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Chi era Jordan Jeffrey Baby, il trapper morto per suicidio in carcere articolo
Fonte foto: Instagram

Il trapper Jordan Jeffrey Baby si è tolto la vita in cella, nel carcere di Pavia. Si è impiccato. Aveva 26 anni, e già in passato aveva cercato di suicidarsi.

 


 

Come riporta il ‘TgLa7’, Il 26enne stava scontando una pena di quattro anni e quattro mesi per aver compiuto una rapina aggravata dall’odio razziale. 

 

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Il reato di Jordan

Jordan Tinti, questo il vero nome del trapper che era finito in carcere per aver aggredito un operaio di 42 anni di origini nigeriane. Teatro dell’aggressione era stato il sottopassaggio della stazione di Carnate, provincia di Monza. La rapina è stata giudicata con l’aggravante dell’odio razziale a causa di alcune frasi pronunciate nei confronti della vittima. Aveva partecipato alla violenza anche Gianmarco Fagà, un altro trapper che porta il nome d’arte Traffik, condannato a cinque anni e quattro mesi. La coppia aveva postato il video dell’aggressione su YouTube

L’indagine sul caso

Come riportato da ‘TgLa7’, Jordan Jeffrey Baby era stato trasferito in una comunità per tossicodipendenti tre mesi fa, una misura poi sospesa dal Tribunale di Sorveglianza. “Nella sua stanza”, ha dichiarato il legale del ragazzo, “erano state trovate delle sigarette e un cellulare”. E così era stato rispedito al carcere di Pavia, dove già in passato aveva tentato di togliersi la vita. Il trapper sosteneva di essere stato vittima di violenze e maltrattamenti durante il periodo della detenzione. “Ci sono due procedimenti in Tribunale a Pavia”, ha spiegato ancora l’avvocato, “in uno siamo costituiti parte civile. Nell'altro ci siamo opposti alla richiesta di archiviazione”. Sulla tragedia sarà aperta un’indagine. Diversi i punti da chiarire, tra cui la tempistica dei fatti. Jordan, infatti, si sarebbe suicidato a pochi giorni da un contatto avuto con un discografico. 

Il ricordo del legale:  "Jordan aveva solo bisogno di essere aiutato"

Il legale ha poi raccontato dell’ultima chiamata con il 26enne. “L'ho sentito al telefono ieri pomeriggio alle 17 e ci siamo lungamente parlati e l’ho rassicurato. Invece stamattina mi ha telefonato suo padre in lacrime dicendomi che era morto”. E ancora: Jordan aveva solo bisogno di essere aiutato. Era vittima dello stesso personaggio che si era costruito. Era una delle persone più educate che io avessi mai conosciuto.

Chi era Jordan Jeffrey Baby

Jordan Jeffrey Baby, nato in Brianza, era entrato nel mondo della musica fin da giovanissimo. La sua fama, però, era soprattutto cresciuta attraverso i fatti di cronaca di cui si era reso protagonista. Ricordiamo per esempio quando, nel 2019, era salito sul tettuccio di un’auto dei Carabinieri lanciando insulti contro le multinazionali per lanciare il suo nuovo singolo. 

Come riportato da ‘Vanity Fair’, in riferimento a un tentativo di suicidio risalente all’anno scorso, Jordan aveva scritto al padre: Ho ceduto e perso la mia più importante battaglia: quella contro la depressione, che mi affligge da mesi ormai. Non avrei molto da aggiungere, ma allo stesso tempo ho un’infinità di cose. Ma le lacrime che sto versando mentre ti scrivo tutto ciò mi bloccano e limitano a chiederti solo scusa e perdono. Scusa per non essere mai riuscito ad essere il figlio perfetto né tantomeno mai un buon figlio. E scusami per tutto il dolore arrecato in questi anni e per il dolore che ti arrecherà questo mio gesto disperato, ma ti chiedo di comprendere allo stesso tempo tutto il dolore percepito, al quale oggi voglio porre fine. Ovunque sarai sarò sempre con te, non dimenticarlo. Che giustizia venga fatta, con o senza di me in vita. Non smettere mai di lottare. Fallo per me”.

 

Data pubblicazione 13 Marzo 2024, Ore 10:03
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