
7 ottobre, 7 aprile. A Gaza il conflitto tra Israele e Hamas va avanti già da sei mesi. Una guerra iniziata con l’attacco terroristico di sabato 7 ottobre 2023, che ha provocato una reazione senza precedenti da parte dello Stato ebraico contro Hamas nella Striscia di Gaza.
Lo choc del 7 ottobre
Quel giorno, uomini di Hamas si sono infiltrati nel territorio israeliano mettendo in atto un massacro tanto terrificante quanto senza precedenti.
I numeri di quella che l'organizzazione terroristica ha definito operazione “Al-Aqsa Flood”: 1.160 morti, soprattutto civili, e 7.500 feriti. Uno dei peggiori tributi umani per le popolazioni ebraiche dai tempi della Shoah.
Inoltre in quel 7 ottobre Hamas ha preso in ostaggio 250 persone. Grazie all'unica tregua negoziata lo scorso novembre, ne sono state liberate 105 a fronte di 240 prigionieri palestinesi.
Secondo Israele, circa un centinaio di ostaggi ritenuti vivi sono ancora prigionieri a Gaza.
La risposta di Israele
A sei mesi di distanza, la risposta israeliana fa venire i brividi lungo la schiena. Giurando di “sradicare Hamas” per i suoi crimini, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato e messo in atto una risposta militare su vasta scala. Il risultato è stato brutale: quasi 33.000 persone sono morte a Gaza e 75.000 sono rimaste ferite nei bombardamenti e nei combattimenti di terra.
Donne e bambini non vengono risparmiati. Un rapporto Unicef diffuso a inizio aprile parla di 13.750 bambini e 3.250 donne uccise, ovvero più del 50% delle vittime.
L’impatto per gli abitanti di Gaza è colossale: 1,7 milioni di loro sono sfollati, ovvero l’80% dell’attuale popolazione della Striscia di Gaza.
Stanno morendo di fame
Oltre al costo delle vite umane, c’è il rischio di carestie e gli ingentissimi danni economici. Le prime stime effettuate dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea e dalla Banca Mondiale stimano il danno economico complessivo a 18,5 miliardi di dollari. Vale a dire al 97% del PIL di tutti i territori palestinesi occupati.
Per quanto riguarda la crescente minaccia della carestia, l’UNICEF stima che il 90% della popolazione soffre attualmente di grave insicurezza alimentare. Tra il 15 febbraio e il 15 marzo 2024, l’agenzia delle Nazioni Unite ha individuato in 677.000 abitanti di Gaza quelli nella cosiddetta "fase 5", la situazione di insicurezza alimentare più grave nelle classifiche internazionali.
Questione di numeri
Nonostante queste cifre terrificanti, resta difficile fidarsi delle cifre senza battere ciglio. Dato che l’accesso alla Striscia di Gaza è quasi impossibile, i giornalisti non sono in grado di verificare i dati in modo indipendente.
Nonostante questi limiti, i dati di Hamas mantengono una certa credibilità grazie alle stime fornite dall'amministrazione americana o dall'UNICEF. All'inizio di aprile, l'agenzia dell'Onu aveva affermato che la guerra a Gaza aveva provocato 32.623 morti, una cifra non molto lontana da quella avanzata da Hamas.