Ithaca
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Concetti Chiave

  • Ulisse esorta gli Achei a non abbandonare la guerra contro Troia, ricordando il giuramento fatto prima della partenza.
  • Calcante aveva profetizzato che la guerra sarebbe durata nove anni e che Troia sarebbe caduta nel decimo anno.
  • Un prodigio divino, un serpente che divora passeri, viene interpretato da Calcante come simbolo della durata della guerra.
  • Ulisse sottolinea la vergogna di tornare a casa senza aver raggiunto la gloria promessa, esortando a resistere ancora un po'.
  • Gli Achei reagiscono con un alto grido di approvazione al discorso di Ulisse, mostrando sostegno e determinazione.

Indice

  1. Il lamento degli Achei
  2. Il prodigio del serpente
  3. La profezia di Calcante
  4. L'appello di Ulisse

Il lamento degli Achei

Allora il saggio diè principio: Atride,

Questi Achivi di te vonno far oggi

Il più infamato de’ mortali. Han posto

Le promesse in obblío fatte al partirsi

D’Argo alla volta d’Ilïon, giurando

Di non tornarsi che Ilïon caduto.

Guardali: a guisa di fanciulli, a guisa

Di vedovelle sospirar li senti,

E a vicenda plorar per lo desío

Di riveder le patrie mura. E in vero

Tal qui si pate traversía, che scusa

Il desiderio de’ paterni tetti.

Se a navigante da vernal procella

Impedito e sbattuto in mar che freme,

Pur di un mese è crudel la lontananza

Dalla consorte, che pensar di noi

Che già vedemmo del nono anno il giro

Su questo lido? Compatir m’è forza

Dunque agli Achivi, se a mal cor qui stanno.

Ma dopo tanta dimoranza è turpe

Vôti di gloria ritornar. Deh voi,

Deh ancor per poco tollerate, amici,

Tanto indugiate almen, che si conosca

Se vero o falso profetò Calcante.

Il prodigio del serpente

In cuor riposte ne teniam noi tutti

Le divine parole, e voi ne foste

Testimoni, voi sì quanti la Parca

Non aveste crudel. Il discorso di Odisseo, parafrasiParmi ancor ieri

Quando le navi achee di lutto a Troia

Apportatrici in Aulide raccolte,

Noi ci stavamo in cerchio ad una fonte

Sagrificando sui devoti altari

Vittime elette ai Sempiterni, all’ombra

D’un platano al cui piè nascea di pure

Linfe il zampillo. Un gran prodigio apparve

Subitamente. Un drago di sanguigne

Macchie spruzzato le cerulee terga,

Orribile a vedersi, e dallo stesso

Re d’Olimpo spedito, ecco repente

Sbucar dall’imo altare, e tortuoso

Al platano avvinghiarsi. Avean lor nido

In cima a quello i nati tenerelli

Di passera feconda, latitanti

Sotto le foglie: otto eran elli, e nona

La madre. Colassù l’angue salito

Gl’implumi divorò, miseramente

Pigolanti. Plorava i dolci figli

La madre intanto, e svolazzava intorno

Pietosamente; finchè ratto il serpe

Vibrandosi afferrò la meschinella

All’estremo dell’ala, e lei che l’aure

Empiea di stridi, nella strozza ascose.

Divorata co’ figli anco la madre,

Del vorator fe’ il Dio che lo mandava

Nuovo prodigio; e lo converse in sasso.

La profezia di Calcante

Stupidi e muti ne lasciò del fatto

La meraviglia, e a noi, che dell’orrendo

Portento fra gli altari intervenuto

Incerti ci stavamo e paventosi,

Calcante profetò: Chiomati Achivi,

Perché muti così? Giove ne manda

Nel veduto prodigio un tardo segno

Di tardo evento, ma d’eterno onore.

Nove augelli ingoiò l’angue divino,

Nov’anni a Troia ingoierà la guerra,

E la città nel decimo cadrà.

Così disse il profeta, ed ecco omai

Tutto adempirsi il vaticinio. Or dunque

Perseverate, generosi Achei,

Restatevi di Troia al giorno estremo.

