
Un ragazzo di 17 anni è finito al centro di un’indagine condotta dalla Digos per aver promosso, tramite i social, un progetto ispirato apertamente al fascismo.
L’adolescente aveva creato un gruppo su Telegram con l’intento di “riorganizzare le camicie nere” e preparare una nuova “marcia su Roma”, evocando esplicitamente il modello del regime mussoliniano.
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Il nome “Dvx” e il partito immaginario
Nelle conversazioni sui social, il giovane si presentava con lo pseudonimo “Dvx” e, come riportato da 'Today.it', annunciava la fondazione di un partito chiamato “Partito nazional Volkssista nuova Italia unita”, che lui stesso definiva un “neo fascismo modernizzato”.
Il piano prevedeva l’eliminazione dell’intera classe politica attuale e la creazione di una nuova nazione, in cui, secondo i suoi messaggi, non ci sarebbe stato spazio per “stranieri, ebrei e omosessuali”.
Messaggi di odio e istigazione alla violenza
Il contenuto delle chat, secondo gli inquirenti, era di particolare gravità.
Il 17enne incitava all’odio razziale, diffondeva messaggi violenti e proponeva azioni punitive contro specifici gruppi sociali.Tra i suoi obiettivi, anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per la quale avrebbe scritto di voler organizzare un attentato. I messaggi includevano inoltre appelli al reclutamento per formare una sorta di milizia “contro stupratori, molestatori e borseggiatori”.
La decisione del tribunale per i minorenni
Il caso è finito all’attenzione del tribunale per i minorenni di Milano, che ha disposto nei confronti del ragazzo il divieto di utilizzare Internet per due mesi.
La corte lo ha indicato come “promotore di un sodalizio finalizzato alla propaganda e all’istigazione a delinquere per motivi di odio razziale, anche mediante l’apologia della Shoah”.
Perquisizioni e indagini in corso
Le autorità hanno anche effettuato perquisizioni nei confronti di altri due giovani, che avrebbero preso parte alle attività promosse dal 17enne. Le indagini proseguono per accertare l’eventuale coinvolgimento di altre persone e per valutare se siano stati commessi ulteriori reati di natura ideologica o associativa.