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censure politically correctCensura o politically correct? Per molti il confine è sottile, in una questione che è sempre più attuale al giorno d'oggi. L'opinione – piuttosto diffusa – vede la censura, intesa come controllo e limitazione della libertà d'espressione, alla stregua del politically correct.

Questa pratica infatti in alcune circostanze somiglia più ad una misura fine a se stessa. Come nel caso della letteratura, che di recente ha assistito ad un massiccio restyling di alcune delle opere più famose di sempre. Robert Dahl, Agatha Christie, Ian Fleming: mettiamo insieme tutti gli autori di libri che sono stati sottoposti a riscritture nell'ultimo periodo.

La riscrittura dei libri di Dahl

Il primo, in ordine di tempo, ad essere investito dalla "censura" è Robert Dahl, scrittore irlandese e autore di molti romanzi best-seller tra i ragazzi. Circa un mese fa, la casa editrice 'Puffin Books' ha annunciato la modifica dei libri dello scrittore. Come ha spiegato il 'Guardian', la riscrittura delle opere di Dahl comporterà ampi cambiamenti tra cui la cancellazione di diverse parole definite "non inclusive" come "grasso", "piccolo", "nano". Un esempio? Augustus Gloop in 'Charlie e La fabbrica di cioccolato' verrà descritto come "enorme", la Miss Trunchbull di Matilde da "femmina formidabile" diventerà "donna formidabile" e poi i piccoli Umpa-Lumpa, gli operai della della Fabbrica di cioccolato, non saranno più "piccoli uomini" ma "piccole persone".

Anche 007 nel mirino

Nel 2023 in pochi sfuggono all'occhio attento delle revisioni. Così dopo Robert Dahl, adesso sono le opere di Ian Fleming a finire nel mirino del politicamente corretto. Anche qui, le opere del papà della saga di 007 subiranno delle modifiche per eliminare o modificare i passaggi considerati razzisti e poco inclusivi. In questa nuova edizione dei romanzi di James Bond – oltre alla n-word – sono stati rimossi alcuni riferimenti all'etnia dei personaggi, come nel caso di un barman in “Operazione tuono”, di un medico e di un criminale in “Dr. No” e di quella degli ex autisti in “Missione Goldfinger”.

Il 'Telegraph' segnala inoltre la presenza di un disclaimer per spiegare che ai tempi della stesura dei romanzi erano diffuse determinate espressioni che oggi invece sono considerate offensive e razziste. Già in passato le opere di Ian Fleming sono state modificate. E' successo con 'Vivi e lascia vivere', dove è stato rimosso il riferimento all'abuso di alcool nella descrizione dei commercianti di oro e diamanti di origine africana. 

Il Politically Correct si abbatte su Agatha Christie

Anche la regina dei romanzi polizieschi subisce il politically correct. L'editore 'HarperCollins' è pronto a correggere alcuni passaggi e rimuovere termini considerati offensivi e razzisti. Si tratta di espressioni comunemente usate nei primi decenni del Novecento, condizionate dalla mentalità colonialista dell'epoca, e quindi poco rispettosi delle altre etnie. Addio, quindi, alla “n-word” e a parole come “ebreo”, “zingaro”, “orientale” e “dal temperamento indiano”. Al posto di “nativi” comparirà “locali”; in 'Miss Marple ai Caraibi', l'impiegato dell'hotel non sarà più descritto con i “denti così belli e bianchi”. In 'Poirot sul Nilo', invece, cancellati i commenti riferiti ai bambini dagli “occhi e nasi disgustosi” e il servo non sarà più descritto come un uomo di colore.
Data pubblicazione 8 Aprile 2023, Ore 16:10 Data aggiornamento 8 Aprile 2023, Ore 16:15
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