Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 15
Walt Disney - Tesina per professionale per i servizi pubblicitari e fotografici Pag. 1 Walt Disney - Tesina per professionale per i servizi pubblicitari e fotografici Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Walt Disney - Tesina per professionale per i servizi pubblicitari e fotografici Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Walt Disney - Tesina per professionale per i servizi pubblicitari e fotografici Pag. 11
1 su 15
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Grafica: Analisi del logo della Walt Disney;

Italiano: Giovanni Pascoli (Il fanciullino), Peter Pan;

Storia: Nazismo, Paperino (La faccia del Fuhrer);

Arte: Salvador Dalì (Destino), Andy Warhol, Roy Lichtenstein.
Estratto del documento

2

WALT ELIAS DISNEY

Walter Elias Disney, nato a Chicago nel 1901 ed è colui che ha dato vita al cinema d’animazione, a

lui si deve anche la creazione del più grande parco di divertimenti esistente al mondo, che si trova

a Parigi: Disneyland.

Durante l’infanzia, Walt segue i genitori nel loro trasferimento in Missouri, dove gestiscono una

fattoria fino a quando il padre si ammala. All’età di nove anni Walt va a vivere con i suoi a Kansas

City. Walt Disney e suo fratello si mettono a lavorare per aiutare la famiglia.

Contemporaneamente, però, Walt Disney si iscrive all’Istituto Artistico di Chicago e comincia a

dedicarsi alla sua passione, che è l’arte. Dopo un po’ di tempo, però, Walt Disney trova un nuovo

lavoro che gli permette di viaggiare parecchio, e che è il venditore sui treni.

Dal 1920 in poi Walt approfondisce e mette a frutto le sue doti di animatore e fumettista. Dopo

una serie di animazioni pubblicitarie, Walt Disney comincia a produrre veri e propri cortometraggi,

che riscuotono un grande successo tra il pubblico.

La carriera di Walt Disney inizia in sordina, con pochi soldi in tasca ma tanto entusiasmo: nel

garage di suo zio mette su la “Disney Brothers Studio”, ottenendo subito un contratto per

presentare le “Alice Comedies”. Il personaggio Mickey Mouse (Topolino) fa il suo debutto

all’interno del cortometraggio intitolato “Plane Crazy”. Il primo cartone animato con il sonoro risale

al 18 Novembre 1928: prima di allora le opere di Disney sono state mute.

I fumetti stampati sui giornalini sono stati pubblicati nel 1931. La vita privata di Walt è stata

sempre avvolta nella riservatezza: pare che fosse sposato e avesse due figlie femmine, di cui una

presa in adozione. Walt Disney è morto il 15 Dicembre 1966 a Burbank.

3

IL LOGO

Come si può notare il logo è costituito da parole e dall'immagine del castello di Cenerentola

costruito nel suo parco più famoso a Disneyworld. Questo castello è suddiviso in varie linee che lo

fanno rappresentare attraverso la combinazione di forme geometriche e di semplici elementi. Il

castello è rappresentato in blu chiaro colore che da sempre induce a sognare, mentre le linee che

lo dividono e lo sfondo sono in blu scuro che richiama l'infinito e la profondità.

Il gioco di linee che si determina (sia

orizzontali e sia verticali) assume vari

significati. Ad esempio le linee orizzontali

danno l'idea di stabilità e in generale di

sicurezza; le linee verticali rappresentate

dalle torri del castello, danno invece un

senso di cosa slanciata e viva. Anche lo

spessore delle linee orizzontali (che

diminuisce piano piano) suggerisce

energia, vigore e vivacità.

Il castello scelto è quello realmente

esistente in Florida perché il fatto di

poter vedere l'immagine di un qualcosa

che realmente esiste, e quindi non di

una cosa solo immaginata, contribuisce

nell'idea di solidità e di sicurezza che la casa vuole esternare. Inoltre si è scelto il castello come

simbolo perché da sempre evoca le fiabe, la fantasia, il luogo dell'incanto e anche un luogo

abbastanza grande da volerlo visitare e scoprire. Il semicerchio dietro al castello richiama l'idea

dell'arcobaleno, simbolo dei colori elementari associato al sole, e quindi al bel tempo, rimandando

a un'atmosfera allegra e anche un po' magica.

