo.
Questa percentuale è del 60,2% tra i maschi e sale addirittura al 73,6% tra le femmine. I giovani si sentono dunque toccati dal tema, ma l'idea di imbracciare le armi li trova perplessi e contrari.
Il questionario
L'iniziativa- un questionario composto da 32 domande - è stata sviluppata in collaborazione con la Consulta delle ragazze e dei ragazzi dell’Autorità garante e con il supporto dello psicologo e psicoterapeuta Diego Miscioscia, socio fondatore dell’istituto Il Minotauro, autore di “La guerra è finita. Psicopatologia della guerra e sviluppo delle competenze mentali della pace”.
Tra i quesiti, i ragazzi sono stati interrogati su tematiche molto importanti, come:
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Come ti informi sulla guerra?
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Quali emozioni provi davanti alle immagini dei conflitti?
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Cosa pensi del ruolo della tua generazione nella costruzione della pace?
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Qual è il tuo rapporto con la violenza, la paura e l’idea di responsabilità?
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Come gestisci i conflitti quotidiani in famiglia, a scuola, tra coetanei e online?
Lo spirito che ha guidato l'indagine è stato pienamente condiviso dall'Autorità Garante e richiama alla costruzione della pace.
I risultati dell’indagine
Nonostante la rilevazione sia ancora in corso - sul sito iopartecipo.garanteinfanzia.org, si chiuderà il prossimo 19 dicembre - i primi esiti sono già molto significativi e, in parte, inaspettati.
Come osserva l'Autorità Garante, Marina Terragni: “Da una primissima analisi dei dati emerge che la guerra è una delle principali preoccupazioni per i ragazzi”.
Un dettaglio che fa riflettere è il fatto che sia una preoccupazione persino superiore a quella per il climate change. La guerra, dunque, è in cima ai pensieri dei giovani, superando anche l'emergenza climatica. Nonostante ciò, l'idea di servire la Nazione per un eventuale conflitto non piace proprio alle nuove generazioni.
Un altro risultato interessante, infine, riguarda il modo in cui i giovani cercano informazioni. La televisione è il mezzo a cui prevalentemente si rivolgono per avere informazioni credibili, superando internet o i giornali.