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Europei 2021: quali sono i calciatori dell'Italia laureati?
Fonte Foto: Nazionale Azzurra via FB

Gli europei di calcio sono oramai avviati e ad animarli ci pensano le svariate polemiche che in questi giorni stanno sollevando un vero e proprio polverone nel mondo dello sport.

Il centro del dibattito riguarda il “Taking the Knee” ossia “inginocchiarsi” come un gesto universale contro le discriminazioni razziali. Ma non tutte le squadre e non tutti i giocatori si sono genuflessi in questo gesto di sensibilizzazione determinando l’avvio di una discussione che inevitabilmente lega il calcio al mondo della politica.

Le origini del “Taking the knee”

La tradizione dell’inginocchiarsi, nel mondo dello sport, è nata cinque anni fa negli Stati Uniti. Il quarterback Colin Kaepernick decise, infatti, di genuflettersi prima dell’inizio della partita in segno di protesta contro l’atteggiamento troppo violento della Polizia nei confronti delle persone di colore. Ma la vera e propria diffusione del gesto simbolico, a livello mondiale, avvenne dopo l’assassinio di George Floyd avvenuta per mano di un agente della polizia. Lo scopo era quello di sostenere il movimento Black Lines Matter.
Nel mondo del calcio, invece, il primo a inginocchiarsi fu Marcus Thuram, attaccante del Borussia Monchengladbach. Successivamente molti altri giocatori iniziarono ad emulare questo gesto che arrivò fino alla Premier League. In questi europei di calcio la Nazionale inglese replica il Taking the Knee nonostante i pareri discordanti e i fischi arrivati da parte di alcuni tifosi britannici.

La posizione della nazionale italiana

In Italia nell’ultimo anno abbiamo assistito a un Taking the Knee molto sporadico. Tra l’altro la nostra Nazionale non ha scelto di inginocchiarsi prima dell’inizio di ogni partita. La scelta è risaltata specialmente durante l’ultimo incontro Italia-Galles visto che tale gesto simbolico è stato replicato solamente dalla squadra del Galles e da soli cinque giocatori italiani: Rafael Toloi, Emerson Palmieri, Matteo Pessina, Federico Bernardeschi e Andrea Belotti. Questa scena, per niente unanime, a suscitato molte discussioni perché la nazionale è apparsa divisa e indecisa sul da farsi con Chiesa che accenna appena il movimento. Alla luce di tutto ciò la squadra italiana avrà preso una decisione definitiva in vista della partita di stasera contro l’Austria?

Gli europei di calcio sono oramai avviati e ad animarli ci pensano le svariate polemiche che in questi giorni stanno sollevando un vero e proprio polverone nel mondo dello sport. Il centro del dibattito riguarda il “Taking the Knee” ossia “inginocchiarsi” come un gesto universale contro le discriminazioni razziali. Ma non tutte le squadre e non tutti i giocatori si sono genuflessi in questo gesto di sensibilizzazione determinando l’avvio di una discussione che inevitabilmente lega il calcio al mondo della politica.

Cosa succederà nella partita di stasera?

La Federcalcio italiana e quella Austriaca non hanno chiesto all’organismo internazionale il permesso di inginocchiarsi prima dell’avvio degli ottavi di finale, quindi l’arbitro inglese Taylor darà subito avvio alla competizione . La notizia sta provocando un gran rumore perché domani sera, a Wembley, nessuno dovrebbe emulare questo gesto contro il razzismo. Il vice capitano Bonucci durante la conferenza stampa ha spiegato che gli azzurri non mettono assolutamente in discussione la lotta contro il razzismo ma non sciolgono neanche la riserva alla vigilia di Italia-Austria. Infatti i giocatori decideranno in queste ore tutti insieme, in quanto squadra, il da farsi. Le parole del capitano della Nazionale:

“ Quando torniamo in hotel decidiamo tutti assieme con una riunione cosa fare domani come squadra. Se verrà fatta la richiesta ne parleremo, se ci sarà la voglia e l’idea di fare un gesto contro il razzismo.”
Insomma, il nodo non si è ancora sciolto mentre le polemiche divampano senza tregua. Le posizioni sono due: la politica può invadere il mondo dello sport e utilizzare questo immenso campo mediatico per diffondere un messaggio di sensibilizzazione che ha l’intento di reprimere la violenza? oppure il Taking the Knee è solo un gesto che non conferma il fatto che chi non si inginocchia non condanna le discriminazioni e, soprattutto, non deve “contaminare” il mondo del calcio?
In altre parole, questo valore fondante dell’antirazzismo deve utilizzare o no il grande palcoscenico del calcio?
Il dibattito prosegue insieme alle polemiche e all’incertezza dei giocatori che non solo devono riuscire a fare goal ma devono anche pensare se genuflettersi oppure no prima dell’inizio della competizione.

Stefania Ruggiu