
La Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze presentata quest’oggi alle Camere fotografa una situazione molto delicata per quel che concerne il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi.
Quasi 1 su 3 ha rivelato di avere consumato una sostanza illegale nel corso dell’ultimo anno, facendo registrare un aumento significativo dell’utilizzo di queste sostanze tra i giovani di età tra i 15 e i 19 anni.
Cocaina, stimolanti, allucinogeni, senza dimenticare le nuove sostanze importate come il Fentanyl: l’utilizzo delle droghe tra i giovani cresce sensibilmente.Diffusione e consumo tra i giovani
In particolare, si conferma la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani tra i 15 e i 19 anni rispetto all’anno precedente: quasi 960mila, pari al 39% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza illegale almeno una volta nella vita e oltre 680mila (28%) nel corso dell’ultimo anno. Al contempo il consumo cresce in maniera parallela. Le percentuali di studenti che riferiscono di aver usato almeno una volta nel corso dell’anno sono: cocaina dall’1,8% al 2,2%, stimolanti dal 2,1% al 2,9%, allucinogeni dall’1,6% al 2% e vuove sostanze psicoattive dal 5,8% al 6,4%. La cannabis rimane la sostanza più usata dai giovani, ma vede una diminuzione rispetto al 2022 (22,2% contro il 23,7%).
Le operazioni antidroga
In relazione alla diffusione del consumo di droghe tra i giovanissimi, si registra un aumento delle operazioni antidroga e dei sequestri da parte delle forze di polizia (rispettivamente, +6% e +17%), con 89 tonnellate di sostanze stupefacenti confiscate in Italia e nelle acque internazionali limitrofe. Assieme all’aumento dei consumi, si osserva anche quello del coinvolgimento dei minorenni nell’ambito della produzione, del traffico e della detenzione illecita di sostanze stupefacenti: il numero di minorenni denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati penali droga-correlati ha visto un aumento del 10%.
Un quadro che grava anche sulla sanità pubblica
Va da sé che nell’ultimo anno che è aumentato anche il numero dei pazienti trattati dai Servizi pubblici e privati (SerD). Sono stati 132.200 solo nell’ultimo anno, con un picco di pazienti - dal 51% al 55% - che facevano uso di cocaina e crack. Anche gli accessi in Pronto Soccorso legati alla droga sono aumentati del 5% rispetto al 2022. I decessi per intossicazione acuta da sostanze stupefacenti rilevati su base indiziaria da parte delle forze di polizia sono stati 227 (in calo rispetto al 2022).
Le nuove sfide nel campo delle tossicodipendenze
Non dimentichiamo poi che il 2023 è stato un anno fortemente caratterizzato dagli allarmi circa le nuove droghe sintetiche. Tra queste, ci sono il fentanyl, un oppioide sintetico con una potenza oltre 80 volte superiore a quella della morfina, e la xilazina, un potente sedativo solitamente impiegato in veterinaria, usata nel mercato illegale come adulterante. Come ha specificato anche il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri a Skuola.net, sono proprie queste le sfide più dinamiche e critiche nel campo delle dipendenze, con una crescente variabilità che rende difficile il loro rilevamento e controllo. Nel corso dell’ultimo anno, il Sistema nazionale di allerta precoce del Dipartimento per le politiche antidroga ha identificato sul territorio 70 Nsp, appartenenti principalmente alle classi dei catinoni (20%), delle arilcicloesilammine (16%), dei cannabinoidi sintetici (13%) e delle benzodiazepine (11%).
Quali sono le sostanze di primo uso
Per la prima volta nel rapporto è stato inserito anche un focus sulla sostanza che fa da ‘apripista’ al mondo delle droghe sintetiche. Nella maggior parte dei casi, le persone hanno iniziato con le stesse sostanze per cui si sono rivolte al SerD, quindi eroina e cocaina su tutte. Tra i consumatori di queste sostanze però, c’è chi ha iniziato l’uso di sostanze con i cannabinoidi, dimostrando un importante ruolo dei cannabinoidi come sostanze di iniziazione per il passaggio a sostanze ad alto potenziale additivo. Rispetto alle principali sostanze oggetto di trattamento, alcol e tabacco rappresentano invece sostanze di primo uso a prevalenza più bassa ma non trascurabile: l’alcol, per esempio, lo è stata nel 5,1% nei consumatori di cocaina e del 2,2% per quelli di cocaina.
Famiglie e prevenzione
Certo è che anche il background familiare ha il suo notevole peso su questa condizione. Del focus fa parte anche una survey anonima alla quale hanno partecipato 4.901 genitori di studenti con età tra i 9 e i 14 anni, frequentanti 20 scuole primarie e secondarie di primo grado della Città metropolitana di Roma Capitale. I genitori intervistati si ritengono per oltre il 50% capaci di riconoscere i sintomi derivanti dal consumo delle sostanze legali (alcol e derivati del tabacco) e dei cannabinoidi, mentre meno della metà si dice in grado di riconoscere i sintomi legati all’uso di altre sostanze psicoattive illegali. Riguardo al consumo, si rileva maggior tolleranza verso sostanze legali e cannabinoidi: due genitori su cinque si dichiarano permissivi rispetto a tabacco e sigarette elettroniche e circa la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi vada contestualizzato prima di essere giudicato.
Il consumo di altre sostanze illegali è invece reputato assolutamente intollerabile dal 90%. La maggior parte dei genitori ritiene facilmente accessibili per i propri figli tutte le sostanze considerate. I luoghi all’aperto, come strade e parchi, sono maggiormente indicati come quelli dove reperire sostanze illegali e psicofarmaci, oltre a luoghi più frequentati dai figli come scuole e case di amici, in relazione alle sostanze legali. Qualora venisse a conoscenza che i propri figli fanno uso di sostanze, la maggior parte dei genitori ricorrerebbe prevalentemente ad attività di informazione e coinvolgimento familiare.