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Potevano andare peggio. Stiamo parlando dei colloqui, gli incontri prenatalizi in cui genitori e docenti si trovano per la prima volta a confronto dall’inizio dell’anno. I ragazzi, in quegli interminabili minuti, incrociano le dita affinché tutto vada liscio.

Mamme e papà, invece, sperano di sentire solo cose positive sul conto dei propri figli; in mezzo gli insegnanti, che spesso utilizzano il colloquio per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ma, stando a quanto ci avete detto in una nostra web survey – che ha visto partecipare circa 1800 studenti di scuole medie e superiori - le cose sono tutto sommato confortanti. I ragazzi se la sono cavata quasi tutti, la partecipazione delle famiglie è stata ampia, peccato per quei pochi che ora dovranno subire l’inesorabile punizione che, soprattutto al Sud, può essere anche di carattere corporale.

Quasi tutti soddisfatti dopo i colloqui. Ma 1 su 5 deve ancora lavorare

Più di 4 ragazzi su 5 pensano che i colloqui siano andati in modo positivo. Solo nel 19% dei casi, invece, la delusione ha preso il sopravvento. Con un piccolo allarme che viene dagli istituti tecnici e professionali, dove 1 studente su 4 pare abbia avuto un pollice verso da parte dei professori.

Partecipazione in massa delle famiglie, molti gli assenti giustificati

Colloqui che hanno visto un’ampia partecipazione di famiglie e scuole. L’82% degli istituti ha organizzato dei veri e propri pomeriggi dedicati al confronto con i genitori (picchi dell’87% al Sud Italia e del 90% alle Medie). Meno di 1 famiglia su 5 (il 18%) ha preferito non andare. Ma questo non significa che da parte loro ci sia disinteresse per i voti e il comportamento dei figli. Solamente il 17% ha volutamente snobbato l’appuntamento. Nella maggior parte dei casi, però, sono state altre le ragioni della loro assenza: per il 36% si è trattato di impegni lavorativi, per il 15% sarebbe stato superfluo visto che guardano il rendimento direttamente sul registro elettronico avevano parlato da poco con i prof, mentre il 7% (il 15% al Sud, che diventa il 17% alle scuole Medie) aveva parlato pochi giorni prima con i docenti.

Qualcuno però non ha avvertito i genitori

Se poi aggiungiamo che alcuni ragazzi ci hanno messo del loro per non far andare i genitori ai colloqui – il 15% ha ammesso di non averglielo proprio detto – le responsabilità delle famiglie si azzerano quasi. E forse il dato complessivo è così buono proprio perché all’appello mancano proprio le mamme e i papà degli studenti con la coscienza più sporca.

E ora, che succede?

È facile prevedere che i ‘promossi’ dei colloqui passeranno delle festività natalizie serene, anche se solo il 24% di loro è convinto che riceverà un bel regalo (il 36% nel caso dei ‘piccoli’ delle Medie), mentre il restante 76% si dovrà accontentare di un riconoscimento solo morale, visto che i genitori ritengono un preciso dovere andare bene a scuola. Più articolato il destino degli ‘bocciati d’inverno: il 15% infatti non ha avuto nessuna conseguenza, il 24% se l’è cavata con un rimprovero, il 28% è stato semplicemente costretto a studiare di più, mentre il 13% verrà spedito a fare ripetizione per recuperare il terreno perduto. Solo a 1 studente su 5, dunque, è toccata la punizione

Le punizioni per gli ‘asini’? Niente amici né smartphone. Resistono le ‘vecchie maniere’

La strada principale battuta dai genitori, però, ha puntato a centrare l’obiettivo, togliendo ai propri figli le cose a cui tengono di più. Così, il 33% non potrà vedere il fidanzato e gli amici finché non dimostrerà coi fatti di aver capito; il 26% dovrà invece fare a meno di altro compagni fidati, gli smartphone e i computer; il 9% dei genitori ha puntato sul classico, vietando ai figli di guardare la Tv o toccare i videogiochi; il 6% ha addirittura gli ha tolto il saluto; mentre solo il 7% - per fortuna - ha dovuto subire una punizione corporale (anche se al Sud, dove la quota sale al 19%, rimane un’opzione molto diffusa).

Marcello Gelardini