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scuole chiuse il 7 gennaio

Quest'anno più di qualche fortunato studente potrà godersi delle lunghe vacanze natalizie approfittando del ponte del 7 gennaio. Se vi state chiedendo di cosa si tratta: tranquilli, non esiste un ponte previsto per il 7 gennaio; o meglio, non è previsto nel calendario delle festività nazionali ma alcune regioni hanno già previsto di chiudere le scuole in questa data.

Sì, perché il 7 gennaio, giorno in cui di norma si dovrebbe tornare a scuola, capiterà di venerdì e alcune regioni hanno scelto in inglobare questa data nelle vacanze di Natale, facendo slittare il rientro tra i banchi a lunedì 10 gennaio 2022.

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Le regioni che hanno giocato d'anticipo, facendo rientrare il 7 gennaio tra le vacanze di Natale sono, per ora, quattro: Campania, Molise, Puglia e Valle D'Aosta. In queste regioni, studenti e docenti potranno tornare nelle aule da lunedì 10 gennaio; invece, per quanto riguarda le scuole nelle regioni che non hanno indicato tale possibilità nel calendario scolastico regionale, sarà compito del dirigente scolastico decidere se concedere o meno il giorno di vacanza. Sono già diverse, infatti, le scuole che hanno provveduto, in piena autonomia, a sospendere le lezioni in quella giornata. Mentre quelle che non lo hanno fatto rischiano di avere pesanti disagi.

Boom di domande di permesso dei docenti: i presidi non possono concederlo a tutti

Secondo quanto riportato dal sito TecnicaDellaScuola, infatti, in questi giorni i dirigenti scolastici, di diversi istituti, stanno ricevendo dal personale (docenti ma anche Ata) un numero elevato di domande di permesso e di ferie, decisamente superiore alla media. Questo, perché tanti lavoratori, ad iniziare da quelli con residenza lontana dalla scuola di servizio hanno l’esigenza di allungare le feste natalizie. Ma la mole di domande di permesso lascia presagire che non tutte verranno accolte: i presidi saranno infatti costretti ad applicare la normativa prevista dal regolamento approvato nel loro istituto, il quale stabilisce l’impossibilità all’accettazione totale delle domande laddove giungano in numero esagerato.
In caso contrario, infatti, si metterebbe a repentaglio l’attività didattica ordinaria, con la scuola che potrebbe addirittura essere additata di sospensione ingiustificata del servizio pubblico.