
Ore 8: sveglia, colazione al volo, quaderni sul tavolo. Obiettivo: finire tutti i compiti delle vacanze in un solo giorno. Maratona di 14 ore non-stop, fino alle 22. Niente scroll su TikTok, niente pausa pizza, niente vita.
Il risultato? Mani “ad artiglio”, vertigini, respiro corto. Insomma, il corpo ha fatto rage quit prima ancora dei libri. E la giornata, da “produttiva”, è finita con una corsa al pronto soccorso.
La storia arriva da Changsha, in Cina.
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La maratona che nessuno dovrebbe provare
Liangliang, questo il nome dello studente, ha trascorso 14 ore di fila tra esercizi, letture e schede. All’inizio del "chiusone" era solo stanchezza, poi il corpo ha cominciato ad accusare lo sforzo: mani bloccate, testa che gira, respiro che corre troppo veloce.
In ospedale hanno capito subito che si trattava di un attacco di panico. Per fortuna i medici l’hanno riportata alla calma con un intervento rapido e non invasivo.
La cultura del “fai tutto adesso”
Non è un episodio isolato. È lo specchio di un’epoca in cui “produrre” è diventato un mantra. Compiti accumulati, notti insonni, weekend da “recovery mode”: quante volte lo abbiamo fatto anche noi?
Anche la ‘produttività’ ha però un costo, e quando lo paghi in ossigeno e in ore di vita "non vissuta" il conto non tarda ad arrivare.
Hack per studiare senza distruggersi
La vera capacità, invece, non è finire tutto in una volta: è sapersi gestire. I trucchi sono semplici, quasi banali, ma fanno la differenza:
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pausa vera ogni ora (no, non “5 minuti su Instagram e poi ricomincio");
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acqua sempre a portata di mano;
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luce e postura giusta;
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spezzare i compiti in micro-obiettivi invece che affrontare uno sprint finale da 14 ore.
Il punto è che se genitori e prof continuano con il “finiscilo oggi e basta”, il burnout è dietro l’angolo.