Il semicerchio assume anche un ruolo molto più importante. Esso rappresenta la divisione tra il

mondo reale e il mondo fantastico evocato dalla Disney. Essendo una porta d'ingresso, esso non

può e non vuole illudere o convincere la gente dell'esistenza del mondo da lui proposto; c'é al

contrario l'intento di voler far abbandonare, per un certo periodo di tempo, il mondo reale per

entrare in un universo parallelo. Questa idea di "entrare" in un altro mondo è evidenziata dal

semicerchio che può anche essere visto come un arco d'ingresso e dalla porta aperta del castello

che rappresenta un invito in più per entrare nella magia Disney.

4

Una sera a casa Darling succedeva che …

LA POETICA DEL FANCIULLINO

Peter, sono felice che tu sia

venuto qui stasera o non ti

avrei mai conosciuto!perché Crescere?

da domani dovrò CRESCERE!

Questa è l’ ultima notte che

passo qui ! Nell’isola che

non c’è! Laggiù

No! Non non crescerai

mi va! Dove? mai.

Vieni con

me.. Andiamo!

Seconda stella a

destra e poi

sempre dritti.

5

“È tempo di toglierla dalla stanza dei bambini!”: questa frase, pronunciata dal padre di Wendy in

Peter Pan, è la causa della fuga della bambina e dei suoi fratellini verso l’ Isola che non c’è.

Wendy è una ragazzina che ama narrare ai fratellini le avventure di Peter Pan, un bambino

avventuroso, sempre pronto a giocare e che si rifiuta di crescere. E’ fermamente convinta

dell’esistenza di Peter, poiché la sua stessa madre è sempre stata certa che Peter Pan fosse lo

spirito della giovinezza che ognuno di noi ha dentro di sé.

I tre fratelli, in una notte stellata, partono a cavallo del vento per l’Isola che non c’è, un luogo

fantastico abitato da creature mitiche. Inizia così l’esplorazione di questa magica isola a cui i

bambini non sanno dare una descrizione degna di uno scrittore, ma esprimono il loro entusiasmo e

la loro ammirazione attraverso brevi parole e uno sguardo carico di emozione.

Peter Pan rappresenta un po’ l’Isola stessa, piena di occasioni di avventura a cui bisogna

assolutamente partecipare, incuranti dei pericoli o della loro assurdità. Infatti l’Isola, pur essendo

al di fuori della normalità, è un luogo in cui i bambini possono esprimere loro stessi ed esplorare

divertendosi: questa routine non diventa mai noiosa, perché per un bambino ogni giorno è diverso

dall’altro. Il bambino si stupisce di fronte a cose meravigliose ma anche di fronte a quelle piccole e

semplici, quelle che nell’età adulta ci sembrano normali o invisibili.

Le giornate sull’Isola passano tra la Laguna delle Sirene, il Covo dei Cannibali, l’Accampamento

degli Indiani e la nave dei pirati. Proprio i pirati sono gli unici personaggi adulti presi in

considerazione in Peter Pan. Cantano, bevono, ma tuttavia si lamentano della loro vita, perché

sono convinti che non ci sia nulla di bello nelle loro giornate: tutto il contrario di quello che

pensano Peter Pan e i Bambini sperduti delle loro vite.

Il capitano del vascello è Uncino, perennemente in lotta con Peter Pan. Uncino tenta più volte di

scoprire quale sia il segreto per volare come Peter; consideriamo però che la parola “volare” può in

questo contesto essere letta come sinonimo di “vivere”. Non risulta quindi azzardato pensare che

Uncino non faccia altro che cercare un modo per ritrovare la sua giovinezza, per ritrovare quel

fanciullino che aveva dentro di sé da bambino ma ha perso crescendo. Probabilmente Uncino e

Peter Pan sono in lotta in quanto l’uno fa parte dell’altro: Peter Pan vede quello che sarà, cioè un

adulto che ha perso interesse nella vita e nelle cose meravigliose che essa può dare; Uncino vede

in Peter la persona che era e che ritiene essere la causa del suo malessere attuale.

Nessuno dei due capisce che l’unico modo per ritrovare l’equilibrio - la responsabilità delle proprie

azioni da una parte, la gioia nelle piccole cose dall’altra - è unirsi, ritornare un unico essere.

6

Quello “spirito della giovinezza”, citato dalla Signora Darling all’inizio del cartone, ha diversi tratti in

comune con Il fanciullino, opera di Giovanni Pascoli (edita la prima volta nel 1903). Si tratta di un

testo in prosa di venti capitoli, in cui si svolge il dialogo fra il poeta e la sua anima di fanciullino.

