
TUTTI NE PARLANO - A testimoniare quanto il ciclone Moccia abbia coinvolto il pubblico adolescenziale stimolando vivaci discussioni e acuti scambi di vedute sono, infatti, i numerosi thread aperti sul nostro Forum e i coloriti commenti lasciati alle news che Skuola.net vi ha proposto. Ecco allora alcune “pillole” del “What about Moccia’s world?” (ovviamente, per motivi di decoro e buon gusto, abbiamo dovuto omettere non pochi interventi!).
LE OPERE - Ma prima di questa breve dissertazione su positivi elogi e irriverenti dissensi che ruotano attorno all'autore romano, ecco un breve sunto - per quei pochi che ancora fossero a digiuno sull’argomento – del fenomeno-Moccia. La vera e propria nascita di questo successo inizia con la pubblicazione, a spese dello stesso autore, del suo libro “Tre metri sopra il cielo” che va subito a ruba e, fatto alquanto insolito, non trovandolo più nelle librerie i ragazzi iniziano a fotocopiarlo per poterlo leggere. A questo romanzo farà poi seguito “Ho voglia di te”, “Scusa, ma ti chiamo amore”, “Cercasi Niki disperatamente” e i più recenti “Amore 14” e “Scusa ma ti voglio sposare”. A ciò poi va aggiunta la produzione degli omonimi film di cui Moccia ha curato la sceneggiatura e, in alcuni casi, anche la regia. Tutto questo accompagnato da un indiscusso e diffuso successo.

17ENNI ATIPICHE - Ad esempio IPPLALA afferma “In quanto 17enne Niki non mi rispecchia neanche un po’... noi 17enni non siamo così […], in che mondo vive Moccia scusa?!” e Aghi90 ribadisce “non tutte le 17enni sono così... innanzitutto vorrei vedere chi va conciata a scuola così! Solo io uso jeans, scarpe da ginnastica e maglioncioni che tengono caldo?”. Mentre un visitatore, commentando il film Ho voglia di te confessa “è bellissimo... mi fa tornare in mente un ragazzo per me importante! Che amo ancora”. E ancora, Playlull541 parla di “storie infantili”, mentre Mima “Non per sminuire, sia chiaro, però è sempre la solita solfa. Bellissima, ovvio, ma forse un po’ monotona non trovate? I suoi libri sono belli, ma le uniche differenze che troviamo sono i personaggi e il filo conduttore della storia...”.
SOS, LA LETTERATURA IN PERICOLO - C’è addirittura chi, come Dart Fener, bonariamente scherza sulle possibili conseguenze che le scienze umanistiche potrebbero subire, tanto da chiedere l’opinione della community: “Voi che ne pensate? Saremo costretti a vedere Moccia apparire nelle prossime antologie d’Italiano, o c’è ancora una speranza di salvare la letteratura?” e MiLeY-4e prontamente risponde “Io penso che Federico Moccia sia un grande scrittore... Non grande nel suo senso letterale... Non penso che vada a finire nei libri di antologia! Comunque i suoi libri non sono male... Non da critiche pesanti di sicuro!”, ricordandoci così, che c’è modo e modo di esprimere liberamente i propri giudizi.

TABU' E ROMANTICISMO - Altri invece si soffermano sulla leggerezza con cui il tema del sesso viene trattato ritenendo che anche attraverso i suoi libri (ma non solo quelli, ovviamente) i giovani possano percepire messaggi sbagliati su questo delicato argomento. In molti ritengono che, sulla scia di Niki & co, molte giovanissime ragazze considerino normale, o addirittura un dovere, avere un primo rapporto già a 14 anni. Bella94 parla di “brutto esempio per le ragazze che lo leggono”, mentre qualcuno al contrario ammette “sono una ragazza romanticissima e amo tutti i film romantici... Moccia è il re dell’amore”.
ANCORA NON HAI LASCIATO UN COMMENTO? - E da dire e commentare ce ne sarebbero tante altre ancora, ma per il momento vi invitiamo semplicemente a dire la vostra all’interno della discussione che ritenete più interessante. Sul Forum potete spaziare dagli impertinenti commenti sull’autore alle personalissime recensioni su "Amore 14", potete confrontare le vostre opinioni sul film "Scusa ma ti chiamo amore" o potete anche proporre voi una nuova discussione aprendo un nuovo thread.
Ma secondo voi, perché Moccia piace così tanto? E quale altro scrittore da voi letto meriterebbe una simile popolarità? Scrivetecelo lasciando il vostro commento.
Cristina Montini