
Alla fine Mattia Giani non ce l'ha fatta. La scorsa domenica, il calciatore, in forza al Castelfiorentino United, si era accasciato a terra durante una partita di calcio per via di un malore.
Nonostante gli immediati soccorsi, e la corsa in ospedale, il 26enne si è spento nella mattinata di ieri lunedì 15 aprile. Il mondo dello sport è oggi in lutto, mentre aumentano gli interrogativi intorno alle sessioni di allenamento e alle condizioni fisiche degli sportivi.
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La tragedia in campo
Come segnala il quotidiano fiorentino 'La Nazione'', la tragedia è avvenuta durante il primo tempo del match tra Lanciotto Campi – Castelfiorentino, gara valida per l'eccellenza toscana. Al minuto quattordici, Mattia è caduto a terra ed è stato subito soccorso, per poi essere trasportato d'urgenza all'ospedale 'Careggi' di Firenze. Per tutta la notte ha lottato tra la vita e la morte, poi i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Nelle ore seguenti la tragica scomparsa, la famiglia denuncia la catena dei soccorsi. Il papà di Mattia ha spiegato a 'Il Corriere Fiorentino' che "il medico su quel campo non c’era e la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti". Il genitore ha poi aggiunto: "A un certo punto ho visto un defibrillatore che era in dotazione al campo sportivo, ma non c’era nessuno che sapeva utilizzarlo. Solo con la seconda ambulanza è arrivato il medico e solo allora è stato acceso il defibrillatore. Siamo distrutti ma ora vogliamo la verità: presenteremo una querela perché vogliamo capire come è morto nostro figlio”.
Chi era Mattia Giani
Una carriera spesa tra Empoli, Grosseto e Savona. Mattia Giani era originario di Pisa e abitava a Ponte a Egola. Suo fratello è un calciatore che milita in Lega Pro con il Legnago. Giani era molto legato all'ambiente empolese: lì infatti aveva iniziato la sua carriera agonistica. Oggi il mondo dello sport è in lutto: “Ciao Matti. Oggi ogni pensiero va a te, il nostro fratellino del nostro amato zio Elia. Caro zio Eli siamo distrutti e non ci sono parole, ma ci stringeremo e nelle difficoltà ti aiuteremo a rialzarti noi e le tue nipotine. Mattia, che la terra ti sia lieve”. Così Gianluca Mancini, calciatore della Roma, sui social: Giani era il fratello di suo cognato.
Il cordoglio dell'Empoli
Immediato il cordoglio dell'Empoli Calcio, primo club che fece indossare gli scarpini a Mattia: “Il presidente Fabrizio Corsi, la vicepresidente e amministratore delegato Rebecca Corsi, il direttore sportivo Pietro Accardi, i dirigenti e tutto l'Empoli Football Club esprimono il proprio cordoglio per la prematura e improvvisa scomparsa di Mattia Giani, cresciuto nel nostro settore giovanile e vice campione d'Italia Under 17 nel 2015”, si legge in una nota riportata da 'La Nazione'.
L'interrogazione parlamentare
Una morte che purtroppo si aggiunge alle molte tragedie cui abbiamo assistito nel corso degli ultimi 13 anni. Prima Piermario Morosini, poi Davide Astori: vite spezzate durante una partita di calcio. Per questo motivo qualcuno è ora intenzionato a fare chiarezza: “In Italia siamo all'avanguardia dal punto di vista dei controlli e i club, soprattutto quelli di Serie A, hanno investito molto nella salute dei calciatori – dice la senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini, vice presidente della commissione Sanità del Senato e responsabile sport di Italia Viva – Tuttavia, i casi di malori in campo, in particolare nei campionati minori, si moltiplicano: l'ultimo è quello di Mattia Giani, il giovane calciatore del Castelfiorentino, che questa mattina non ce l'ha fatta dopo essersi sentito male ieri. Cordoglio e solidarietà alla famiglia e alla società, ma è lecito chiedersi se siano solo casi. Presenterò una interrogazione al ministro Abodi”.
La senatrice aggiunge: “Sempre ieri, si è accasciato in campo Ndicka della Roma che, per fortuna, sta migliorando. Ma ricordiamo tutti in passato Astori e Morosini. Fino a quale limite sono portati i giocatori negli allenamenti? Come avvengono realmente le visite mediche? Esiste un percorso di assistenza socio-sanitaria-sportiva? Questioni che porrò al ministro Abodi. Non si può morire così" conclude Sbrollini.