Secondo Pascoli, il fanciullino è un’entità primitiva che dà voce ai nostri istinti primordiali, un

“sentimento poetico” che si fa sentire maggiormente nell’età infantile, quando ancora la voce del

sentimento coincide con quella reale del bambino; nell’età adulta, quando le necessità materiali e

le responsabilità che il naturale corso della crescita ci impone si fanno pressanti, questa voce si

attenua, ma non cessa di esistere, rannicchiandosi in un angolo nascosto di noi.

Dall’opera di Pascoli emerge la completa identificazione del poeta con il fanciullino, entità in grado

di lasciarci assaporare il gusto vero della vita. È una parte di noi che a volte viene trascurata, ma

che riaffiora sempre come qualcosa di stupefacente. È importante lasciar “parlare” il fanciullino,

anche se spesso viene fatto tacere dalla razionalità degli adulti: purtroppo l’adulto non sa che

quella voce è la spiegazione a ciò che non capisce, nonché la chiave per rimanere giovani, la

nostra fantasia.

Non risulta perciò così strano che, alla fine della storia, Peter Pan e i bambini sperduti, pur avendo

la possibilità di avere una famiglia e di diventare adulti, non abbiano ancora “voglia di crescere” e

rimangano nell’Isola che non c’è. Diversamente da Wendy e dei suoi fratellini, convinti ancora,

nonostante tutto, che crescere sia una tappa significativa della loro vita. Ciò ci insegna che non

bisogna vivere esclusivamente in un mondo infantile, altrimenti si rischia di naufragare in una vita

da “eterno bambino”.

A questo proposito, possiamo rilevare come Pascoli abbia distinto due età poetiche: la fanciullezza

che sa vedere e la vecchiaia che sa dire. Il poeta è infatti chi, divenuto anziano e non potendo più

assaporare il gusto della vita, racconta ciò che ha vissuto da fanciullo.

A volte dimentichiamo il fanciullino che è in noi e non riusciamo più a guardare con meraviglia alle

cose, e a scoprire la poesia che è in esse. Quelle che il fanciullino osserva non sono solo cose, ma

veri e propri simboli che racchiudono un significato profondo. Ed è dall’opera di Pascoli, un autore

dalla personalità complessa, segnata dai lutti dell’infanzia, che scaturiscono temi e simboli

ricorrenti. Questi simboli vanno interpretati in modo soggettivo, poiché sono spontanei, ricchi di

suggestione e si legano all’inconscio del poeta.

Il simbolo che più ricorre lungo i capolavori pascoliani è il nido. Esso rappresenta la casa e gli

affetti ed è dunque capace di offrire un rifugio dal caos e dalla violenza del mondo esterno, pur

essendo anche un luogo intriso di esperienze di sofferenza.

Non a caso, in Peter Pan, Wendy cerca di convincere i suoi fratelli a tornare a casa spiegando loro

con una canzone cosa sia la mamma, definendola “il nido del cuore”.

La mamma, sostiene Wendy, è un qualcosa che ti protegge e ti sostiene nelle situazioni più difficili,

quel nido sicuro che per Pascoli ha il corrispondente nel nucleo familiare.

Un altro simbolo che ricorre nella poetica di Pascoli è la morte che tenta, invano, di allontanare

dalla propria coscienza. Si tratta di un tema che lo angoscia profondamente. La paura di fronte alla

morte è un emozione talmente violenta che l’uomo se ne sente soggiogato, incapace di opporvi

resistenza. Per questo Pascoli, attraverso la simbologia del fanciullino, cerca di dare una risposta a

questa paura, affermando che non si può dominare la morte attraverso la ragione.

Anche in Peter Pan viene presentato il tema della morte, grazie all’introduzione di un personaggio

secondario: il coccodrillo. Una volta, Peter aveva dato in pasto al coccodrillo la mano di Capitan

Uncino; il coccodrillo l’aveva trovata così gustosa da seguirlo in continuazione nella speranza di

mangiarselo tutto. Ma per sbaglio aveva ingoiato un orologio: per questo, da allora in poi, il suo

arrivo viene preannunciato da un “tic-tac” che raggela subito il sangue a Uncino. Il capitano

mostra una vera e propria fobia per questo animale: si può dire perciò che il coccodrillo

7

rappresenti, per lui, la morte. L’orologio gli ricorda il tempo che passa e il suo allontanarsi

inesorabile da una fanciullezza ormai irraggiungibile, o piuttosto che non riesce a trovare dentro di

sé.

Capitan Uncino e Peter Pan rappresentano il rifiuto della realtà, rispettivamente il non voler

diventare adulto e il non volere morire, e in Pascoli questo concetto assume la forma della fuga

Dettagli
Publisher
15 pagine
195 download