Concetti Chiave
- I canti di lavoro tra '800 e '900 avevano diverse funzioni, tra cui coordinamento, alleggerimento, sollievo psicologico, politico e commerciale.
- La musica durante il lavoro aiutava a sincronizzare i movimenti, alleviare la fatica e creare un senso di comunità tra i lavoratori.
- I canti delle mondine, come "Amore mio non piangere", alleviavano le fatiche delle donne che lavoravano nelle risaie della pianura padana.
- Tra il 1875 e il 1920, oltre 5 milioni di italiani emigrarono in America, portando con sé canti che riflettevano il dolore del distacco e l'incertezza del futuro.
- "Mamma mia dammi cento lire" è un esempio di canto adattato al tema dell'emigrazione, narrando le vicende di una giovane emigrante.
L'inizio del XX secolo è segnato dalle lotte per il lavoro che, spesse volte, soprattutto nei campi, è accompagnato dai canti dei contadini.
Le testimonianze della presenza della musica nelle situazioni di lavoro sono innumerevoli.
Perchè la musica? Per quali ragioni si cantava e si suonava nei posti di lavoro?
Le funzioni della musica nel lavoro sono diverse:
1) funzione di coordinamento: il ritmo musicale aiuta a compiere tutti insieme, a tempo, i movimenti per rendere più efficacce lo sforzo collettivo;
2) funzione di alleggerimento: la regolarità ritmica aiuta a rendere più rilassanti ed automatici i movimenti: ciò procurà un grande risparmio di energia;
3) funzione di sollievo psicologico: cantare e sentire musica distrae dalla fatica;
4) funzione politica: nel canto i lavoratori si sentono gruppo ed arrivano a fare, delle proprie canzoni, vere e proprie "bandiere sonore" nella lotta per rivendicare i propri diritti;
5) funzione commerciale: rispondono a questa funzione i richiami cantati dai venditori ambulanti e dagli artigiani.
I canti di lavoro costituiscono un genere quasi completamente abbandonato: servivano a coordinare e facilitare le operazioni ripetitive e faticose che oggi vengono svolte dalle macchine.
I Canti delle mondine
Fino a pochi anni fa le risaie della pianura padana erano diserbate a mano dalle mondine che passavano le giornate curve sotto il sole, con i piedi e le mani nell'acqua. I disagi e le speranze di queste donne oggi sono testimoniati da un vasto repertorio di canti di lavoro, con cui esse cercavano di alleviare la fatica. Un esempio è costituito dal canto Amore mio non piangere.
I Canti degli emigranti
Negli anni tra il 1875 e il 1920 oltre 5 milioni di regnicoli, come venivano chiamati gli abitanti del Regno d'Italia emigrarono in America.
La prima fase migratoria che giunse grossomodo alla fine del 1800 è stata caratterizzata da un forte flusso migratorio dalle regioni dell' Italia Settentrionale verso gli Stati Uniti, il Brasile e l'Argentina.
Una testimonianza della tristezza con la quale gli emigranti vivevano il distacco dalla terra natia e il senso d' incertezza per il loro futuro è Mamma mia dammi cento lire.
Questa famosissima ballata è un esempio di adattamento al tema dell'emigrazione di un canto più antico. Nell'originale si cantava di una ragazza che per amore aveva lasciato la casa contro la volontà materna: qui invece si narrano le peripezie di una giovane emigrante che abbandonata la casa muore nel naufragio del bastimento.
Domande da interrogazione
- Quali erano le funzioni principali della musica nei luoghi di lavoro tra '800 e '900?
- Perché i canti di lavoro sono quasi completamente abbandonati oggi?
- Quali erano le esperienze delle mondine nelle risaie della pianura padana?
- Come veniva vissuta l'emigrazione dagli italiani tra il 1875 e il 1920?
La musica nei luoghi di lavoro aveva diverse funzioni: coordinamento, alleggerimento, sollievo psicologico, politica e commerciale.
I canti di lavoro sono quasi abbandonati perché le operazioni ripetitive e faticose che accompagnavano sono ora svolte dalle macchine.
Le mondine lavoravano curve sotto il sole, con i piedi e le mani nell'acqua, e usavano i canti per alleviare la fatica e testimoniare i loro disagi e speranze.
L'emigrazione era vissuta con tristezza e incertezza, come testimoniato dalla ballata "Mamma mia dammi cento lire", che narra le peripezie di una giovane emigrante.