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ESAME DI STATO 2004

PRIMA PROVA

COMPITO DI ITALIANO

Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

E. Montale, Casa sul Mare

Il viaggio finisce qui: 20 Vorrei dirti che no, che ti s'appressa

nelle cure meschine che dividono l'ora che passerai di là dal tempo;

l'anima che non sa più dare un grido. forse solo chi vuole s'infinita,

Ora i minuti sono uguali e fissi e questo tu potrai, chissà, non io.

come i giri di ruota della -----. Penso che per i più non sia salvezza,

5 25

Un giro: un salir d'acqua che rimbomba. ma taluno sovverta ogni disegno,

Un altro, altr'acqua, a tratti un cigolio. passi il varco, qual volle si ritrovi.

Vorrei prima di cedere segnarti

Il viaggio finisce a questa spiaggia codesta via di fuga

che tentano gli assidui e lenti flussi. labile come nei sommossi campi

10 Nulla disvela se non pigri fumi 30 del mare spuma o ruga.

la marina che tramano di conche Ti dono anche l'avara mia speranza.

i soffi leni: ed è raro che appaia A' nuovi giorni, stanco, non so crescerla:

nella bonaccia muta l'offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.

tra l'isole dell'aria migrabonde

15 la Corsica dorsuta o la Capraia. Il cammino finisce a queste prode

35 che rode la marea col moto alterno.

Tu chiedi se così tutto vanisce Il tuo cuore vicino che non m'ode

in questa poca nebbia di memorie; salpa già forse per l'eterno.

se nell'ora che torpe o nel sospiro

del frangente si compie ogni destino.

Eugenio Montale (Genova, 1896 - Milano, 1981) è il maggiore esponente della poesia italiana del

pieno Novecento. Le sue varie raccolte sono apparse tra il 1925 (Ossi di seppia) e il '77. Nel 1975

ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. Nella sua poesia è molto presente il paesaggio della

costa ligure. Già nelle prime liriche Montale esprime il suo forte pessimismo e al contempo la sua

tensione all'assoluto, l'ansia di una salvezza, che di solito è affidata all'opera di una donna, con la

quale il poeta dialoga intensamente. L'impianto delle sue liriche è spesso narrativo ed evoca luoghi,

persone, eventi e oggetti della vita quotidiana, perfino congegni meccanici, che si caricano di

significati metaforici e simbolici.

1. Comprensione del testo

Dopo una o più letture dell'intero testo, esponi (in non più di quindici righe) il contenuto

informativo della lirica: con quale scena questa si apre, quali scene o situazioni si susseguono strofa

per strofa, quale tema è svolto nel dialogo tra il poeta e la persona (una donna) che gli sta accanto.

2. Analisi del testo

Molte parole indicano il viaggio (o il movimento) e il tempo (o l'immobilità, la fine):

2.1.

• sono come due fili che s'intrecciano per esprimere il tema di fondo della lirica. Cerca (e

sottolinea in modo diverso) le parole dell'uno e quelle dell'altro filo e commenta il contrasto

che ne deriva.

Qual è l'elemento dominante del paesaggio? Raccogli e commenta brevemente i

2.2.

• vocaboli che si riferiscono a questo elemento. C'è anche un secondo elemento che lo

accompagna? Questo secondo elemento ha anche un significato metaforico?

Che effetto produce, in questo scenario così ampio, l'immagine della ----- idraulica con

2.3.

• il suo monotono ritmo? E il riferimento così preciso dato dal titolo?

Nella terza e nella quarta strofa si svolge un fitto dialogo con l'altra persona: sottolinea

2.4.

• tutti gli elementi linguistici (pronomi, aggettivi possessivi, forme verbali) che indicano il

"tu" e l' "io" e interpreta il significato di questo confronto tra due destini.

Spiegazioni puntuali del testo. Che cosa sono le conche del v. 11 e le isole dell'aria

2.5.

• migrabonde del v. 14. Che cosa significano le espressioni: l'ora che torpe del v. 18; prima di

cedere del v.27; solo chi vuole s'infinita del v. 22; …l'avara mia speranza. A' nuovi giorni,

stanco, non so crescerla dei vv. 31-32.

I versi sono quasi tutti di una stessa misura: quale? Ce ne sono di sdruccioli? Riconosci

2.6.

• degli enjambement? Segnala le vere e proprie rime e le assonanze o consonanze.

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Esponi il significato complessivo della lirica montaliana, rifacendoti ad altri testi dell'Autore, se ti

sono noti, alle caratteristiche della situazione generale, sociale e politica, dell'Italia dell'epoca, alle

tendenze che si manifestavano allora nella letteratura italiana e, se possibile, in quella europea.

TIPOLOGIA B - Redazione di un "SAGGIO BREVE" o di un "ARTICOLO DI

GIORNALE"

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale", utilizzando i

documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del "saggio breve", interpreta e confronta i

documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con

opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.

Da' al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale

(rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento

culturale, altro).

Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente

uno specifico titolo.

Se scegli la forma dell' "articolo di giornale", individua nei documenti e nei dati forniti uno o più

elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo 'pezzo'. Da' all'articolo un titolo

appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista

divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze

immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).

Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio

protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: L'amicizia, tema di riflessione e motivo di ispirazione poetica nella

letteratura e nell'arte DOCUMENTI

Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io

Tutti sanno che la vita non è vita senza fossimo presi per incantamento

amicizia, se, almeno in parte, si vuole vivere e messi in un vasel, ch'ad ogni vento

da uomini liberi. […] Allora è vero quanto per mare andasse al voler nostro e mio;

ripeteva, se non erro, Architta di Taranto […] sì che fortuna od altro tempo rio

non ci potesse dare impedimento,

"Se un uomo salisse in cielo e contemplasse anzi, vivendo sempre in un talento,

la natura dell'universo e la bellezza degli di stare insieme crescesse 'l disio.

astri, la meraviglia di tale visione non E monna Vanna e monna Lagia poi

gli darebbe la gioia più intensa, come dovrebbe,

ma quasi un dispiacere, perché non avrebbe con quella ch'è sul numer de le trenta

nessuno a cui comunicarla". Così la natura con noi ponesse il buono incantatore:

non ama affatto l'isolamento e cerca sempre e quivi ragionar sempre d'amore,

di appoggiarsi, per così dire, a un sostegno, e ciascuna di lor fosse contenta,

che è tanto più dolce quanto più è caro l'amico. sì come i' credo che saremmo noi.

DANTE ALIGHIERI,

CICERONE, Le Rime

De amicitia

"Renzo …!" disse quello, esclamando insieme e interrogando. "Proprio," disse Renzo; e si corsero

incontro. "Sei proprio tu!" disse l'amico, quando furon vicini: "oh che gusto ho di vederti! Chi

l'avrebbe pensato?" […] E, dopo un'assenza di forse due anni, si trovarono a un tratto molto più

amici di quello che avesser mai saputo d'essere nel tempo che si vedevano quasi ogni giorno; perché

all'uno e all'altro […] eran toccate di quelle cose che fanno conoscere che balsamo sia all'animo la

benevolenza; tanto quella che si sente, quanto quella che si trova negli altri. […] Raccontò anche lui

all'amico le sue vicende, e n'ebbe in contraccambio cento storie, del passaggio dell'esercito, della

peste, d'untori, di prodigi. "Son cose brutte," disse l'amico, accompagnando Renzo in una camera

che il contagio aveva resa disabitata; "cose che non si sarebbe mai creduto di vedere; cose da

levarvi l'allegria per tutta la vita; ma però, a parlarne tra amici, è un sollievo".

A. MANZONI, cap. XXXIII, 1827

I Promessi Sposi,

"Per un raffinamento di malignità sembrava aver preso a proteggere un povero ragazzetto, venuto a

lavorare da poco tempo nella cava, il quale per una caduta da un ponte s'era lussato il femore, e non

poteva far più il manovale. […] Intanto Ranocchio non guariva, e seguitava a sputar sangue, e ad

aver la febbre tutti i giorni. Allora Malpelo prese dei soldi della paga della settimana, per

comperargli del vino e della minestra calda, e gli diede i suoi calzoni quasi nuovi, che lo coprivano

meglio. Ma Ranocchio tossiva sempre, e alcune volte sembrava soffocasse; la sera poi non c'era

modo di vincere il ribrezzo della febbre, né con sacchi, né coprendolo di paglia, né mettendolo

dinanzi alla fiammata. Malpelo se ne stava zitto ed immobile, chino su di lui, colle mani sui

ginocchi, fissandolo con quei suoi occhiacci spalancati, quasi volesse fargli il ritratto."

G. VERGA, - "Vita dei campi", 1880

Rosso Malpelo

"Cerco degli amici. Che cosa vuol dire ‹addomesticare›?

E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‹creare dei legami›"… "Creare dei legami?" "Certo",

disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E

non ho bisogno di te. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi…Ma se tu mi

addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da

tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come

una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il

grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei

capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è

dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano".

A. de SAINT EXUPERY, 1943

Il piccolo principe,

"A me piace parlare con Nuto; adesso siamo uomini e ci conosciamo; ma prima, ai tempi della

Mora, del lavoro in cascina, lui che ha tre anni più di me sapeva già fischiare e suonare la chitarra,

era cercato e ascoltato, ragionava coi grandi, con noi ragazzi, strizzava l'occhio alle donne. Già

allora gli andavo dietro e alle volte scappavo dai beni per correre con lui nella riva o dentro il

Belbo, a caccia di nidi. Lui mi diceva come fare per essere rispettato alla Mora; poi la sera veniva in

cortile a vegliare con noi della cascina". C. PAVESE, 1950

La luna e i falò,

"Non ricordo esattamente quando decisi che Konradin avrebbe dovuto diventare mio amico, ma non

ebbi dubbi sul fatto che, prima o poi, lo sarebbe diventato. Fino al giorno del suo arrivo io non

avevo avuto amici. Nella mia classe non c'era nessuno che potesse rispondere all'idea romantica che

avevo dell'amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio

bisogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato volentieri la vita. […] Ho

esitato un po' prima di scrivere che "avrei dato volentieri la vita per un amico", ma anche ora, a

trent'anni di distanza, sono convinto che non si trattasse di un'esagerazione e che non solo sarei stato

pronto a morire per un amico, ma l'avrei fatto quasi con gioia."

F. UHLMAN, 1971

L'amico ritrovato,

Mio vecchio amico di giorni e pensieri Ma d'illusioni non ne abbiamo avute

da quanto tempo che ci conosciamo, o forse si, ma nemmeno ricordo,

venticinque anni son tanti e diciamo tutte parole che si son perdute

un po' retorici che sembra ieri. con la realtà incontrata ogni giorno.

................................

Invece io so che è diverso e tu sai Quei giorni spesi a parlare di niente

quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato: sdraiati al sole inseguendo la vita,

io appena giovane sono invecchiato come l'avessimo sempre capita,

tu forse giovane non sei stato mai. come qualcosa capito per sempre.

.............................

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