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Stop al bullismo

Il Giorno contro il bullismo, il 7 febbraio, ha riportato al centro dell’attenzione una storia drammatica. Quella di Mattia, un ragazzo di 15 anni, brillante e sensibile, che nell’aprile 2022 ha deciso di togliersi la vita. Prima di compiere il gesto estremo ha lasciato un messaggio potente: “Siate consapevoli che le persone non sono eterne. Trattatele bene e con amore”.

Parole che oggi sono incise su una stele a Carbonia, la cittadina in cui viveva. 

I genitori, intervistati dal ‘Corriere della Sera’, hanno scelto di trasformare la tragedia in una missione: aiutare altri ragazzi che, come Mattia, si sentono soli e incompresi. Per farlo hanno dato vita all’associazione “Le Ali di Mattia”, con cui cercano appunto di dare voce a chi non riesce a chiederla. 

Indice

  1. Un ragazzo brillante, ma fragile: “Era molto avanti, ma questo lo faceva sentire indietro”
  2. L’incubo del bullismo e l'esclusione dalla gita
  3. Un disagio nascosto troppo a lungo
  4. Bullismo: i numeri di un fenomeno ancora diffuso

Un ragazzo brillante, ma fragile: “Era molto avanti, ma questo lo faceva sentire indietro”

Mattia non era un ragazzo qualunque.
Aveva capacità fuori dal comune, imparava velocemente, parlava fluentemente inglese ed eccelleva in matematica, tanto da arrivare in finale ai giochi matematici di Milano

Ma il talento ha anche un’altra faccia: “Era molto avanti, ma questo lo faceva sentire indietro”, spiegano i genitori. E ancora: “Gli era stata diagnosticata l’ADHD (deficit da attenzione e iperattività, ndr). Era iperattivo, si alzava spesso, aveva continui gesti d’affetto verso i compagni. La scuola, però, faceva fatica a gestirlo e gli insegnanti ci tormentavano, anche se era buono e sensibile”. 

I suoi genitori raccontano di un figlio affettuoso e buono, ma spesso incompreso. Se gli insegnanti faticavano a relazionarsi con lui, anche i compagni di scuola sembravano non accettarlo pienamente. Da lì sono iniziati gli episodi di bullismo.

L’incubo del bullismo e l'esclusione dalla gita

Mattia ha vissuto diversi episodi di isolamento: veniva deriso al telefono ed escluso da alcune attività scolastiche, tra cui anche una gita

Solo dopo la sua morte i genitori hanno scoperto la profondità del dolore che provava. Nei suoi scritti, ritrovati in seguito, emergeva chiaramente quanto si sentisse solo e incapace di confidarsi.
“Come posso dire a mia madre che non voglio più rimanere in questo mondo?”, aveva scritto.

Un disagio nascosto troppo a lungo

Nonostante la sofferenza, Mattia ha sempre cercato di mascherare il suo dolore. Ai genitori non lasciava trasparire nulla, cercando di mostrarsi forte: “Faceva di tutto per non farci preoccupare. Con noi si mostrava sempre allegro, sorridente, spensierato. Ci ha voluto tenere all’oscuro fino alla fine. Era il suo modo di proteggerci”.

Tuttavia, alcuni i segnali c’erano: nei primi mesi del 2022 aveva lasciato casa dopo una discussione sulla scuola, un episodio che aveva spinto la famiglia a rivolgersi a specialisti.
Psicologi e psichiatri hanno cercato di aiutarlo, ma nessuno aveva intuito fino in fondo la gravità della sua disperazione.

“Oggi sappiamo che un evento del genere può colpire qualsiasi famiglia”, dicono i suoi genitori, sottolineando quanto sia difficile riconoscere il malessere di un figlio, anche quando lo si ha accanto ogni giorno. “Sui social c’è chi ha scritto: ‘e i genitori dove erano?’ Ma ciò che è successo a noi può succedere a chiunque e puoi anche non accorgertene”.

Bullismo: i numeri di un fenomeno ancora diffuso

Mattia è una delle troppe vittime di bullismo e isolamento sociale. Secondo l’indagine HBSC Italia 2022, il fenomeno è particolarmente diffuso tra i più giovani:

  • 11 anni: il 18,9% dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze dichiarano di aver subito atti di bullismo;

  • 13 anni: il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine riportano esperienze di bullismo;

  • 15 anni: il dato scende al 9,9% per i ragazzi e al 9,2% per le ragazze.

Numeri che mostrano un fenomeno ancora troppo radicato e che, come dimostra la storia di Mattia, può avere conseguenze devastanti. Il bullismo non è solo uno scherzo, non è solo un episodio. È qualcosa che può segnare profondamente una vita. E a volte, purtroppo, spegnerla per sempre.