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Sintesi
Italiano: - La poetica del fanciullino di Pascoli
- Oscar Wild e l'estetismo
Storia: - La propaganda fascista e nazista
- Suffragette
- Ruolo delle donne durante la seconda guerra mondiale
Storia dell'arte: - Topolino e il fumetto
- Pop art
- Collaborazione tra Walt Disney e Salvador Dalì
Estratto del documento

“TUTTO EBBE INIZIO CON UN TOPO”

CAPITOLO 2 Secondo la leggenda, in viaggio su un treno da New York a Los Angeles, Walt disegna un per-

sonaggio ispirato a Oswald il coniglio, senza orecchie a penzoloni, ma con orecchie tonde e una

semplice coda. Era il 1928 quando nacque il personaggio simile al topo: Mortimer Mouse.

Successivamente è stato ribattezzato Mickey Mouse perché suonava più carino ( Topolino in

lingua italiana) e lo vediamo comparire per la prima volta nel cortometraggio “L’aereo impaz-

zito”, un film muto.

Questo cortometraggio, però, non suscita particolare interesse. A questo punto Disney arriva

alla conclusione che manca qualcosa. La chiave di tutto sta nel sonoro. Walt, quindi, crea un

cartone animato di Topolino aggiungendo questa caratteristica.

Anche questa volta sembra che nessuno sia interessato al nuovo cortometraggio fino a quan-

do viene offerta al signor Disney la possibilità di proiettarlo al Colony Theater di New York.

Il pubblico e la critica sono unanimi: qualcosa di nuovo e unico si è affacciato sugli schermi

americani. Finalmente il successo tanto sognato ha inizio e il personaggio di Topolino assume

tanta importanza al punto che Walt aggiunse il sonoro anche ai due film precedenti.

Da qui in avanti Walt produrrà diversi cortometraggi (dalla fine degli anni Venti fino ai giorni

d’oggi è comparso in 135 cortometraggi).

Negli anni Quaranta, quando ormai il personaggio è diventato popolare, lo vediamo trasferirsi

dalla campagna alla citta e, possiamo dunque affermare, che Topolino è a pari passo con l’inno-

vazione e il progresso della società americana.

Topolino esordisce anche nei fumetti (daily strips); a firmare le sue avventure sono Walt Di-

sney, addetto ai testi, e Ub Iwerks che si occupa dei disegni. Con lo scoppio della Seconda guer-

ra mondiale, però, le storie che vengono pubblicate, sono principalmente di argomento bellico.

Infatti , ad un certo punto, Topolino si troverà ad affrontare le spie naziste.

Dunque è stata soprattutto l’animazione uno dei media più utilizzati durante la seconda guerra

mondiale, ai fini di propaganda militari, e Walt Disney diede il proprio contributo.

In un primo momento, Disney, poco incline a rinunciare al lato fantastico del suo lavoro, conti-

nua a produrre le sue tradizionali serie a cartoni animati, facendo però vivere i personaggi delle

avventure in linea con la mentalità bellica.

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Altro caso importante è quello che riguarda “Topolino va in Abissinia”, una canzone del 1935 Con il proseguire e l’intensificarsi della guerra, l’umore dei film d’animazione della Walt

scritta da Fernando Crivelli. Quello è anche l’anno in cui Walt visita l’Italia insieme alla moglie Disney cambia: comincia un periodo cupo, in cui la guerra entra di prepotenza nella

e sono ricevuti da Benito Mussolini a Villa Toronia per via dell’ammirazione del Duce nei con- narrazione e i cortometraggi diventano veri e propri manifesti di propaganda anti-nazi-

fronti del creatore di cartoni animati. I due si piacciono molto ed ecco che ha inizio la brillante sta. Siamo nel 1944.

idea di utilizzare l’ormai famosissimo roditore per fare propaganda e, nonostante il boom del Uno tra gli esempi più validi di produzione di questo periodo, e dal quale emerge tutto il

fumetto di quegli anni, il cartone animato resta comunque un potente strumento per penetrare patriottismo americano, è “Der Fuehere’s Face” (Paperino nella terra dei nazisti). In que-

nella mente ancora candida di milioni di bambini. sto cortometraggio appare una banda musicale che entra a passo di marcia in un ideale

