
La scuola può trasformarsi in un luogo molto pericoloso. Sia per i docenti che per gli studenti. A prescindere dallo stato di salute degli edifici e dal livello di manutenzione degli istituti. A dircelo è il XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole elaborato da Cittadinanzattiva (Settembre 2018). Stando a quanto raccontano i dati, elaborati sulla base degli infortuni denunciati all’INAIL (Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro, ndr), la vita scolastica è quasi una corsa a ostacoli. L’imprevisto è dietro l’angolo: tanti piccoli e grandi incidenti che coinvolgono tutti gli attori in scena, senza distinzioni. Numeri importanti: nel 2017, ad esempio, sono stati più di 15mila gli insegnanti che hanno subito un infortunio sul posto di lavoro; oltre 80mila i ragazzi. Quasi 100mila incidenti l’anno. Che, peraltro, rimangono costanti da anni.
Mille modi per farsi male a scuola
Certo, questo quadro può essere determinato da tantissimi fattori diversi: le condizioni delle strutture (cortili, aule, bagni, scale, ecc.), il momento cui avviene l’episodio (se durante la normale lezione, nell’ora di educazione fisica, durante la ricreazione, all’uscita da scuola). Ci può essere lo zampino della distrazione, dell’eccessiva leggerezza nell’affrontare le situazioni, se non addirittura della violenza fisica. Fatto sta che, in base a un calcolo approssimativo, circa l’1% degli studenti e quasi il 2% dei professori si fa male a scuola nel corso dell’anno. A cambiare, tra i due universi, sono le proporzioni maschi-femmine. Perché tra gli insegnanti si infortunano quasi solo le donne (nel 2017 sono state più di 13mila, circa il 90% del totale) mentre gli uomini hanno superato di poco quota 2mila. Discorso opposto per gli alunni: i ragazzi infortunati nel 2017 sono stati 46mila, le ragazze ‘solo’ 34mila.