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Giovane con metà faccia coperta dalle pasticche

Altro che “cannette”: il consumo di sostanze stupefacenti da parte dei giovanissimi va ben oltre la classica cannabis, che resta comunque l’articolo più gettonato quando si cerca un pusher.  

Cannabis potenziata, ‘smart drugs’, crack ad alta concentrazione o farmaci psicoattivi: sono alcuni dei modi con cui ha tentato di evadere dalla quotidianità quasi 1 milione di adolescenti italiani tra i 15 e i 19 anni, pari al 37% della popolazione studentesca: si tratta di circa un giovane su tre, con uno su quattro che lo ha fatto nel solo ultimo anno (2024).

A tracciare un quadro preciso quanto affidabile è la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze - che noi di Skuola.net abbiamo riassunto nella parte dedicata proprio alle nuove generazioni - che racconta una giovane Italia sempre più fragile e spesso troppo sola, dove i confini tra trasgressione e dipendenza si fanno sempre più sfumati.

Indice

  1. Cannabis al centro: l’esordio è sempre più precoce
  2. Nuove droghe, vecchi rischi: boom tra i giovanissimi
  3. Stimolanti in calo ma ancora diffusi
  4. Allucinogeni: il consumo aumenta con l’età
  5. Cocaina leggermente in calo, ma le percentuali rimangono significative
  6. Oppiacei: cresce l’allarme per i più giovani
  7. Poliutilizzatori: la fascia più a rischio tra droga, alcol e violenza
  8. Cosa pensano davvero i ragazzi delle conseguenze? E cosa (non) sanno
  9. Il ruolo decisivo dei genitori nella prevenzione delle dipendenze

Cannabis al centro: l’esordio è sempre più precoce

Eppure, un dato positivo c’è: per la prima volta da anni, il trend generale è in lieve calo. Ma non basta per abbassare la guardia. Perché, se la cannabis resta la sostanza più diffusa, con 520 mila studenti, pari al 21%, che l’hanno consumata solo nel 2024, a preoccupare davvero è l’età del primo consumo: oltre il 60% ha iniziato tra i 15 e i 17 anni, mentre il 35% l’ha provata già a 14 anni o meno, quota questa invece in aumento rispetto alla precedente rilevazione, quando era al 29%.

E mentre il consumo occasionale di cannabis viene percepito come “non pericoloso” da più di due studenti su tre, oltre un terzo di loro dichiara di poterla reperire con estrema facilità. Così, ad oggi, circa 67mila tra studentesse e studenti ne dichiarano un uso frequente, ovvero 20 o più volte al mese. 

Nuove droghe, vecchi rischi: boom tra i giovanissimi

Non meno allarmante è il quadro riguardante le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS): oltre 280 mila studenti italiani le hanno provate almeno una volta nella vita, 140mila solo nell’ultimo anno. Le più diffuse? Tra le più comuni spiccano i cannabinoidi sintetici (5,5%), gli oppioidi sintetici (2,8%) e la ketamina (1,5%).

E sono proprio i più giovani a essere i più attratti da questi ritrovati. Mentre i consumi di cannabinoidi sintetici e di ketamina tendono ad aumentare con l’età, raggiungendo tra i 18enni prevalenze più elevate, quelli di oppioidi sintetici raggiungono infatti il picco nella fascia d’età dei 15 anni, con un consumo maggiore da parte dei maschi.

Grafico 1

Stimolanti in calo ma ancora diffusi

Proseguendo nell’excursus, troviamo poi amfetamine, ecstasy, GHB, MDMA: sono le sostanze stimolanti che oltre 110 mila studenti hanno usato nel corso della vita, quasi 59 mila solo nell’ultimo anno. Seppur in calo rispetto al picco del 2023, restano diffuse soprattutto tra i 15-18enni, con età medie di primo utilizzo molto basse: quasi uno su due ha cominciato prima dei 15 anni.

Allucinogeni: il consumo aumenta con l’età

Gli allucinogeni, invece, sono stati consumati da 86 mila studenti (3,5%) nel corso della vita, mentre in 29 mila (1,2%) ne hanno fatto uso nell’ultimo anno. Di questi, 7 mila (0,7%) li hanno utilizzati almeno 10 volte nell’ultimo mese.

Il consumo, qui, aumenta con l’età ed è prevalentemente maschile, con i 18enni che fanno registrare la percentuale maggiore. Quasi la metà degli utilizzatori (52%) ha iniziato tra i 15 e i 17 anni, mentre oltre un terzo (35%) ha provato la sostanza prima dei 14 anni, dato che per fortuna è in leggera diminuzione.

