eddie guerrero
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Concetti Chiave

  • Giuseppe Tartini fu un influente esponente della Scuola violinistica veneziana, noto per il suo approccio personale al violino.
  • Nonostante un inizio destinato alla carriera ecclesiastica, si dedicò al violino, sviluppando una tecnica distintiva e una carriera musicale di successo.
  • Fondò una rinomata scuola di violino a Padova nel 1728, attirando studenti da tutta Europa e consolidando la sua fama.
  • Tartini pubblicò numerosi concerti e sonate, ispirati al modello di Corelli, ma con un trattamento del violino orientato all'espressione emotiva e naturale.
  • La sua produzione musicale, comprendente oltre 130 concerti e 170 sonate, enfatizza la melodia e l'espressione degli affetti attraverso una tecnica virtuosistica.

Indice

  1. Giuseppe Tartini e la sua formazione
  2. La fuga e il ritorno a Padova
  3. L'incontro con Antonio Veracini
  4. La scuola di violino a Padova
  5. L'opera musicale di Tartini

Giuseppe Tartini e la sua formazione

Viene considerato uno dei maggiori esponenti della Scuola violinistica veneziana. Destinato dai genitori alla carriera ecclesiastica, Giuseppe Tartini (8 aprile 1692, Pirano d’Istria - 26 febbraio 1770, Padova) riceve in un collegio religioso i primi elementi di educazione musicale. Nel 1708 è a Padova per studiare diritto presso l’Università locale, ma si dedica soprattutto all’arte della scherma.

La fuga e il ritorno a Padova

Nel 1710, morto il padre, abbandona definitivamente il mai accettato cammino ecclesiastico e si sposa. Inseguito dalla madre e dal vescovo, è costretto a rifugiarsi in un convento di Assisi, dove rimane tre anni e dove si dedica appassionatamente, in solitudine, allo studio del violino (e, forse, della composizione). Alla morte del frate che lo ha ospitato, Tartini deve pensare a guadagnarsi da vivere: nel 1714 trova impiego come violinista nell’orchestra dell’Opera di Ancona. Nel frattempo a Padova gli animi si sono calmati e Tartini può farvi ritorno e ricongiungersi alla moglie.

L'incontro con Antonio Veracini

Nel 1716, a Venezia, conosce Antonio Veracini e rimane talmente impressionato dalla sua tecnica violinistica che decide di riprendere gli studi per perfezionarsi. Negli anni successivi suona in diverse orchestre, fra le Marche e il Veneto, conquistandosi fama di eccellente violinista, finché nel 1721 è assunto come “primo violino e capo di concerto” alla Basilica di S. Antonio a Padova.

La scuola di violino a Padova

Nel 1723 si reca a Praga, dove resta per tre anni, circondato dalla stima e dall’ammirazione degli ambienti musicali e aristocratici della città. Nel 1726 rientra a Padova e, nel 1728, fonda una scuola di violino la cui fama attira studenti da tutt’Europa. Nonostante i ripetuti inviti che riceve da molti paesi, Tartini non si muove più dalla città.

L'opera musicale di Tartini

Nello stesso anno appare la prima raccolta di 12 Concerti per violino, op.1, e nel 1734 pubblica la prima raccolta di Sonate.

Concerti e sonate si rifanno al modello di Arcangelo Corelli, all’epoca ammirato in tutta Europa, ma il trattamento del violino è fin dall’inizio del tutto personale e si basa sui due principi che Tartini stesso espone nel Trattato di Musica secondo la vera scienza dell’armonia (pubblicato nel 1754): l’imitazione della natura e l’espressione degli “affetti”. E siccome lo strumento più naturale (e più adatto ad esprimere gli “affetti” è la voce umana, così la scrittura strumentale deve mirare a riprodurre, per quanto possibile, la cantabilità della voce. Di qui la netta prevalenza, nelle sue opere, della melodia su ogni altro aspetto e la subordinazione a questo fine di tutti gli elementi virtuosistici (di cui pure la sua scrittura è ricchissima). Ma il virtuosismo non è mai fine a se stesso, non serve per mostrare l’abilità dell’esecutore, bensì per sottolineare l’ “affetto”, che rimane lo scopo della musica.

A questi principi si rifà tutta la sua vastissima produzione: oltre 130 concerti e non meno di 170 sonate, fra cui spiccano le due famosissime, intitolate Il trillo del diavolo e Didone abbandonata, nelle quali l’audacia veramente diabolica della tecnica si sposa con un’espressività, un pathos quasi romantici.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Giuseppe Tartini e quale fu il suo contributo alla musica?
  2. Giuseppe Tartini era un importante esponente della Scuola violinistica veneziana, noto per la sua tecnica violinistica e per aver fondato una scuola di violino a Padova che attirò studenti da tutta Europa. La sua produzione include oltre 130 concerti e 170 sonate, caratterizzate da una melodia prevalente e un virtuosismo al servizio dell'espressione degli "affetti".

  3. Quali furono i principi fondamentali della musica di Tartini?
  4. Tartini basava la sua musica sull'imitazione della natura e l'espressione degli "affetti", cercando di riprodurre la cantabilità della voce umana. La melodia prevaleva su ogni altro aspetto, e il virtuosismo serviva a sottolineare l'espressione emotiva.

  5. Come si sviluppò la carriera di Tartini dopo il suo ritorno a Padova nel 1726?
  6. Dopo il suo ritorno a Padova nel 1726, Tartini fondò una scuola di violino che divenne famosa in tutta Europa. Nonostante i numerosi inviti da altri paesi, rimase a Padova, continuando a comporre e pubblicare opere, tra cui la sua prima raccolta di Concerti per violino e Sonate.

  7. Quali sono alcune delle opere più famose di Tartini e cosa le caratterizza?
  8. Tra le opere più famose di Tartini ci sono "Il trillo del diavolo" e "Didone abbandonata", note per la loro tecnica audace e l'espressività quasi romantica. Queste opere esemplificano la fusione di virtuosismo e pathos, tipica della sua produzione musicale.

Domande e risposte