Gli effetti, d’altronde, sono quelli che provocano anche ai bambini di oggi: l’eroe del cartone villaggio tedesco, cantando inni in onore del Fuhrer. Ogni cosa è contrassegnata da un

animato preferito è quello da imitare, quello che non sbaglia mai, che va emulato e mai tradi- svastica. Quando passano di fianco alla casa di Paperino lo cacciano fuori e gli ordinano

to; è anche quello che vive in un mondo perfetto, che ci sforziamo di ricreare. E’ proprio qui, subito di andare a lavorare. Il suo lavoro consiste nell’avvitare le spolette di granate di

allora, che il cartone perde il suo scopo di semplice compagno di giochi animato, colorato e al artiglieria ma, mescolate a queste, ci sono ritratti di Hitler, e questo lo costringe a inter-

limite educativo nel senso più semplice del termine, per acquisire quello naturalmente fascista, rompere il lavoro per fare il saluto nazista ogni volta che appare un ritratto. La velocità

nazista, anti-comunista, anti-africano, a tratti anti-americano. Non stupisce, quindi, l’esaltatis- della catena di montaggio aumenta continuamente e il povero lavoratore non riesce più

simo Topolino in camicia nera con gli occhi che brillano alla vista di foto piene di carrarmati a tenere il rimo. A complicare ancora di più le cose sono messaggi sulla superiorità della

e bombe, Topolina che per tutta la durata del cartone ha il solo ruolo di preparare la cena e razza ariana e sulla gloria derivante dal lavoro per il Führer con i quali viene bombardato

lucidare a fondo, caricature di africani analfabeti e “labbroni”. Parole chiave come ottimismo, Paperino, fino a quando inizierà ad impazzire e a soffrire di frequenti allucinazioni, du-

coraggio fisico, amore per il pericolo, per la vita militare, relegazione della donna al suo ruolo rante le quali vede granate di artiglieria ovunque. Alla fine si risveglia nel suo letto, negli

marginale di moglie e madre, erano categoricamente i messaggi che i teneri Topolino, Paperi- Stati Uniti, capisce che è stato un terribile incubo; nella scena finale viene rappresentato

no, Pluto, “affettuosamente” inculcano alle giovani e ricettivissime menti. Paperino che abbraccia la Statua della Libertà in miniatura come per ringraziare il fatto

Topolino, inoltre, godeva della stima di Adolf Hitler. di essere un cittadino americano.

Questo cortometraggio, inoltre, vinse anche il Premio Oscar nel 1944.

Ecco citato uno degli esempi più celebri, tratto da “Topolino in Abissinia”:

“Mi sono armato da solo: con la spada, il fucile, una mitragliatrice sulle spalle e mezzo litro di

gas asfissiante nella borraccia.

- E che cosa intendete fare?

- Appena vedo il Negus, lo servo a dovere. Se è nero, lo faccio diventar bianco dallo spavento!

- Bravo soldato Topolino!

[...]

- Ma io ho molta premura: ho promesso alla mia mamma di mandarle la pelle di un moro per

farsi un paio di scarpe.”

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Approfondimento

In Italia era in atto un processo di fascistizzazione. Lo stumento principale per questa operazio-

ne era l’organizzazione capillare del Partito nazionale fascista, che aveva il compito di penetrare

nel tessuto sociale e renderlo omogeneo al regime. Le comunicazioni, la stampa, l’educazione,

il mondo del lavoro furono soggetti a particolare attenzione.

La stampa, ad esempio, fu gradualmente ma irreversibilmente assoggettata; le notizie erano

riscritte secondo la volontà del regime.

L’Istituto Luce, invece, monopolizzava l’informazione cinematografica.

Ecco quindi, che sugli schemi, apparivano solo filmati che diffondevano ideologie fasciste con

lo scopo di istruire i giovani, ma anche gli adulti, in mondo che crescessero con la mentalità

del regime.

Anche il sistema scolastico fu soggetto alla fascistizzazione con l’introduzione del testo unico

e la libertà dell’insegnante venne fortemente limitata; il tempo libero, inoltre, ero organizzato

dalle organizzazioni parafasciste, e vedeva divisi i giovani dai lavoratori.

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CAPITOLO 3 “LA BELLEZZA DEL PRIMO LUNGOMETRAGGIO”

Biancaneve e i sette nani è un film d’animazione americano prodotto da Walt Disney nel 1937.

Basato sull’omonima fiaba dei fratelli Grimm, è il primo lungometraggio in “cel animation” del-

la storia del cinema, il primo film d’animazione prodotto in America, il primo ad essere stato

prodotto completamente a colori e il primo film prodotto dalla Walt Disney Productions.

Sia il fratello, che la moglie di Walt, Lilian, non sono molto favorevoli alla produzione di questo

lungometraggio perché, ai loro occhi, appare troppo ambizioso: per realizzarlo, infatti, furono

necessarie due milioni di illustrazioni disegnate a mano e ad acquerello. Perfino l’industria ci-

nematografica di Hollywood aveva definito il progetto la “pazzia di Disney”.

Il film viene proiettato in anteprima il 21 dicembre 1937 e distribuito in tutti gli USA nel feb-

braio del 1938. Dopo la prima uscita, il lungometraggio, produce milioni di incassi tanto da

rappresentare il maggior incasso cinematografico della storia per un film d’animazione, e da

essere aggiunto al National Film Registry degli Stati Uniti per essere considerato “culturalmen-

te, storicamente o esteticamente significativo”.

Attraverso un prologo testuale raccontato in un libro di fiabe, al pubblico viene detto che Bian-

caneve è una principessa che vive con la matrigna, una regina vanitosa e malvagia che si presu-

me abbia assunto il controllo del regno dopo la morte del padre di Biancaneve. La protagonista

è costretta dalla malvagia regina e strega Grimilde ad occuparsi delle faccende più umili. Un

giorno la vanitosa regina sentendosi rispondere dallo specchio che la più bella del reame non

è più lei ma Biancaneve, va su tutte le furie e ordina a un cacciatore di portare la fanciulla nel

bosco e ucciderla. Dopo aver fatto questo il cacciatore avrebbe dovuto riportarle il cuore della

principessa. L’uomo esegue gli ordini ma all’ultimo momento non si dimostra crudele come la

regina e la lascia scappare nel bosco decidendo di riportare alla monarca il cuore di un cinghia-

le. La principessa raggiunge una casetta nella foresta che, dopo, capisce essere la casa dei Sette

Nani. Quando questi ultimi rientrano in casa trovano Biancaneve al piano di sopra che dorme

nei loro letti; quando si sveglia, si presenta e decidono di darle il loro benvenuto.

Nel frattempo la regina scopre che Biancaneve è ancora viva e resta la più bella del reame,

quindi si trasforma da vecchia e con una magia crea una mela avvelenata che farà cadere in

un sonno mortale chiunque la mangi. Il sonno, però, può essere curato solo dalla potenza del

“primo bacio d’amore”. La Regina, allora, va alla casetta mentre i nani sono in miniera e riesce

ad ingannare Biancaneve facendole mangiare la mela.

I nani vendicativi, allertati dagli animali del bosco che l’avevano riconosciuta, inseguono la

regina fino alla cima di un dirupo e la intrappolano. Lei cerca di far rotolare un masso sopra

di loro, ma un fulmine colpisce il precipizio su cui sta in piedi, facendolo collassare. La Regina

muore cadendo, e il suo corpo viene schiacciato dal macigno.

I nani tornano alla loro casetta e trovano Biancaneve apparentemente morta. Non disposti a

seppellirla nel terreno fuori dalla vista, la mettono invece in una bara di vetro, posiziona-ta in

una radura nella foresta. Insieme alle creature del bosco, i nani vegliano su di lei sempre.

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Dopo qualche tempo, un principe, che aveva già incontrato Biancaneve e se ne era innamorato, Entrambi i personaggi, la matrigna di Biancaneve e il protagonista del romanzo di Wilde, Do-

viene a sapere del suo sonno eterno e va a visitare la sua bara. Rattristato dalla sua apparente rian, hanno l’ossessione per la giovinezza; si può dunque affermare che entrambi i personaggi

morte, lui la bacia, rompendo l’incantesimo e risvegliandola. I nani e tutti gli animali gioiscono, tendono all’estetismo.

mentre il principe porta Biancaneve al suo castello, che si illumina in presenza della ragazza. L’estetismo è un movimento diffuso soprattutto nelle prime espressioni del Decadentismo eu-

ropeo. Esso consiste nel privilegiare la bellezza quale valore supremo, da realizzare ad ogni

Questa favola, nonché primo lungometraggio Disney, è facilmente riconducibile al romanzo costo; di conseguenza questo movimento rifiuta di rispondere ad altra morale che non sia quel-

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