
Ogni ottobre la scena letteraria mondiale si ferma per attendere un nome: quello che l’Accademia di Svezia pronuncerà assegnando il Premio Nobel per la Letteratura.
L’edizione 2025 sarà annunciata domani, giovedì 9 ottobre alle 13, ma la febbre da Nobel è già scoppiata da giorni: nei forum, nelle redazioni e persino nei siti di scommesse britannici.
L’anno scorso la vittoria della sudcoreana Han Kang aveva spiazzato tutti. Cosa accadrà quest'anno? I bookmakers guardano con insistenza verso l’Australia, la Cina e l’America Latina. Tra outsider, leggende letterarie e autori che vivono lontano dai riflettori, la corsa al premio promette un esito tutt’altro che scontato.
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La data dell’annuncio
Da settimane, l’attenzione è già altissima: ogni dichiarazione, ogni movimento dei membri dell’Accademia viene letto come un segnale. La stampa svedese, per esempio, ha notato la presenza di diversi accademici alla Fiera del Libro di Göteborg, dove si è parlato diffusamente dello scrittore svizzero Christian Kracht, figura controversa e cosmopolita della narrativa tedesca.
I favoriti secondo i bookmaker
Secondo il sito britannico Nicer Odds, in testa ai pronostici ci sarebbe però Gerald Murnane, l’86enne autore australiano che il New York Times Magazine aveva definito “il più grande scrittore di lingua inglese di cui quasi nessuno ha mai sentito parlare”. Schivo, solitario e quasi refrattario ai viaggi, Murnane è venerato da molti colleghi per la sua prosa limpida e metafisica. In Italia è pubblicato da Safarà e La nave di Teseo, che nel 2024 ha portato in libreria la raccolta Corpi idrici.
Al secondo posto nelle quote, l’ungherese László Krasznahorkai (6/1), autore visionario di Satantango e Melancolia della resistenza, due romanzi che hanno ispirato i film di Béla Tarr. È uno scrittore che da anni oscilla tra mito e profezia, e che molti vedono come un possibile "papabile".
Le outsider e le grandi firme
Il nome più discusso al femminile, invece, è quello della cinese Can Xue, pseudonimo di Deng Xiaohua, autrice sperimentale e spesso paragonata a Kafka e Woolf per la potenza onirica delle sue narrazioni. Ma la sua vittoria infrangerebbe la consuetudine non scritta che, dal 2017, alterna uomini e donne tra i premiati.
Più in linea con un'ipotetica rottura dell’alternanza sarebbe la messicana Cristina Rivera Garza, vincitrice del Pulitzer 2024 per L’invincibile estate di Liliana, un memoir sul femminicidio della sorella. La sua scrittura, ibrida e tagliente, mescola memoria, denuncia e poesia, ed è pubblicata in Italia da Edizioni SUR.
Restano poi gli habitué del pronostico: Haruki Murakami, eterno candidato giapponese tradotto in cinquanta lingue; Thomas Pynchon, l’enigma vivente della narrativa americana; Michel Houellebecq, volto della disillusione francese; Margaret Atwood, che continua a comparire nei radar di ogni edizione.
Gli altri nomi caldi (e qualche suggestione pop)
Tra gli outsider segnalati dai bookmakers spuntano anche Amitav Ghosh, lo scrittore indiano che intreccia letteratura e crisi climatica nei romanzi Il paese delle maree e L’isola dei fucili, e il rumeno Mircea Cărtărescu, autore della trilogia Abbacinante, monumento del postmodernismo massimalista europeo.
E poi ci sono i nomi “da sogno”: Anne Carson, Enrique Vila-Matas, Jamaica Kincaid, e persino Stephen King, la cui presenza tra i papabili è più un tributo popolare che un pronostico realistico.
Ma con il Nobel, si sa, tutto è possibile: nel 2016 premiarono Bob Dylan, e da allora ogni previsione è diventata un atto di fede tanto quanto di critica letteraria.