Levossi a questo dire un alto grido,

A cui le navi con orribil eco

Rispondean, grido lodator del saggio

Parlamento d’Ulisse.

L'appello di Ulisse

E ad essi allora il saggio disse:

il più disonorato fra i mortali e non mantengono

la promessa che ti fecero quando

giunsero da Argo, nutrice di cavalli,

di ritornare, annientate le forti mura d’Ilio.

Come bambini o come vedove,

si lamentano tra loro per tornare a casa.

Ah! Questa è certo la pena da fuggire ormai stanchi.

Se un uomo, con la nave ben messa, è lontano

un solo mese dalla sua sposa, si agita per le tempeste

invernali che lo fermano e per il mare agitato;

e per noi ormai termina il nono anno da quando

siamo qui; perciò non posso criticare gli Achei

se si alterano sulle navi vuote; però

è vergognoso star via così a lungo e tornare a casa con niente.

Resistete, amici, fermatevi ancora un po’, che apprendiamo

se Calcante predice il vero oppure no.

Questo il nostro cuore conosce, e tutti ne siete

al corrente, voi che le Chere di morte non portarono via:

Era il giorno dopo o quello successivo che le navi dei Danai si

riunirono in Aulide, auspicando così il male a Priamo e ai Troiani.

E noi riuniti intorno ad una fonte, vicino ai sacri altari,

offrivamo agli dei sacrifici, sotto una pianta di platano,

da cui scorreva dell’acqua limpida.

Qui apparve un segno divino: un serpente, d’un rosso intenso sul dorso,

spaventoso, che gli dei portarono alla luce,

si scaglio sul platano, uscendo da sotto l’altare.

Sul ramo più alto vi era un nido di passeri, dolci creature,

nascosti sotto le foglie, erano otto,

nove con la madre che diede vita alle creature;

il serpente divorò i cuccioli, cinguettanti paurosi,

e la madre volava intorno, piangendo i suoi piccoli;

quello s’avvolge su se stesso, scatta e l’agguanta per l’ala che penzola.

Ma quando ebbe divorato i piccoli e la loro madre,

il dio che gli diede vita lo sconfisse,

trasformato in pietra da Zeus.

Noi, immobili, osservavamo l’accaduto:

si fermarono i sacrifici per i prodigi spaventosi degli dei.

Ma subito Calcante spiegò tale prodigio:

“ Perché siete muti, Achei dai lunghi capelli?

A noi il sapiente Zeus ha mostrato tale miracolo,

lento nel manifestarsi, ma la cui fama non morirà.

Come il serpente ha ingoiato i passeri e la loro madre,

otto, e nona la madre che diede vita ai cuccioli,

così, appunto, tanti anni noi dovremo combattere,

ma nel decimo anno conquisteremo la grande città!”

Così egli parlava: tutto ora si realizza.

Dunque restate tutti, Achei dalle buone gambiere,

finché prenderemo la grande città di Priamo>>.

Così disse, gli Achei gridarono, applaudendo

il discorso di grande Ulisse, e le navi intorno

si ritirarono spaventate dal grido degli Achei.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il motivo del lamento degli Achei?
  2. Gli Achei si lamentano perché, dopo nove anni di guerra, desiderano tornare a casa, sentendosi come bambini o vedove, e sono stanchi della lunga lontananza dalle loro famiglie.

  3. Qual è il prodigio del serpente descritto nel testo?
  4. Il prodigio del serpente è un evento in cui un serpente, inviato da Zeus, divora otto piccoli passeri e la loro madre, per poi essere trasformato in pietra, simboleggiando un segno divino.

  5. Cosa profetizza Calcante riguardo alla guerra di Troia?
  6. Calcante profetizza che, come il serpente ha ingoiato nove uccelli, la guerra durerà nove anni e nel decimo anno Troia sarà conquistata.

  7. Qual è l'appello di Ulisse agli Achei?
  8. Ulisse esorta gli Achei a resistere e a rimanere fino alla caduta di Troia, incoraggiandoli a verificare la veridicità della profezia di Calcante.

  9. Come reagiscono gli Achei al discorso di Ulisse?
  10. Gli Achei reagiscono con un alto grido di approvazione al discorso di Ulisse, applaudendo la sua saggezza e determinazione.

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