
Tra le tracce proposte quest'anno per la prima prova maturità 2016, per l'analisi del testo la scelta del Miur è ricaduta su un brano tratto dall'opera"Sulla letteratura", di Umberto Eco. Come ogni anno noi di Skuola.net abbiamo svolto tutte le tracce proposte dal Miur: i nostri tutor hanno lavorato tutta la mattina per risolvere l'analisi del testo del brano di Umberto Eco contenuto in "Sulla Letteratura" in modo che gli studenti, una volta terminata la prova, potranno immediatamente consultarla.
Abbiamo deciso di pubblicare la soluzione solo dopo il tempo minimo di consegna dei compiti d'esame. Consultare le prove d'esame durante lo svolgimento stesso, infatti, può comportare l'esclusione dalla prova, perciò consigliamo a tutti i maturandi di non guardare questa pagina mentre sono a scuola.ANALISI DEL TESTO - LA SOLUZIONE: Umberto Eco - Su alcune funzioni della letteratura - in "Sulla letteratura", IV edizione Tascabili Bompiani, Milano, 2016.
A che cosa serve la letteratura? In poche parole è questo che si chiede Umberto Eco nel suo saggio Su alcune funzioni della letteratura; un’analisi chiara e umanamente sentita con cui l’autore dimostra l’importanza della tradizione letteraria definita da subito un “potere immateriale”.
Eco parte dal presupposto che quando parliamo di testi letterari non ci riferiamo a verbali di processi o a orari ferroviari, questo perché la letteratura non ha fini pratici, non deve assolvere funzioni precise. Ci sono decine di modi con cui ci si approccia ad un libro: si legge per divertirsi, per elevarsi spiritualmente, per conoscere, ma anche “semplicemente” per passare il tempo. Si potrebbe dunque dire che la letteratura è una forma d’arte tanto affascinante quanto splendidamente “inutile”, un’attività estranea alla concretezza e alle necessità del mondo, ma queste affermazioni non rendono certamente giustizia alla grandezza e all’importanza del piacere letterario.
Identità linguistica e fedeltà interpretativa: sono questi i punti principali da cui parte l’autore per esporre quelle che secondo lui sono le funzioni principali della letteratura.
È grazie alle opere letterarie che si sviluppa la lingua intesa come patrimonio collettivo, è grazie a Dante e Manzoni che oggi esiste un italiano unificato. Eco riflette dunque sul carattere mutevole e fondativo della lingua che non risponde a logiche di potere imposte dall’alto, che “va dove vuole ma è sensibile ai suggerimenti della letteratura”.
La seconda funzione è quella di guidarci nell’esercizio della fedeltà e del rispetto mentre esercitiamo la nostra libertà di interpretazione.
Eco sfata il mito contemporaneo secondo cui il lettore può (a livello interpretativo) fare ciò che desidera di un’opera. Lo studioso è perfettamente consapevole del fatto che la letteratura sia maestra di libero arbitrio, ma non per questo chi legge può stravolgere il senso di un testo a proprio piacimento.
Il saggio – così come tutta la produzione dell’autore – è caratterizzato da uno stile chiaro e da una struttura ben definita. “Siamo circondati da poteri immateriali”: grazie alla prima persona plurale l’autore sceglie di chiamarsi in causa insieme al lettore, facilita l’immedesimazione di chi legge e rompe le barriere che spesso dividono la figura dell’accademico dal suo pubblico.
Sta diventando quasi una frase fatta, ma è vero che definire Umberto Eco è un’impresa ardua. Semiologo, romanziere, docente universitario, teorico dei media: queste sono solo alcune delle sue attività, ma ciò che è certo è che l’autore de Il nome della rosa è sempre riuscito ad esporre le sue tesi nel modo più accessibile possibile. È riuscito a osservare fenomeni complessi trasmettendoli con erudizione e chiarezza, ha elevato argomenti che molti dei suoi colleghi reputavano “bassi” o eccessivamente di stampo popolare.
In diverse occasioni Eco propone esempi per facilitare il lettore come quando – per definire gli usi pratici della scrittura – fa riferimento alla compilazione dei registri o all’annotazione delle formule scientifiche.
Il testo, pur affrontando tematiche vicine alla critica letteraria e alle teorie della narrazione non presenta particolari tecnicismi. Eco parla di “patrimonio collettivo”, di “libertà nell’interpretazione”, concetti ben specifici ma comprensibili anche ad un pubblico di non studiosi; esprime anche un concetto in latino (gratia sui), ma è subito attento a fornirne il significato italiano.
A livello sintattico il saggio presenta periodi non eccessivamente articolati; le argomentazioni sono organizzate in modo ordinato anche grazie all’uso di interrogative dirette (“A che cosa serve questo bene immateriale che è la letteratura?”). In più di un’occasione l’autore sceglie di iniziare un periodo con la congiunzione “e” (“E se qualcuno oggi lamenta”), questo contribuisce a dare un ritmo incalzante e diretto al testo la cui lettura è assolutamente piacevole e scorrevole.
Parlando di letteratura come strumento che crea identità e comunità, Eco fa riferimento a quell’italiano diffusosi attraverso la televisione che in molti ancora oggi criticano soprattutto per la sua pigrizia lessicale. L’autore ricorda come l’italiano “medio” possa avere anche un’accezione nobile e positiva, come quello promosso da Manzoni che nella sua revisione linguistica de I promessi sposi scelse di adottare una lingua piana e comprensibile pur non rinunciando al valore artistico-letterario.
Manzoni – protagonista ottocentesco che diede un impulso fondamentale alla questione della lingua – non era l’unico sostenitore della “prosa piana e accettabile” e infatti Eco cita anche due scrittori a lui più vicini come Italo Svevo e Alberto Moravia, autori di capolavori della letteratura italiana del Novecento come La coscienza di Zeno (1923) e Gli indifferenti (1929).
Non è un caso che l’autore faccia riferimento alla televisione, un medium che da sempre l’ha incuriosito e affascinato. Eco infatti lavorò per diversi anni alla Rai facendo parte di quel gruppo di intellettuali noti per aver rinnovato l’ambiente televisivo, ma fu anche uno dei più attenti osservatori dei fenomeni mediatici tout court. Suo è il famoso saggio Fenomenologia di Mike Bongiorno, considerato uno dei primi esempi di critica televisiva.
Quello della letteratura è definito un “potere immateriale”: essa fa parte di quei piaceri dell’anima, di quelle passioni che salvano la vita, ma che non risultano tangibili, i cui effetti “benefici” possono non essere immediati.
Un altro potere immateriale a cui si fa riferimento è quello spirituale, ma è chiaro che per l’autore la tradizione letteraria ha un valore diverso. La letteratura non è una dottrina, nessuno la può imporre, è semplicemente una cosa che l’essere umano ha inventato per amore di se stesso.
La seconda funzione della letteratura si concentra sul rapporto tra libera interpretazione del testo e fedeltà a quest’ultimo. Si tratta di un rapporto che dev’essere basato sul rispetto del testo stesso, sulla consapevolezza da parte del fruitore dei propri diritti e dei propri limiti. Pur riconoscendo l’esistenza dei diversi piani di lettura, è importante avere profondo rispetto nei confronti di quella che, in un’altra opera (I limiti dell’interpretazione, 1990) Eco definisce “l’intenzione del testo”.
Bisogna fare molta attenzione quando si decide di proiettare il proprio ego o i propri desideri su un testo letterario. Eco non impedisce al lettore di dare un’interpretazione inedita e personale di ciò legge, tiene però a cuore che non si stravolga la natura del testo. È importante quindi dare ascolto all’anima e alle intenzioni dell’opera, anche a costo di assumere una posizione di distacco, che riesca ad a prescindere dalle figure dell’autore e del lettore.
“La letteratura, contribuendo a formare la lingua, crea identità e comunità”: questo è un altro passaggio importantissimo del saggio.
La lingua infatti è il primo segno di riconoscimento di un popolo, è quell’elemento che crea legami e costruisce ponti. L’evoluzione della lingua italiana è l’esempio più chiaro di come la letteratura sia un’utile palestra per la creazione di un’identità e di una cultura. Dante, Bembo, Manzoni sono solo alcuni degli autori che hanno contribuito a forgiare l’italiano che poi è stato adottato dalla popolazione della Penisola; basti pensare che prima dell’Unità di Italia era impossibile immaginareun’unità che fosse non solo territoriale, ma anche linguistica e culturale.
La lingua è quindi uno dei primi passi con cui prende vita una civiltà, ma è anche il primo strumento che permette l’integrazione.
Il saggio Su alcune funzioni della letteratura è la trascrizione di una lectio che Umberto Eco tenne al Festival della letteratura di Mantova del 2000. È abitudine abbastanza comune per gli autori interrogarsi sulla natura della letteratura e uno dei testi fondamentali del Novecento è sicuramente Lezioni Americane di Italo Calvino. Anche in questo caso si tratta di una raccolta di lezioni e interventi che lo scrittore avrebbe dovuto tenere ad Harvard e nelle quali espone le sue idee sul futuro della letteratura. Umberto Eco sarà sempre molto sensibile al rapporto che lega il lettore al testo e tra le sue opere dedicate alla teoria e critica letteraria ricordiamo sicuramente Lector in fabula e Sei passeggiate nei boschi narrativi.
Su alcune funzioni della letteratura è un omaggio a quella passione che ci solleva dalla mediocrità, è la dichiarazione d’amore a quel bene immateriale che finisce per migliorarci la vita, esattamente come le parole di Umberto Eco sanno fare.
A cura di Erika Favaro
LA HELP LINE - La redazione di Skuola.net sarà a fianco di tutti i maturandi per permettere loro di affrontare con successo le prove della maturità e i temi maturità 2016. Raccoglieremo tutte le vostre segnalazioni e risponderemo alle vostre domande per ognuna delle giornate della maturità 2016, al fine di risolvere ogni dubbio. Le soluzioni dei nostri tutor non saranno tuttavia pubblicate prima dell'orario consentito per legge. Infatti lo scopo è quello di fornire le soluzioni pronte una volta usciti dall'aula d'esame, non quello di far copiare i maturandi e far loro invalidare l'esame di Stato.
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SOLUZIONE TRACCIA MATURITA' ANALISI DEL TESTO 2016: STRUTTURA E CONTENUTO
La prima cosa da fare è leggere il brano per capire se vi sentite in grado di poter svolgere un tema che lo sappia spiegare nel migliore dei modi.
Volendo schematizzare le tappe da seguire, così come richiesto dal regolamento Miur maturità 2016, dovete cercare di adottare la seguente scaletta:
- Comprensione del testo: dovrete riassumere brevemente il contenuto del brano o della poesia, riscrivendolo con un linguaggio attuale che spieghi quanto scritto dall'autore e che sottolinei i concetti chiave, i personaggi, le dinamiche interne al testo
- Analisi del testo vera e propria: vi sarà infatti richiesto di rispondere ad alcune domande, che di solito riguardano il significato di alcune espressioni, le figure retoriche, la poetica dell’autore; le risposte dovranno essere piuttosto sintetiche ma precise; evitate divagazioni con considerazioni personali (ci sarà tempo anche per quelle) e argomentate ogni singola risposta.
- Interpretazione del contesto e approfondimenti: alla fine dell'elaborato dovete scrivere un testo che contiene le vostre riflessioni sul significato dell’opera proposta; in più, dovranno esserci dei commenti personali, facendo attenzione ai riferimenti alla produzione letteraria dell’autore ma anche ai lavori di altri esponenti della letteratura italiana che hanno trattato lo stesso argomento o che appartenevano alla stessa corrente dell'autore protagonista dell'analisi del testo. Sono molto graditi i collegamenti.
Guarda il video con i suggerimenti utili per l'analisi del testo