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salute mentale

La Giornata mondiale della salute mentale è una data che pone l’attenzione su un aspetto oggi fondamentale, che gli stessi dati confermano: il benessere psico-fisico è una priorità assoluta, anche per le nuove generazioni

L’indagine Indice di Well-Fare 2025, promossa dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il contributo scientifico dell’Istituto EURES, ha messo infatti in luce una realtà che fa riflettere: 7 giovani italiani su 10 hanno avvertito negli ultimi cinque anni il bisogno di un aiuto professionale. Un numero enorme, che testimonia un disagio diffuso.

Ma l’aspetto più critico è che meno della metà di chi lo desidera riesce effettivamente ad avere accesso a questo supporto. Ci sono ancora troppe barriere, dai costi alla burocrazia, che rendono difficile prendersi cura di sé. 

Indice

  1. Il divario tra bisogno e accesso
  2. L'Indice Sintetico di Well-Fare
    1. Benessere Individuale
    2. Benessere Relazionale
    3. Benessere Spaziale
    4. Benessere Sociale
  3. Condizionamenti sociali e generazionali
  4. Come si vede il futuro

Il divario tra bisogno e accesso

La richiesta di supporto psicologico tra i giovani italiani è, dunque, altissima. Il 70,4% degli intervistati ha percepito almeno una volta la necessità di rivolgersi a uno psicologo.

Eppure, l'accesso ai professionisti della salute mentale è drammaticamente limitato: solo il 32,2% è riuscito ad avere accesso a un professionista, ricevendo l’aiuto necessario.

Un divario enorme, quello che si apre tra chi chiede aiuto e chi lo ottiene. Ma la situazione è ancora più complessa: il 10,4%, pur avendo cercato supporto, non ha percepito benefici significativi. Ma la parte più preoccupante è quel 27,8% di giovani che, pur avvertendo un disagio, non ha intrapreso alcun percorso, rischiando così di cronicizzare o aggravare la propria condizione di malessere.

Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, sottolinea: “Questi dati confermano, pur all’interno di un quadro di generale miglioramento, che la salute mentale è una priorità. Il divario persistente tra bisogno e accesso dimostra che le barriere sono ancora troppe e strutturali (costi, offerta pubblica, burocrazia)", e specifica che “occorrono politiche strutturali per garantire servizi territoriali capillari, sportelli psicologici permanenti, percorsi gratuiti di sostegno. Inoltre, la correlazione tra stabilità lavorativa e benessere è inequivocabile e per questo servono anche misure che rendano la stabilità occupazionale una prospettiva concreta. E in tutto ciò, il divario di genere resta un nodo profondo. Le giovani donne riportano un livello di benessere inferiore rispetto ai coetanei maschi”.

L'Indice Sintetico di Well-Fare

Nonostante le difficoltà sull'accesso ai servizi psicologici, lo stato di salute e benessere generale delle nuove generazioni mostra un lieve miglioramento. L’Indice sintetico di well-fare giovanile si attesta, infatti, a 68,5 punti su 100, in crescita rispetto ai 63,9 del 2024. Questo posiziona l’indice nell’area della "prevalente soddisfazione". 

Restano, però, ancora evidenti le differenze di genere, con le giovani donne che registrano un indice di well-fare (66,6) di circa quattro punti inferiore rispetto ai coetanei maschi (70,5).

Sul piano anagrafico, invece, i valori più alti si verificano nella fascia 15-19 anni (71,2), scendendo di 3-4 punti all’avanzare dell’età. Non ci sono molte differenze, invece, a livello territoriale (68,4 al Nord, 67,6 al Centro e 69,1 al Sud). 

Benessere Individuale

I valori di benessere, comunque, sono in miglioramento su tutti i fronti analizzati. L'indice di benessere individuale segna 69,6 punti. La maggiore soddisfazione riguarda lo stato di salute fisica (73,4). L'area di vulnerabilità più marcata è la capacità di gestione delle emozioni (64,5).

Inoltre, chi ha un lavoro stabile ha un indice di benessere individuale molto più alto (73,5) rispetto a chi non studia né lavora (64,4), a dimostrazione di come la stabilità occupazionale sia fondamentale.

Benessere Relazionale

Questo indice raggiunge, però, il livello di soddisfazione più alto nell'ambito dei rapporti personali (70,5 punti). Sono le relazioni amicali e sociali a rappresentare i fattori trainanti, con il supporto ricevuto dagli amici che totalizza un punteggio di 75,2/100.

Benessere Spaziale

Anche la soddisfazione sulla qualità dell’ambiente di vita è in forte crescita (65,8 punti). I giovani ritengono cruciali la disponibilità di spazi abitativi confortevoli (86,1), la percezione di sicurezza nel proprio quartiere (85,4) e l’efficienza dei servizi pubblici come trasporti e sanità (84,6).

Benessere Sociale

Pure l'indice di benessere sociale è pienamente soddisfacente (67,9 punti). Cresce, in particolare, la partecipazione attiva e si registra un rafforzamento della fiducia nelle proprie risorse e nella possibilità di mobilitare capitale sociale e culturale in funzione progettuale.

Condizionamenti sociali e generazionali

Ma quanto i modelli esterni influenzano le nostre scelte? Moltissimo, stando ai dati. Il 75,9% degli intervistati riconosce che i parametri sociali e culturali condivisi sono un riferimento significativo nei propri processi decisionali. Nello specifico, il 22,1% li ritiene "molto importanti" e il 53,8% "abbastanza importanti". Solo una minoranza (24,1%) attribuisce scarsa o nulla rilevanza a tali modelli.

Quindi, per oltre due giovani su tre, il contesto sociale e culturale è un fattore che pesa quando si tratta di prendere decisioni importanti per la propria vita. L’indagine mostra, comunque, che questo condizionamento tende a ridursi progressivamente all’aumentare dell’età, pur restando ampiamente prevalente.

Come si vede il futuro

Una notizia positiva, infine, riguarda le aspettative per il domani. Con il futuro che viene visto dai giovani con un ottimismo crescente, soprattutto nella fascia di età 15-19 anni. Più in generale, il 58,4% degli intervistati si dichiara fiducioso rispetto al proprio futuro, con un "moderato ottimismo" espresso dal 43,7%. Rispetto all'anno precedente (2024), la quota degli ottimisti cresce di ben 15 punti.

Anche le aspettative a medio termine sono positive: il 70,9% del campione è convinto che la propria condizione migliorerà nei prossimi cinque anni. Come negli altri indici, anche qui sono i giovani uomini a essere più fiduciosi (64,6% di ottimisti contro il 52,6% delle donne).

Insomma, il futuro non fa più così paura, ma è evidente che bisogna lavorare per rimuovere gli ostacoli che impediscono di accedere a un supporto psicologico fondamentale per affrontare al meglio il presente.

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