
Vivere da soli, per uno studente, è una scelta di indipendenza. Ma è anche e soprattutto una prova di sostenibilità economica.
Tra affitto, bollette, spesa ed esborsi quotidiani, il conto mensile può crescere in fretta e mettere in difficoltà anche chi parte con un budget ben pianificato.
Per i fuorisede, in particolare, il problema non è solo quanto si spende, ma dove e per cosa. I costi cambiano molto, infatti, da città a città, ma alcune voci pesano ovunque allo stesso modo.
Capire quanto costa davvero vivere da soli significa fare i conti con numeri concreti, distinguere tra spese fisse e variabili e avere un’idea realistica del minimo indispensabile per arrivare a fine mese senza ritrovarsi con il portafoglio vuoto.
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Affitto: la spesa che pesa di più
L’affitto è, senza discussioni, la voce più pesante del budget mensile. Secondo un’indagine Skuola.net su circa 500 studenti fuorisede, nel 2025 il costo medio dell’affitto si attesta a 446,50 euro al mese, in aumento rispetto all’anno precedente.
La soluzione più diffusa resta la stanza singola in un appartamento condiviso, scelta da circa 6 studenti su 10.
Il dato medio, però, nasconde forti differenze: circa il 40% riesce a restare tra 200 e 400 euro, un 25% sale tra 400 e 600 euro, mentre 1 studente su 6 supera i 600 euro.
Restare sotto i 200 euro è ormai rarissimo, soprattutto nelle grandi città universitarie, dove Milano, Bologna e Roma superano facilmente la media nazionale.
Bollette e utenze: costi spesso sottovalutati
Alle spese per la casa vanno aggiunte le utenze, che raramente sono incluse nell’affitto. In un appartamento condiviso, la quota individuale per luce, gas, acqua e internet oscilla in genere tra 60 e 100 euro al mese, a seconda dei consumi e della stagione.
L’inverno è il periodo più critico, soprattutto per il riscaldamento. Ma anche l’estate può rivelarsi complicata, con i condizionatori che portano in alto le spese.
Insomma, anche dividendo i costi con i coinquilini, le bollette restano una voce da considerare con attenzione, perché incidono in modo stabile sul budget mensile.
Spesa alimentare: risparmiare si può, ma fino a un certo punto
La spesa per il cibo è una delle poche voci su cui è possibile intervenire davvero. Uno studente che cucina spesso a casa e limita pasti fuori può spendere tra 150 e 220 euro al mese.
Chi mangia più frequentemente fuori o ordina cibo a domicilio può superare facilmente questa soglia.
Qui lo stile di vita fa la differenza, ma c’è una base minima sotto la quale è difficile scendere senza rinunciare alla qualità.
Trasporti, telefono e spese quotidiane
I trasporti variano molto in base alla città e alla distanza dall’università. Con un abbonamento studenti si va in media dai 25 ai 40 euro al mese. A questi si aggiungono il telefono (10–15 euro) e una serie di spese quotidiane difficili da eliminare: prodotti per la casa, igiene personale, piccoli acquisti imprevisti.
Anche tenendosi bassi, è realistico mettere in conto almeno 40–60 euro mensili.
Quanto serve davvero al mese: il conto finale
Tirando le somme e puntando su una stima prudente, il costo minimo per vivere da soli da studenti fuorisede si colloca in un range abbastanza preciso.
Nelle città più accessibili, condividendo casa e mantenendo uno stile di vita essenziale, si parte da circa 700–750 euro al mese. Nelle grandi città universitarie o con affitti più alti, la spesa sale facilmente a 900–1.100 euro, anche senza particolari extra.
Il dato chiave è uno: l’affitto fa la differenza più di tutto il resto. Su bollette e spesa si può limare, sulla casa molto meno. Ed è da lì che passa, nel bene e nel male, l’equilibrio economico di chi decide di vivere da solo durante l’università.