
Lo streaming non ha scalzato la televisione lineare, anche fra le nuove generazioni: solo 1 giovane su 3, infatti, non “consuma” mai (o comunque lo fanno raramente) contenuti dei tradizionali canali TV.
A mostrare questa sorprendente resilienza della TV nelle abitudini delle ragazze e dei ragazzi è l’Osservatorio “Giovani e Media” di Skuola.net, realizzato in occasione della Giornata Mondiale della Televisione, coinvolgendo un campione di 1.500 ragazze e ragazzi tra i 9 e i 24 anni.
La nuova edizione dell’Osservatorio, a tre anni dalla precedente, mostra anzi una ripresa del media televisivo classico, con una riduzione del 15% della quota di coloro che potrebbero fare tranquillamente a meno del telecomando, se non per guardare contenuti sulle piattaforme streaming a pagamento.
Indice
- La smart TV torna centrale: il “telecomando” riconquista i giovani
- Streaming in frenata: abitudini stabili, disaffezione crescente
- Rai e Mediaset reggono il colpo: il piccolo schermo si difende
- I giovani spettatori hanno "fame" di storie
- Ciò che manca in TV secondo Gen Z e Alpha
- Come e quando si guarda la TV
La smart TV torna centrale: il “telecomando” riconquista i giovani
Non a caso, le smart TV restano il mezzo preferito per accedere a Netflix e compagnia: il 45% degli utenti le predilige a computer (21%), smartphone e tablet (entrambi al 17%). Anche qui, dunque, stiamo assistendo ad una “resurrezione” del più grande fra i piccoli schermi, con un incremento dello “share” del 20% rispetto a quanto rilevato nel 2022.
Streaming in frenata: abitudini stabili, disaffezione crescente
Il consumo dello streaming a pagamento nel corso dell’ultimo triennio è abbastanza stabile: il 29% dei giovani afferma, infatti, di accedere a questi servizi tutti i giorni, a cui si affianca un 40% che lo fa almeno una volta a settimana. All’estremo opposto, invece, il 27% li evita del tutto. Questi ultimi sono in aumento del 17% rispetto alla rilevazione precedente, a testimonianza ulteriore che la crescita senza limiti di questo settore è forse finita o perlomeno in frenata.
In ogni caso, Netflix resta la piattaforma di riferimento. Ma, di nuovo, non è più così dominante tra le nuove generazioni come qualche anno fa: la usa il 55% degli utenti di questo tipo di servizi, contro l’82% rilevato nel 2022 sempre da Skuola.net. Rispetto ad allora, però, la top 5 è rimasta invariata e vede Amazon Prime Video ridurre sensibilmente il distacco dalla capolista con il 50% della market share sul campione dell’indagine, seguita poi dai RaiPlay e Disney+, appaiate a quota 32%, e Sky (Go e Now) al 16%.
Rai e Mediaset reggono il colpo: il piccolo schermo si difende
Sulla TV tradizionale, invece, si conferma il (quasi) duopolio di Rai e Mediaset, sostanzialmente equivalenti nell’intorno del 40% di preferenze nella lista dei broadcaster più visti da Gen Alpha e Zeta. A seguire, Gruppo Discovery (28%), Sky (20%), La 7 (15%).
Attenzione, poi, ad un nuovo concorrente per il trono del piccolo schermo televisivo, ovvero lo streaming gratuito, che vede in YouTube e nel suo immenso catalogo di video e podcast un dominatore quasi assoluto: il 21% dei giovani intervistati ne fruisce quotidianamente dalla TV.
I giovani spettatori hanno "fame" di storie
Se si guarda invece ai contenuti, le Generazioni Zeta e Alpha si rivelano un pubblico che cerca soprattutto storie, sia nella tv tradizionale che nelle piattaforme streaming.
La lista delle 5 tipologie di contenuti preferiti della TV lineare vede stagliarsi serie TV al primo posto con il 50% delle preferenze, seguiti da film (43%), sport (25%), Informazione (24%), intrattenimento (21%) e talent/reality show (19%).
Ciò che manca in TV secondo Gen Z e Alpha
Stando così le cose, non sorprende il confronto tra ciò che i ragazzi guardano e ciò che vorrebbero vedere. Perché, quando si chiede cosa manca nei palinsesti televisivi, emerge un desiderio di prodotti più aderenti alle proprie esigenze. Il 30% reclama ancora più film; il 26% chiede più documentari; il 22% vorrebbe più serie TV.
In parallelo, un altro 22% invoca più spazio per approfondimenti e talk. Anche l’informazione pura cresce nelle aspettative, al 20%, insieme alla comicità (17%) e all’intrattenimento leggero (15%). Sport e programmi di viaggio, rispettivamente al 14% e al 12%, salgono meno, mentre si sente sempre meno il bisogno di talent show, che si fermano al 10%, e di programmi di cucina (8%).
Non va dimenticata, infine, la musica: il 10% dei giovani sarebbe felice di vedere più programmi ricchi di canzoni. Magari in stile MTV, storico canale (oggi in pensione) seguito da milioni di ragazze e ragazzi nel mondo.
Anche passando ad analizzare lo streaming, la dieta mediatica è abbastanza simile, con le serie TV medio-lunghe (53%) e film (52%) a dominare la scala delle preferenze, seguiti da mini-serie (29%), film/serie/documentari su personaggi (29%) e sport (19%).
Come e quando si guarda la TV
Interessante risulta, poi, osservare “quando” GenZ e Alpha si mettono di fronte alla TV: il 71% lo fa prevalentemente dopo le 18, dividendosi tra fascia pre-serale (23%), prima serata (43%) e seconda serata (5%).
Lasciando - e questo sì che è un fatto storico - sguarnito il tradizionale presidio pomeridiano dopo pranzo, che è la fascia oraria preferita (solo) del 19% degli intervistati.
Questo anche perché la TV spesso resta accesa “per fare compagnia” - il 39% la usa con questa finalità - o viene fruita in compagnia di un second screen - nel 29% dei casi - diventando protagonista assoluta dell’attenzione degli spettatori solo nel 32% dei casi.