9 min lettura
chi era steve jobs
fonte foto: Facebook

Se oggi è lo smartphone (e non più il cane) a essere il migliore amico dell'uomo, se il mondo dei computer si è rivoluzionato, se è cambiato il modo in cui ascoltiamo la musica, se è cambiato il modo di informarsi e fare comunicazione, gran parte del merito è suo. Il lungo percorso dell’ideatore della “mela morsicata” e diventato una delle icone della nostra epoca: come cambiare il mondo, o per lo meno contribuire al suo cambiamento, dal garage di casa. Oggi che ritornano i 10 anni dal giorno della sua morte a soli 56 anni per un tumore al pancreas.

Chi era Steve Jobs?

Nato a San Francisco il 24 febbraio 1955 da madre svizzera e padre siriano, venne dato in adozione, subito dopo la nascita, alla famiglia Jobs, che l’ha cresciuto con amore e con la promessa di garantirgli un’educazione adeguata. Nonostante le difficoltà di apprendimento, si diploma nel 1972 alla Homestead High School di Cupertino. Per esaudire i desideri dei genitori, si iscrisse al Reed College in Oregon ma abbandonò gli studi dopo appena un anno. L’esperienza universitaria si rivelò fondamentale per un altro motivo: la conoscenza dell’amico, e co-fondatore di Apple, Steve Wozniak.

Perché la mela morsicata?

Lasciato il dormitorio universitario, Jobs viene ospitato da alcuni amici. Per risparmiare, iniziò a raccogliere bottiglie di Coca-Cola vuote per restituirle ai venditori e avere in cambio cinque centesimi di cauzione. In una delle biografie non autorizzate “Nella testa di Steve Jobs, Sperling & Kupfer” si racconta che Jobs provò una dieta di sole mele per risparmiare. Ancora non sapeva che sarebbe stata proprio una mela a fare le sue fortune.

Il Viaggio in India e la fondazione di Apple Computer

Nel 1974 Steve Jobs intraprese un viaggio spiriturale in India, che lo portò a provare alcuni allucinogeni tra cui l’LSD. Questa esperienza venne definita dallo stesso Jobs come una delle cose più importanti che abbia fatto nella vita. Tornato in California rispolverò la passione per l’elettronica e cominciò a lavorare per Atari, una delle prime aziende di videogames. Nel 1976 decise di mettersi in proprio e, insieme all’amico Wozniak, fondò la Apple Computer.

I primi passi di Apple… Nel garage di casa

Date le numerose difficoltà economiche dei due, il capitale iniziale era talmente scarso da costringere Jobs a vendere il suo furgone Volkswagen e Wozniak la sua calcolatrice scientifica (che all’epoca valeva qualche dollaro in più rispetto ad oggi). Ecco perché la prima sede del colosso digitale fu il garage di casa Jobs mentre il primo (ed unico) logo della società fu la famosa mela morsicata, forse ispirata alla già citata “dieta di mele”.

Lo stile può attendere

La prima creazione dell’azienda, Apple I, era un computer abbastanza economico e formato da pochi componenti; aveva alcune caratteristiche innovative per l'epoca: innanzitutto poteva essere collegato a una tv, in più aveva un sistema di memorie (rom) che ne semplificava l'accensione. Estetica, e design accattivante, sarebbero arrivati in futuro: Apple I in pratica era un semplice circuito elettronico con attorno il nulla. Chi lo comprava, infatti, se lo sistemava come gli pareva: molti, per esempio, lo montarono in un mobiletto di legno. Al lancio, furono venduti 200 pezzi.

Il primo computer “completo” e l’idea del mouse

Sulla scia dei primi successi, l’azienda cominciò a crescere e Jobs iniziò a dare un’impronta sempre più personale e originale ai propri prodotti. Nacque così il primo computer “fatto e finito”: Apple II. La storia di Apple è un racconto intriso di varie innovazioni: una delle quali ci fu nel 1979. Jobs visitò un centro ricerche dell'azienda informatica “Xerox”, dove stavano studiando un sistema che avrebbe permesso di comandare i computer attraverso semplici menu a icone. E’ grazie a questa idea (copiata pure dai concorrenti) che Jobs e il suo team riuscirono nell'impresa di trasformare il computer in un elettrodomestico alla portata di tutti, anche dei meno esperti. La svolta avvenne nel 1984 con il lancio del “Macintosh”, il primo computer controllato, oltre che con la tastiera, con un nuovo e curioso apparecchio che fu ribattezzato “mouse”.

Il licenziamento e la fondazione di “NeXT”

Nel frattempo, il rapporto con l’amministratore delegato di Apple cominciò con l’incrinarsi e Jobs nel 1985 fu costretto a fare le valigie. Cacciato dalla società che lui stesso aveva creato, perché ritenuto fuori controllo. A quel punto fondò un’altra società, con l’idea di progettare computer all’avanguardia, la “NeXT” che però non decollò: furono venduti appena 50.000 computer in 8 anni.

Un’anima intuitiva: il successo della “Pixar”

Nel contempo, Jobs aveva rilevato (per 10 milioni di dollari) un’altra società da George Lucas (il creatore di Star Wars) che stentava a decollare nel campo della grafica computerizzata. La società venne ribattezzata “Pixar” ed esplose a metà degli anni ’90 con il lancio di “Toy Story”, il primo film realizzato interamente con sistemi di animazione digitali ed entrato nel cuore di intere generazioni.

Due destini che si incrociano: il ritorno alla Apple

“Certi amori non finiscono” e nel 1995 le strade di Jobs e della Apple si incontrano nuovamente. L’eccentrico visionario convinse i “rivali” di Apple a scegliere un rivoluzionario programma ideato da “NeXT” come base per i nuovi computer, gli iMac. Fu così che la Apple decise di acquistare interamente la “NeXT” e Jobs poté tornare “a casa” da vincitore. Nel 2001 debuttò sul mercato l’iPod, il lettore musicale tascabile che avrebbe cambiato il modo di intendere la musica delle future generazioni. Nel 2007 venne presentato al pubblico l’iPhone: un cellulare dal design minimalista, con capacità musicali e in grado di navigare sul web come un computer di casa. Potremmo definirlo uno dei più importanti “crocevia” della nostra epoca.

Stay Hungry, Stay Foolish

Nel 2004, Jobs scopre di avere un cancro al pancreas contro il quale combatterà fino al 5 ottobre del 2011. Indimenticabile il suo discorso tenuto nel 2005 all’Università di Stanford in cui lasciò un monito alle generazioni future. Quel “Stay hungry, Stay foolish” simbolo della sua eredità spirituale, è forse fonte di ispirazione per molti: non perdete la voglia di imparare, la curiosità, l'ambizione; non smettete mai di essere folli con un'accezione ribelle (ovvero siate in grado di fare scelte azzardate, non convenzionali o che altri giudicano sbagliate o assurde).
Data pubblicazione 5 Ottobre 2021, Ore 8:49
Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta