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ESAMI DI STATO 2000

CONCLUSIVI DEI CORSI DI STUDIO DI ISTRUZIONE SECONDARIA

SUPERIORE

PROVA DI ITALIANO

(Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali)

TIPOLOGIA A ANALISI DEL TESTO

Umberto SABA, La ritirata in Piazza Aldrovandi a Bologna

1 Piazza Aldrovandi e la sera d'ottobre

2 hanno sposate le bellezze loro;

3 ed è felice l'occhio che le scopre.

4 L'allegra ragazzaglia urge e schiamazza

5 che i bersaglieri colle trombe d'oro

6 formano il cerchio in mezzo della piazza.

7 Io li guardo: Dai monti alla pianura

8 pingue, ed a quella ove nell'aria è il male,

9 convengono a una sola vita dura,

10 a un solo malcontento, a un solo tu;

11 or quivi a un cenno del lor caporale

12 gonfian le gote in fior di gioventù.

13 La canzonetta per l'innamorata,

14 un'altra che le coppie in danza scaglia,

15 e poi, correndo già, la ritirata.

16 E tu sei tutta in questa piazza, o Italia.

Umberto Saba, nato a Trieste nel 1883 e morto a Gorizia nel 1957, cominciò a scrivere versi agli

inizi del secolo XX e continuò per cinquant'anni all'incirca. Questa poesia è compresa nella raccolta

La serena disperazione (1913-1915) confluita poi, insieme a tutte le altre raccolte di versi del poeta

triestino, nel Canzoniere.

Note preliminari alla comprensione del testo: la bolognese piazza Aldrovandi aveva accanto una

caserma. In occasione di esercitazioni e di feste si esibiva nella piazza la banda dei bersaglieri.

1. Comprensione complessiva

Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe.

2. Analisi e interpretazione del testo

Illustra la struttura metrica e il ritmo del componimento.

2.1. Spiega le seguenti scelte lessicali: il verbo "sposare" (v. 2), l'intonazione data al sostantivo

2.2.

"ragazzaglia" (v. 4) e al suo urgere e schiamazzare; il significato del "che" (v. 5) e delle espressioni

"pianura / pingue" e "quella ove nell'aria è il male" (vv. 7-8).

Chiarisci il significato dell'aggettivo "solo", iterato tre volte in due soli versi (vv. 9-10), e la

2.3.

situazione di contrasto che esso denota con la varia provenienza di questi giovani bersaglieri.

Analizza i modi linguistici con i quali l'autore indica i motivi compresi nel repertorio della

2.4.

banda (vv. 13-15).

Spiega la funzione riassuntiva del verso finale e l'atteggiamento del poeta che osserva l'allegra e

2.5.

festosa scena.

Esponi le tue osservazioni sul testo in un commento personale di sufficiente ampiezza.

2.6.

3. Approfondimenti

La lirica proposta alla tua interpretazione risale agli inizi della prima guerra mondiale.

Contestualizzala, scegliendo uno o più dei seguenti ambiti di riferimento:

a) altre liriche dello stesso autore

b) testi poetici di autori a lui contemporanei o contemporanee correnti artistico-letterarie

c) la situazione socio-economica e politica dell'Italia nell'età giolittiana

TIPOLOGIA B Redazione di un

"SAGGIO BREVE" o di un

"ARTICOLO DI GIORNALE"

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

CONSEGNE

Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale", utilizzando i

documenti e i dati che lo corredano.

Se scegli la forma del "saggio breve", interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su

questa base la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di

studio.

Da' al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica,

fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).

Se scegli la forma dell'"articolo di giornale", individua nei documenti e nei dati forniti uno o più

elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo 'pezzo'.

Da' all'articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la

pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare

l'argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi

di rilievo).

Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio

protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: Il male di vivere nella poesia e nell'arte del Novecento.

DOCUMENTI

Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l'incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio

che schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

E. MONTALE, Ossi di Seppia, 1925

Anche questa notte passerà

Questa solitudine in giro

titubante ombra dei fili tranviari

sull'umido asfalto

Guardo le teste dei brumisti

nel mezzo sonno

tentennare

G. UNGARETTI, L'allegria, 1942

Ho parlato a una capra.

Era sola sul prato, era legata.

Sazia d'erba, bagnata

dalla pioggia, belava.

Quell'uguale belato era fraterno

al mio dolore. Ed io risposi, prima

per celia, poi perché il dolore è eterno,

ha una voce e non varia.

Questa voce sentiva

gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita

sentivo querelarsi ogni altro male,

ogni altra vita.

U. SABA, La capra, in "Casa e Campagna", 1909 - 1910

Gelida messaggera della notte,

sei ritornata limpida ai balconi

delle case distrutte, a illuminare

le tombe ignote, i derelitti resti

della terra fumante. Qui riposa

il nostro sogno. E solitaria volgi

verso il nord, dove ogni cosa corre

senza luce alla morte, e tu resisti.

S. QUASIMODO, Elegia, 1947

Edvard MUNCH, L'urlo, 1893

"Sento il grido della natura!" (Munch).

"La deformazione della figura è giunta a un limite sconosciuto per quell'epoca. L'uomo in primo

piano, con la bocca gridante e le mani strette sulle orecchie per non ascoltare il proprio

incontenibile urlo, che è anche urlo della natura, è ridotto ad una misera parvenza ondeggiante in un

paesaggio di delirio."

M. DE MICHELI, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli 1999

2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO

ARGOMENTO: L'Italia da terra di emigranti a terra di immigrati: cause e conseguenze socio

- economiche.

DOCUMENTI

"Tra i fenomeni particolari che presenta l'Italia del Mezzogiorno nessuno è forse più significativo

della sua emigrazione. Da oltre un trentennio, prima in misura limitata, poi in proporzioni sempre

più vaste ed in maniera persistente, è incominciata e si è diffusa ed affermata una corrente

migratoria, un vero esodo verso i più lontani paesi. A spingere verso l'ignoto avevano concorso,

insieme, la scarsa produttività del suolo rincrudita da sistemi arretrati di coltura, dall'ignoranza e

dalle ricorrenti crisi agrarie; i sistemi tributari, gravi pel peso ed esosi per le forme di percezione; gli

intollerabili sistemi amministrativi, ancora più viziati nella pratica di ambienti ancora compenetrati

di usi ed abusi feudali. L'emigrazione meridionale, per le proporzioni, per gli elementi di cui si

compone, per la funzione che va ad esercitare specialmente in alcuni paesi di destinazione, si

presenta in aspetto diverso dall'emigrazione dei paesi più progrediti. Costituita in prevalenza di

agricoltori, essa ha tutt'al più la sua analogia nell'emigrazione di paesi aventi regioni arretrate, come

ne ha l'Austria e l'Ungheria o addirittura poco progrediti come la Russia ed i paesi balcanici. Il

danaro faticosamente risparmiato dagli emigranti, certo una risorsa, ma in compenso quanti altri lati

sfavorevoli!"

E. CICCOTTI, L'emigrazione, in "La Voce", n° 11, 1911

"Non Roma o Napoli, ma New York sarebbe la vera capitale dei contadini di Lucania, se mai questi

uomini senza Stato potessero avere una. E lo è, nel solo modo possibile per loro, in un modo

mitologico. Per la sua doppia natura, come luogo di lavoro essa è indifferente: ci si vive come si

vivrebbe altrove, come bestie legate a un carro, e non importa in che strade lo si debba tirare; come

paradiso, Gerusalemme celeste, oh! allora, quella non si può toccare, si può soltanto contemplarla,

di là dal mare, senza mescolarvisi. I contadini vanno in America, e rimangono quello che sono:

molti vi si fermano, e i loro figli diventano americani: ma gli altri, quelli che ritornano, dopo

vent'anni, sono identici a quando erano partiti. In tre mesi le poche parole d'inglese sono

dimenticate, le poche superficiali abitudini abbandonate, il contadino è quello di prima, come una

