Mirko C.
di Mirko C.
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Andare in alto per capire quanto si è piccoli

“A volte dobbiamo andare davvero molto in alto per capire quanto siamo piccoli", con questa frase il 43enne Felix Baumgartner commenta l’impresa che ha appena compiuto e che lo porta direttamente sulle pagine dei libri di storia. A bordo di una capsula appositamente progettata ha raggiunto l’altezza di 39mila metri e, subito dopo, si è gettato in caduta libera nel vuoto.

UN UOMO ALLA VELOCITA' DEL SUONO - A quell’altezza la resistenza dell’aria è praticamente nulla, questo ha consentito all’austriaco di raggiungere una velocità superiore a quella del suono. Un risultato al quale lui non ha pensato troppo però. Infatti, nel momento in cui infrangeva la barriera del suono, stava lottando per restare in vita. A quelle velocità e a quelle condizioni fisiche il problema maggiore sono le rotazioni. L’uomo in caduta libera comincia a ruotare su sé stesso in maniera scomposta, e in questo modo rischia di svenire e di rompersi tutte le ossa.

L'IMPORTANTE E' TORNARE VIVO - Dopo un periodo di tensione iniziale Baumgartner è riuscito a stabilizzarsi e, come un missile, è piombato sulla Terra. A 10mila metri di altezza ha aperto il paracadute, ha planato per alcuni minuti e alla fine ha toccato terra con la grazia di un ballerino di danza classica. In quel momento è scoppiata l’esultanza di mezzo mondo, tra cui anche la madre, che ha assistito al lancio in lacrime. In ginocchio Baumgartner, questa la sua esultanza. Anche perché non hai molto da dire dopo essere stato lassù, perché come lui stesso dice: "Quando sei lì in piedi in cima al mondo diventi così umile che non pensi più a battere i record, non pensi a ottenere dati scientifici. L'unica cosa che vuoi è tornare vivo.

I TERRIBILI RETROSCENA - Anni e anni di allenamenti hanno permesso all’austriaco di raggiungere questo successo, ma la sua sopravvivenza dipendeva esclusivamente da una cosa: la tuta. A quell’altezza la temperatura è di circa -60 °C, a quei valori un uomo non solo congela, ma la pelle viene ustionata: l’effetto è identico a quello di un uomo che brucia vivo. Baumgartner sentiva freddo, qualcosa non andava nella sua tuta, probabilmente il sistema di riscaldamento aveva un guasto, oppure la tuta aveva un foro. Nonostante tutto ha deciso di continuare. A questo punto l’impresa è diventata un bagno di tensione.

POTEVA DIVENTARE UN FILM HORROR - La capsula equipaggiata di oltre 30 telecamere inviava a terra immagini con un ritardo di circa 20 secondi: il rischio era quello di trasformare l’impresa in uno spettacolo dell’orrore. A 39 mila metri di altezza la pressione è veramente molto bassa, perché il peso della colonna d’aria che sovrasta la persona è molto minore a quello al quale siamo abituati alle nostre altitudini. Questo provoca un particolare inconveniente: l’acqua e i fluidi corporei, compreso il sangue, entrano in ebollizione quando la loro tensione di vapore diventa uguale alla pressione esterna. Al livello del mare questo avviene a 100°C, a 39 mila metri di altezza invece è sufficiente la temperatura ambiente. Quindi, il rischio era quello di veder Baumgartner morire in diretta, con il sangue che gli ribolliva nelle vene e gli schizzava fuori dalle orbite. Ma alla fine è andato tutto bene e Felix ha potuto riabbracciare la sua famiglia. Intanto, per gli appassionati di gossip, a quanto pare l’austriaco prima di partire ha promesso alla sua fidanzata che questo sarebbe stato il suo ultimo lancio. Chissà se questa promessa sarà rispettata…

Ci sono stati dei momenti della tua vita in cui hai effettuato un metaforico "salto nel vuoto"?

Data pubblicazione 15 Ottobre 2012, Ore 10:00 Data aggiornamento 15 Ottobre 2012, Ore 12:47
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