
All’università solo con tablet e portatile? Se avete intenzione di laurearvi in tempo passando tutti i vostri esami senza troppo sforzo è il caso che abbandoniate la rotta tecnologica e torniate al vecchio, caro quaderno. Una ricerca americana, infatti, rivela che prendere appunti al pc fa perdere la concentrazione e rallenta, una volta a casa, il ritmo di studio. E non solo: stando ai risultati ottenuti, sembrerebbe che gli studenti abituati ad utilizzare il pc, internet e la tecnologia, una volta inseriti nel mondo del lavoro abbiano maggiori difficoltà a giudicare l’effettiva qualità delle informazioni ricevute e a trovare risorse utili anche offline.
FOCALIZZARE L’OBIETTIVO – Tre gli esperimenti degli studiosi americani su due campioni di studenti: un gruppo dotato di pc e un altro delle più tradizionali carta e penna. Il primo risultato saltato subito agli occhi? Il numero di parole riportate sul pc dopo una lezione all’università era il doppio di quelle sul quaderno. Più difficile, dunque, focalizzarsi solo sugli argomenti più importanti di una spiegazione quando si è capaci di battere su una tastiera alla velocità della luce.

MULTITASKING SEMPRE POSITIVO? – Nel mondo del lavoro e nella vita essere multitasking, quindi avere la capacità di portare a termine più azioni contemporaneamente, è quasi sempre giudicata una caratteristica positiva. Ma mentre si sta seguendo una lezione universitaria prendere appunti e sfruttare allo stesso tempo la connessione internet dell’ateneo per controllare la mail o chattare con gli amici non è certo utile a mantenere una buona concentrazione. Gli studenti amanuensi dell’esperimento, infatti, hanno riportato migliori risultati nei test in merito a quanto seguito durante la lezione.
RIELABORARE – Chi prende appunti al pc riporta passo passo le parole del docente. Fatto che, in realtà, non è sempre positivo ai fini dell’apprendimento. Usare la penna, infatti, costringe ad una rapida rielaborazione personale delle informazioni ricevute, sicuramente molto più utile ai fini della comprensione e, perché no, della memorizzazione dei concetti, piuttosto che trovarsi a ripetere come un pappagallo.
Francesca Fortini