
L'ottavo film di Quentin Tarantino, the Hateful Eight, è già un successo di pubblico e di critica: otto motivi per andare a vederlo
"The Hateful Eight" è l'ottavo film del regista Quentin Tarantino. Attesissimo tanto dagli aficionados del cinema di Tarantino quanto dal grande pubblico, è già un successo mondiale.Ecco otto motivi per non perderselo.

La Trama
A primo impatto "The Hateful Eight" si rivela immediatamente diverso dal classico film "alla Quentin Tarantino".Girato per la maggior parte in un unico ambiente, il film trasforma una trama classica da film western (il buono deve portare il cattivo alla forca, ma deve affrontare numerose vicissitudini prima di raggiungere l'obiettivo) in un racconto incalzante, appassionante e ricco di suspense, tutto ciò mediante l'inserimento di numerosi accorgimenti che rendono questo film unico.
Non mancherà certo lo splatter, un elemento che ha quasi sempre contraddistinto i film di questo regista. Gli amanti del sangue però dovranno pazientare e resistere a una climax crescente di eventi, che, avanzando nel film, porterà tutti i tasselli a comporre un terribile mosaico e a svelare una ricca trama di inganni.

I dialoghi
Come per ogni suo film, Quentin Tarantino ha puntato su un elemento determinante in un'opera cinematografica: i dialoghi.Sicuramente è nota e riconosciuta da tutti la straordinaria capacità che ha Tarantino nel comporre dialoghi che sono vere e proprie opere d'arte, piccole perle che rendono i suoi film capolavori della recitazione.
The Hateful Eight, da questo punto di vista, non si discosta dalla cinematografia Tarantiniana, ma anzi fa, proprio dei dialoghi, la sua colonna portante, dovendo sopperire alla mancanza di un numero elevato di scene d'azione dovuta al fatto che la maggior parte della pellicola è girata in un solo ambiente.

Attori
Il cast scelto dal regista è estremamente valido, ci sono volti che nei suoi film vediamo spesso (se non sempre) come Samuel L. Jackson e Tim Roth e altri che mai abbiamo visto in una pellicola firmata Tarantino come Channing Tatum e Jennifer Jason Leigh.Questi attori riescono a rendere i loro personaggi alla perfezione, le loro capacità recitative, l'abilità espressiva e una cura strepitosa per la gestualità creano un mix esplosivo che dà alla luce otto anime estremamente complesse e collegate tra loro da un unico sentimento: l'odio.
A nessuno di migliore Quentin Tarantino poteva affidare il compito di portare sullo schermo gli splendidi dialoghi di questo film.

Le musiche
Tarantino, per questo film, ha deciso di affidarsi, sul fronte delle musiche, a un "mostro sacro" delle colonne sonore: il maestro Ennio Morricone.Ora, vorrei tralasciare la polemica che è nata tra il compositore e i Subsonica e che ha dato, qui in Italia, molto risalto al film, e concentrarmi solo ed esclusivamente su ciò che queste musiche trasmettono.
Colonna portante della storia delle musiche per il cinema, sopratutto western, Morricone anche in questo film non si smentisce e riesce, con straordinaria capacità, ad accentuare il senso di inquietudine che avvolge la trama. Le armonie usate riescono a colpire lo spettatore e danno un quid in più alla pellicola che, così, si assicura un posto nell'Olimpo della cinematografia.

Ambientazione
La scelta di Tarantino di ambientare quasi tutto il film in un unico luogo, è sicuramente diversa rispetto alla sua cinematografia precedente, ma ciò non sta a significare che "The Hateful Eight" sia inferiore a "Pulp Fiction" o a "Jackie Brown".Infatti l'unica ambientazione è estremamente funzionale per la trama perché riesce a trasmettere allo spettatore una sorta di piacevole claustrofobia, e lo aiuta a immedesimarsi nei personaggi, bloccati nell'emporio da una tormenta di neve.

Kurt Russel e la chitarra
Kurt Russel, che nel film interpreta John Ruth, terrà, per qualche secondo in mano una chitarra risalente al 1870. Per sapere come si concluderà l'incontro tra l'attore e lo strumento, non dovete far altro che vedere il film...
Ricostruzione storica e costumi
Uno dei grandi pregi delle pellicole di Tarantino è la grande attenzione che si ha nel curare scenografie e costumi, e The Hateful Eight in questo non fa eccezione.I costumi sono estremamente fedeli agli abiti portati nella seconda metà dell'Ottocento, le armi, che nei film di Tarantino sono sempre presenti, sono le tipiche revolver americane degli spaghetti western, a cui ci siamo abituati guardando i film di Sergio Leone (grande fonte di ispirazione per il regista, tra l'altro) e gli arredi dell'Emporio di Minnie provengono da un museo che li ha prestati alla produzione.

Poteva non esistere
Il film fu famoso molto prima che fosse distribuito, non solo perché si tratta di una pellicola di Tarantino, ma anche perché, quasi tre anni fa, trapelò lo script online, e il regista, infuriato, decise di abbandonare il progetto.Fu il cast e sopratutto Sam Jackson a convincerlo ad andare avanti. Infatti tutti coloro che erano stati scelti per recitare in The Hateful Eight si sono immediatamente innamorati della storia che avrebbero portato sullo schermo, e avrebbero difficilmente rinunciato a portare a compimento l'opera.
Grazie alla capacità di persuasione degli attori abbiamo la possibilità di gustarci questo film che ,effettivamente, rischiava di non vedere mai la luce.

Detto ciò spero che prendiate in considerazione di andare a vedere questa splendida pellicola, ma affrettatevi, non resterà nelle sale in eterno!