
Con i primi caldi torna in auge l’eterna battaglia sull’abbigliamento in ambiente scolastico. “Dress code” libero o codice di comportamento restrittivo? Un bivio che può fare tutta la differenza del mondo per le ragazze e i ragazzi.
Il primo “caso” dell’anno che riporta d'attualità la questione arriva da Livorno, dove alcuni studenti sono stati bloccati all’entrata della loro scuola - un istituto nautico - perché indossavano pantaloni corti, venendo di fatto esclusi dalle attività didattiche.La dirigenza ha motivato la decisione spiegando di avere semplicemente applicato le regole vigenti. Infatti, l’articolo 48 del regolamento d’istituto parla chiaro: è vietato presentarsi a scuola con pantaloni o gonne molto corti, canottiere, infradito, magliette scollate, o trasparenti, e altri capi ritenuti “non decorosi”.
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Dress code a scuola: quasi 1 studente su 3 ha regole scritte su cosa può (o non può) indossare
Una situazione che, però, è tutt’altro che isolata. Come segnala un’indagine condotta dal portale Skuola.net - che ha chiamato in causa 2.800 alunni di scuole medie e superiori - circa 3 studenti su 10, infatti, devono fare i conti - non solo durante la stagione estiva - con un regolamento d’istituto che vieta quei capi d’abbigliamento considerati “poco consoni” all’ambiente scolastico, come canottiere, pantaloni strappati, gonne e pantaloncini.
Altri possono godere di una maggiore flessibilità, che non significa però carta bianca: il 55% degli intervistati ha riportato che nella sua scuola il “dress code” esiste, ma è più che altro implicito, e non è dunque disciplinato da alcun atto ufficiale messo per iscritto dalla scuola.
Alla fine, comunque, solo 1 su 5 può vestirsi a suo piacimento la mattina, anche se questo non esenta da eventuali rimproveri da parte dei docenti più “sensibili” alla questione.
Non solo outfit: in alcune scuole si regolano anche barba, trucco e capelli
Tutto questo avviene perché, come ricorda la stessa Skuola.net, ciascun istituto, nell’ambito della propria autonomia, può indirizzare il modo di vestirsi di ragazze e ragazzi, imponendo dei paletti più o meno stringenti per poter circolare nei locali scolastici.
Che a volte vanno ben oltre l’abbigliamento ma chiamano in ballo direttamente l’espressione della personalità, estendendo il controllo su dettagli più sottili ma altrettanto significativi. Molte scuole - circa 1 su 5 - vietano, ad esempio: alle ragazze l’utilizzo di unghie finte, trucchi troppo appariscenti, capelli troppo colorati e piercing; mentre ai ragazzi impongono di avere un aspetto curato, con particolare attenzione alle barbe, che devono essere mantenute in ordine, evitando che siano troppo lunghe o trasandate.