ImmaFer
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7 min
Netanyaju e Trump
Fonte: Gov.il


Dopo due anni di guerra e oltre 67mila morti, l'accordo di pace tra Israele e Hamas apre uno spiraglio nella crisi della Striscia di Gaza. Raggiunta nella notte tra l'8 e il 9 ottobre, dopo i negoziati a Sharm el Sheik, l’intesa si basa su un piano in 20 punti proposto dal presidente USA Donald Trump.

La prima fase prevede un cessate il fuoco, il ritiro parziale dell’esercito israeliano e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.

Indice

  1. Il piano: cessate il fuoco e scambio di prigionieri
  2. Netanyahu: “Un successo diplomatico e una vittoria nazionale”
  3. La posizione di Hamas
  4. Ritiro di Israele
  5. Rilascio degli ostaggi israeliani
  6. I prigionieri palestinesi: esclusi alcuni nomi
  7. Gli aiuti umanitari: 400 camion al giorno
  8. Il ritiro dell’esercito israeliano
  9. Hamas: le armi deposte, ma resta la componente politica
  10. Il ruolo degli Stati Uniti

Il piano: cessate il fuoco e scambio di prigionieri

“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace”, ha dichiarato Trump su Truth. “Ciò significa che TUTTI gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le proprie truppe su una linea concordata come primo passo verso una pace forte, duratura e perpetua”.

Post Trump

Secondo il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, “questa notte è stato raggiunto un accordo su tutte le disposizioni e i meccanismi di attuazione della prima fase dell’accordo di cessate il fuoco su Gaza, che porterà alla fine della guerra, al rilascio degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi, e all’ingresso degli aiuti umanitari”.

Post Majed al-Ansari

Netanyahu: “Un successo diplomatico e una vittoria nazionale”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’accordo come “un punto di svolta cruciale”, attribuendo il risultato agli sforzi del presidente Trump: “Con l’approvazione della prima fase del piano, tutti i nostri ostaggi saranno riportati a casa. Questo è un successo diplomatico e una vittoria nazionale e morale per lo Stato di Israele”.

Netanyahu ha anche ribadito che “non ci fermeremo finché tutti i nostri ostaggi non torneranno e tutti i nostri obiettivi non saranno raggiunti”.

 dichiarazione Netanyahu

La posizione di Hamas

Anche Hamas ha confermato l’accordo: “Il movimento annuncia il raggiungimento di un accordo che determina la fine della guerra a Gaza, il ritiro dell’esercito israeliano, l’ingresso di aiuti e lo scambio di prigionieri, dopo negoziati responsabili e seri che il movimento ha condotto insieme alle fazioni”. Hamas ha poi ringraziato i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, oltre a Donald Trump per “porre fine definitivamente alla guerra”.

Ritiro di Israele

Secondo un funzionario della Casa Bianca citato dalla 'CNN', Israele avvierà il ritiro sulla linea entro 24 ore dalla ratifica dell’accordo. Seguirà un periodo di 72 ore per il rilascio degli ostaggi israeliani. I vivi torneranno tra domenica e lunedì, poi verranno riconsegnati i corpi dei deceduti. Solo successivamente verranno rilasciati i prigionieri palestinesi.

Rilascio degli ostaggi israeliani

I primi a essere liberati saranno, dunque, i venti ostaggi israeliani ancora in vita, accompagnati dal Comitato Internazionale della Croce Rossa. In seguito, verranno recuperati i corpi di coloro che sono stati uccisi durante l’attacco del 7 ottobre o morti in prigionia.

La 'CNN' riporta che Hamas non è in grado di localizzare una decina di cadaveri, presumibilmente sepolti sotto le macerie. Si tratta di un elemento noto da tempo a Israele, che non dovrebbe compromettere l’accordo.

I prigionieri palestinesi: esclusi alcuni nomi

Secondo la 'BBC', Israele ha rifiutato il rilascio di Marwan Barghouti, figura storica richiesta da Hamas. Tra gli esclusi anche Abdullah Barghouti, Ahmed Saadat, Hassan Salama e Abbas al-Sayyed. Saranno, invece, liberati 250 ergastolani su 285, oltre a circa 1700 persone arrestate nella Striscia di Gaza durante gli ultimi due anni.

Resta ancora aperta la questione della presenza, tra i rilasciati, di uomini delle brigate Al Nukba, responsabili dell’attacco del 7 ottobre 2023. Israele si oppone.

Gli aiuti umanitari: 400 camion al giorno

L’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza sarà immediato. Sono previsti 400 camion al giorno già nella fase iniziale. Oltre a cibo e medicinali, la priorità è l’arrivo di mezzi pesanti, tende e prefabbricati per far fronte alla distruzione. Due milioni di persone hanno perso casa, scuola e accesso ai servizi basilari.

Il ritiro dell’esercito israeliano

L’IDF lascerà “gran parte” del territorio della Striscia, ma manterrà una presenza a Rafah, zona sensibile al confine con l’Egitto. Israele la considera un punto critico per il traffico di armi e materiali vietati. L’operazione è pronta da giorni e non dovrebbe richiedere più di 24 ore.

Hamas: le armi deposte, ma resta la componente politica

Hamas si impegna a deporre le armi, ma non a uscire dal panorama politico. A garantire il rispetto dell’accordo ci saranno Qatar e Turchia. Questo punto è considerato tra i più delicati dell’intera intesa.

Il ruolo degli Stati Uniti

Donald Trump potrebbe recarsi in Israele nelle prossime ore. Netanyahu lo ha invitato a parlare alla Knesset, nel tentativo di rafforzare il consenso interno e rispondere alle critiche dell’ala ultranazionalista del suo governo, ostile all’accordo.

Trump ha annunciato che intende accettare l'invito del premier israeliano, secondo quanto riportato da 'Axios'. "Vogliono che tenga un discorso alla Knesset e lo farò sicuramente se lo vorranno", avrebbe detto Trump definendo "eccellente" la sua conversazione telefonica con Netanyahu avvenuta dopo la firma degli accordi sulla prima fase del piano di pace. 

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