pietra su cui sia passata per molto tempo l'acqua di un fiume in piena, e che il primo sole in pochi

minuti riasciuga. In America, essi vivono a parte, fra di loro: non partecipano alla vita americana,

continuano per anni a mangiare pan solo, come a Gagliano, e risparmiano i pochi dollari: sono

vicini al paradiso, ma non pensano neppure ad entrarci. Poi, tornano un giorno in Italia, col

proposito di restarci poco, di riposarsi e salutare i compari e i parenti: ma ecco, qualcuno offre loro

una piccola terra da comperare, e trovano una ragazza che conoscevano bambina e la sposano, e

così passano i sei mesi dopo i quali scade il loro permesso di ritorno laggiù, e devono rimanere in

patria. La terra comperata è carissima, hanno dovuto pagarla con tutti i risparmi di tanti anni di

lavoro americano, e non è che argilla e sassi, e bisogna pagare le tasse, e il raccolto non vale le

spese, e nascono i figli, e la moglie è malata, e in pochissimo tempo è tornata la miseria, la stessa

eterna miseria di quando, tanti anni prima, erano partiti."

C. LEVI, Cristo si è fermato ad Eboli, Einaudi, Torino 1945

"Il fenomeno dell'immigrazione è cominciato ad affacciarsi timidamente nella realtà italiana negli

anni '60 e '70, ma solo nella prima metà degli anni '80 ha assunto una dimensione sociale

pienamente visibile e socialmente rilevante.

Le cause specifiche che hanno portato all'esplosione del fenomeno immigrazione possono essere

così individuate. L'Italia negli anni '80 aveva raggiunto una situazione di piena occupazione nelle

aree economicamente sviluppate, essenzialmente il Nord nel paese. La disoccupazione persistente

era un fenomeno prevalentemente giovanile e intellettuale localizzato nelle aree meridionali. Ciò ha

comportato un tendenziale rifiuto dei lavori più dequalificati e più faticosi (lavoro domestico,

agricoltura, pesca, fonderie, commercio ambulante, terziario dequalificato). Sostanzialmente

connesso con tale fenomeno è il blocco della crescita demografica. Accanto alle ragioni strutturali,

va ricordata la tendenziale apertura delle frontiere per ragioni turistiche che ha sostanzialmente

favorito l'ingresso e successivamente la permanenza illegale nel Paese degli immigrati."

M. NAPOLI, Questioni di diritto del lavoro, Giappichelli, Torino, 1996

3. AMBITO STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: Giovanni Giolitti: metodi di governo e programmi politici.

DOCUMENTI

"La via della reazione sarebbe fatale alle nostre istituzioni, appunto perché le porrebbe al servizio

degli interessi di una esigua minoranza, e spingerebbe contro di esse le forze più vive e irresistibili

della società moderna, cioè l'interesse delle classi più numerose e il sentimento degli uomini più

colti.

Esclusa la convenienza, anzi la possibilità, di un programma reazionario, resta come unica via, per

scongiurare i pericoli della situazione attuale, il programma liberale, che si propone di togliere, per

quanto è possibile, le cause del malcontento, con un profondo e radicale mutamento di indirizzo

tanto nei metodi di governo, quanto nella legislazione.

I metodi di governo hanno capitale importanza, perché a poco giovano le ottime leggi se sono male

applicate.

[...] Nel campo politico poi vi è un punto essenziale, e di vera attualità, nel quale i metodi di

governo hanno urgente bisogno di essere mutati. Da noi si confonde la forza del governo con la

violenza, e si considera governo forte quello che al primo stormire di fronda proclama lo stato

d'assedio, sospende la giustizia ordinaria, istituisce tribunali militari e calpesta tutte le franchigie

costituzionali. Questa invece non è la forza, ma è debolezza della peggiore specie, debolezza giunta

a tal punto da far perdere la visione esatta delle cose."

G. GIOLITTI, Discorso agli elettori del collegio di Dronero, Busca, 20 ottobre 1899 (in

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