
“Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini e altre donne”. A 33 anni dalla sua morte, la voce di Giovanni Falcone riecheggia nelle piazze, nelle scuole, nella mente di chi – ogni giorno – si batte per la legalità.
Il 23 maggio 1992, sull’autostrada all’altezza di Capaci, la mafia tentò di mettere a tacere una coscienza.
Ma quel boato, che strappò via la vita del magistrato, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta, ebbe proprio l'effetto contrario, scuotendo le coscienze di molti altri.Tra questi c'era anche una giovanissima Giorgia Meloni: nel corso di un'intervista rilasciata a Skuola.net, l'attuale Presidente del Consiglio ha rivelato di essere scesa in politica proprio in seguito all'attentato ai danni dei magistrati anti-Mafia, Falcone e Borsellino.
Le idee non muoiono mai: il ricordo di Giorgia Meloni
Parafrasando un celebre film dei primi anni Duemila, “le idee sono a prova di proiettile”. Più in generale, non muoiono mai. E oggi la spinta data da Giovanni Falcone alla lotta contro la criminalità e il malaffare è ancora forte.
Giorgia Meloni, all'epoca dei fatti poco più che quindicenne, ricorda molto bene quei momenti: “E' stata una cosa che a quel tempo ha smosso tanti ragazzi della mia generazione. La particolarità della strage di Capaci, è che per la prima volta si è assistiti a una partecipazione popolare contro la Mafia: è stato un cambio di passo”.
Da lì la Premier si avvicinò al Fronte della Gioventù, l'ala giovanile dell'allora Movimento Sociale Italiano.