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Sesso sicuro: oltre che il preservativo, usate la testa

Troppe volte nel nostro Paese si è parlato di sessualità utilizzando stereotipi, cercando di leggere il tutto attraverso una chiave moralistica, puntando il dito verso le persone e giudicandole per delle scelte che sono, per loro stessa natura, libere e personali.

Abbiamo bisogno di parlare di sesso nella nostra vita e renderlo un aspetto fuori da tabù, pregiudizi e paure, specialmente tra noi giovani. La sessualità tra gli adolescenti deve essere raccontata, è una realtà variegata e complessa, ma allo stesso tempo delicata.

Educazione sessuale e adolescenti: il monologo di Luciana Littizzetto

Eppure è estremamente semplice fare delle interviste a ragazzi di una qualsiasi scuola italiana (come hanno fatto diversi esponenti del mondo dell'informazione) e utilizzarle come “specchio” del Paese, riportando il dibattito sul piano morale e sull'assenza di “valori” (fedeltà, esaltazione della vita di coppia, totale rifiuto della piena libertà sessuale degli individui solo per citarne alcuni) maltrattati dai giovani.

Non bisogna mai perdere di vista la dimensione personale di ogni ragazzo o ragazza, che affronta la propria sessualità in maniera diversa e non dobbiamo fare l’errore di vedere attraverso i nostri occhi ciò che un’altra persona vede con i suoi, perché probabilmente vedremo qualcosa di diverso, che potrà piacerci o meno, ma che comunque non cambierà ciò che l’altra persona vede e pensa.

Ognuno ha un proprio punto di vista e una propria storia da raccontare, ma come facciamo a preparaci sin dall’inizio a una sessualità sana e responsabile? Oggi, secondo dati SIGO del 2012, oltre la metà dei ragazzi italiani ignora le regole basilari della sessualità consapevole: il 51% ritiene la doppia protezione (pillola e preservativo) inutile, o addirittura di ostacolo al rapporto. E ancora, il 71% si crede al riparo dalle malattie sessualmente trasmissibili (MST) perché si fida del partner, il 28% adotta meno precauzioni dopo la “prima volta”, il 54% si affida alla contraccezione di emergenza (che nel 2011 ha registrato un +4% con 357.800 unità vendute, oltre la metà nelle under 20) e il 59% al coito interrotto.

Spesso ci fermiamo a discutere sulla questione morale; c’è chi ritiene sia una conseguenza naturale di un rapporto d’amore solido e stabile, altri, preferiscono tenere slegati innamoramento e sesso. Chi ha ragione? Tutti e nessuno. Dobbiamo far nascere la consapevolezza che ognuno, nell’ambito della propria sfera personale, come quella sessuale, è libero di fare le proprie scelte, di avere dei tempi e modi con cui relazionarsi con un’altra persona, di avere un proprio orientamento sessuale, di non sentirsi colpevolizzato per le scelte che fa.

Il dibattito morale è superfluo e dannoso, perché non fa altro che alimentare i tabù che chiudono la visione della società, perdendo di vista gli aspetti fondamentali, come le paure e le insicurezze dei giovani, o la mancanza di informazione sui metodi giusti per prevenire MST e gravidanze indesiderate, che i dati sopra citati.

Parla Saralee, sul Forum di doctissimo.it “Ne avevamo parlato tante volte di farlo ma ero lo stesso agitatissima perché per lui non era la prima volta ed avevo paura di non essere capace.”
sbeba94 su alfemminile.com “Lui mi piace tantissimo e lo conosco da 3 anni siamo molto amici e nell'aria c'è sempre molta intesa [...] se succedesse [fare sesso con il ragazzo] ho paura di passare per la troia e gli altri ragazzi credano che la dia al primo che passa perché la stessa cosa è successa all'altra mia amica
Oppure mathman su sanihelp.it “Le mie dimensioni sono assolutamente nella norma, ma la paura che vengano percepite come inadeguate rimane in agguato in un angolo della mia mente.”
E ancora Davide89 su comodo.it “La mia ragazza è stata molto comprensiva ed ha cercato di sdrammatizzare ma la cattiva figura per me è stata atroce. Ero forse stanco perchè la mattina avevo fatto una intensa attività fisica? O psicologicamente il pensiero di avere un rapporto completo con lei mi ha spaventato? Non so cosa pensare.

Per rispondere a questi ragazzi, dobbiamo necessariamente partire dalle famiglie e dalla scuola, luoghi protetti della crescita e formazione di ogni individuo. Attraverso il dialogo, i genitori devono parlare con naturalezza della sessualità ai propri figli, accompagnandoli nel loro cammino e preparandoli al meglio delle loro possibilità. La scuola, dal canto suo, deve provvedere a inserire nei propri percorsi formativi delle lezioni teoriche e pratiche di educazione sessuale, non solo volte all’informazione sui contraccettivi e i metodi per evitare le gravidanze indesiderate e le MST, ma anche per educare gli studenti all’affettività, facendo nascere una profonda cultura del rispetto delle scelte di ognuno di noi su questa delicata sfera della nostra intimità.

Nonostante le richieste a gran voce di associazioni, docenti, specialisti in materia e studenti, ancora non è stato possibile inserire all’interno dell’orario scolastico lezioni specifiche su questi temi, nonostante 2 ragazzi/e su 3 vorrebbero seguirle. Come sempre, ci troviamo indietro rispetto al resto dei Paesi Europei, come Germania, Svezia, Finlandia, Olanda, che hanno adottato dei veri e propri programmi ministeriali che includono lezioni teoriche e pratiche sull’uso dei contraccettivi e su un corretto e sano modo di vivere la sessualità, chi dal 1956, chi dal 1970.

Dobbiamo promuovere iniziative come quelle del Liceo Virgilio di Milano o del Keplero di Roma, che hanno deciso di fare dell’educazione sessuale un aspetto importante della propria offerta formativa, e – grazie anche al sostegno di associazioni come la LILA (Lega Italiana per la Lotta all’Aids) e delle rispettive amministrazioni provinciali – di installare dei distributori di preservativi automatici nei loro locali. Abbiamo bisogno di mettere al centro la scuola come luogo di formazione delle nuove generazioni, in modo da poter dare a tutti gli strumenti necessari per fare delle scelte personali libere, responsabili e consapevoli, che non siano oggetto del giudizio altrui, mai.

Andrea Russo, rappresentante del Liceo Newton e della Rete degli Studenti Medi di Roma