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Labubu
Fonte: No News Magazine

Sono pelosi, colorati e un po’ inquietanti. Ma i Labubu sono ovunque: sugli scaffali, nei TikTok, nelle camerette degli adolescenti e… sulle borse, anche degli adulti. Nati come giocattoli per bambini, oggi sono diventati oggetti del desiderio per un’intera generazione.

Ma cosa si nasconde davvero dietro questi pupazzi dall’aspetto bizzarro? Come riporta il magazine online 'Unilad', secondo la psicologa clinica Tracy King i Labubu non sono solo una moda ma una risposta emotiva alla complessità del presente: “Questi oggetti offrono piccoli, accessibili momenti di comfort, controllo e identità in un mondo imprevedibile”, spiega.

Indice

  1. Dalla carriera all’incertezza: il mondo visto dalla Gen Z
  2. Investire nel presente, non nel futuro
  3. Identità, tenerezza e social media
  4. Non è solo nostalgia: è “inner child work”
  5. Un trend che non è solo una moda

Dalla carriera all’incertezza: il mondo visto dalla Gen Z

Fino a qualche decennio fa, la vita sembrava avere una direzione chiara: studio, lavoro, famiglia, casa. Ma oggi quella linea retta si è trasformata in un labirinto. “Il vecchio concetto della carriera offriva un senso di progressione lineare. Ma per la Gen Z quella scala è stata sostituita da qualcosa di simile a una escape room”, dice King.

Investire nel presente, non nel futuro

Se una volta a 25 anni si pensava al mutuo, oggi si pensa a come sopravvivere alla settimana. “La Gen Z sta investendo nell’adesso”, spiega ancora la psicologa. Crescere in mezzo a crisi globali, pandemie, emergenze climatiche e precarietà economica ha reso molti obiettivi “grandi” semplicemente fuori portata

Così, si cerca rifugio in “piccole gioie, morbidi conforti e acquisti che riflettano l’identità personale”.

I Labubu e altri oggetti simili diventano strumenti di benessere. Non compri solo un pupazzo: compri un pezzo di te, qualcosa che ti rappresenta e ti fa sentire a casa, anche se il mondo fuori è un disastro.

Identità, tenerezza e social media

Un altro punto fondamentale? L’identità. Secondo King: “La Gen Z è cresciuta in un mondo digitale dove l’identità è curata, non data per scontata”. In una realtà piena di crisi globali, dal Covid al cambiamento climatico, i grandi obiettivi delle generazioni precedenti sembrano sempre più lontani.

In un mondo in cui “l’estetica è una forma di comunicazione”, i Labubu e oggetti simili diventano modi per esprimere emozioni, personalità e senso di appartenenza.

Non è solo nostalgia: è “inner child work”

C’è anche un richiamo emotivo più profondo: quello all’infanzia, al sentirsi al sicuro, accuditi, coccolati. “Questi oggetti morbidi e giocosi - per la psicologa - evocano sensazioni di sicurezza, cura e nostalgia, cose che potrebbero essere mancate o interrotte nell’infanzia”, spiega la psicologa. In pratica, tenere un Labubu sul comodino o nello zaino è un modo per dialogare con il proprio “bambino interiore”.

Un trend che non è solo una moda

E per chi pensa che sia tutto troppo superficiale, arriva la risposta netta di King: “La trinket culture è una risposta al burnout e alla disconnessione. Non è una moda frivola. È una reazione psicologica alle richieste della vita moderna”. E finché il mondo resterà così complicato, la voglia di piccoli oggetti rassicuranti non svanirà.

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