Cocaina leggermente in calo, ma le percentuali rimangono significative

Per quanto riguarda la cocaina, circa 77 mila studenti (3,1%) ne hanno fatto uso almeno una volta nella vita, con 45 mila che l’hanno consumata nel 2024. Di questi, 10 mila (0,4%) ne fanno un uso abituale, ossia almeno 10 volte al mese. Come per altre sostanze, il consumo cresce con l’età, con una prevalenza tra i 18enni e una netta superiorità maschile su quella femminile in tutte le fasce d’età. 

Più della metà (55%) di chi ha consumato la “bianca” ha iniziato tra i 15 e i 17 anni, mentre il 40% l’ha provata prima dei 15 anni. Dopo il picco post-pandemico, nel 2024 si registra per fortuna una lieve flessione nel consumo, anche se le percentuali restano significative.

Oppiacei: cresce l’allarme per i più giovani

Così come per gli oppiacei: 55 mila ragazzi (2,2%) ne hanno fatto uso almeno una volta nella vita, con quasi 30 mila (1,2%) che li hanno consumati nel 2024, con circa 7 mila studenti (0,3%) che ne fanno un uso frequente, ovvero 10 o più volte al mese. Anche il loro consumo è distribuito tra le diverse fasce d’età, ma i 17enni sono quelli con i consumi più alti (1,6%).

Come per le altre sostanze, anche in questo caso i maschi sono la “platea” di riferimento, soprattutto se tra i 15 e 16 anni, laddove il rapporto di genere si attesta addirittura oltre 3 a 1. Più della metà degli utilizzatori di oppiacei (55%) ha iniziato tra i 15 e i 17 anni, mentre il 37% ha provato la sostanza a 14 anni o meno.

Poliutilizzatori: la fascia più a rischio tra droga, alcol e violenza

Ma a destare maggiore preoccupazione è quella fetta di giovanissimi che alterna ‘cocktail’ estremamente pericolosi, spesso facendo uso di più sostanze nello stesso periodo. Sono i cosiddetti poliutilizzatori: ragazzi che mischiano droghe, psicofarmaci e alcol.

Secondo l’indagine, il 6,5% degli studenti (circa 160 mila ragazzi) ha fatto uso di più di una sostanza illegale nel 2024. Di questi, quasi 98 mila (3,9%) ne hanno consumate come minimo due in parallelo. 

Le sostanze più usate per questi mix? In testa la cannabis (91%), seguita dalle NPS (75%), con una prevalenza particolare per la cannabis sintetica (51%). Ci sono poi stimolanti (28%), cocaina (26%) e inalanti/solventi (24%).

E non si tratta (soltanto) di una questione legata alla salute. Perché è proprio tra i poliutilizzatori che si registra una forte incidenza di episodi di violenza, atti di vandalismo e problemi con le Forze dell’Ordine.

Cosa pensano davvero i ragazzi delle conseguenze? E cosa (non) sanno

Ma cosa ne pensano gli studenti del rischio associato alle sostanze? Sebbene più della metà (52%-60%) le percepisca come pericolose, l'uso occasionale di cannabis viene considerato poco pericoloso da quasi un terzo di loro (29%). 

Cannabis che è anche considerata la sostanza più facilmente reperibile: il 36% degli studenti afferma di potersela procurare senza troppa difficoltà.

Mentre il consumo di cocaina o oppiacei è percepito come maggiormente rischioso da gran parte degli intervistati che, fortunatamente, rivelano anche più difficoltà nel reperimento della sostanza: la cocaina, infatti, pare sia facilmente accessibile all'11%, mentre allucinogeni e stimolanti al 7,7%. 

La percentuale, però, aumenta tra i consumatori abituali: oltre il 40% ritiene di poter acquistare sostanze in strada senza grandi problemi, mentre un 20% lo farebbe anche tramite Internet.

Il tutto, senza avere la minima consapevolezza della natura o degli effetti delle sostanze consumate. Circa 45 mila studenti (l’1,8%) ammettono di aver assunto droghe senza conoscerne i rischi e, tra questi, quasi uno su quattro ha ripetuto l’esperienza almeno 10 volte, spesso tramite pasticche o sostanze liquide. La maggior parte, infatti, ha dichiarato di non sapere nemmeno cosa stesse assumendo.

Grafico 2

Il ruolo decisivo dei genitori nella prevenzione delle dipendenze

Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse, ma è inutile girarci intorno: il background familiare gioca un ruolo determinante. 

Non è un caso che gli studenti che riportano un buon rapporto di fiducia e comunicazione con i genitori risultano significativamente meno inclini a consumare sostanze. 

Un forte legame affettivo e una presenza attiva da parte dei genitori, affermano gli esperti, sono ancora oggi il miglior “antidoto” contro lo sviluppo di tossicodipendenze.

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