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Introduzione Vinum, culturae calix - Tesina
La tesina di maturità che ho scelto di preparare riguarda il vino, la sua storia, i suoi legami con la letteratura, la sua scienza e le sue prospettive.
La scelta é ricaduta sul vino in quanto ho avuto modo di fare un´esperienza lavorativa in un´enoteca durante l´anno. È stata breve (3 mesi in soluzione di continuitá e saltuaria per il resto dell´anno), ma é stata molto formativa e mi ha fatto appassionare all´ambito. Inoltre questa presentazione nasce dal desiderio di unire l´aspetto didattico delle nozioni imparate a scuola a quello professionale che ho avuto modo di sperimentare.
Collegamenti
Vinum, culturae calix - Tesina
Storia -
Il vino nella storia dell´uomo
Latino -
Orazio ed il motivo gnomico/simposiaco
Italiano -
Cesare Pavese e Beppe Fenoglio: due langaroli D.o.c.
Scienze -
I processi produttivi del vino e la fementazione alcolica
English -
The global wine market: evolution and trends
ORIGINI
"VINA PARANT ANIMOS FACIUNTQUE CALORIBOS APTOS"
"Il vino dispone l'animo all'amore e lo rende pronto alla passione"
Cosí esordisce Ovidio nel par. 237-252 del libro primo dell´Ars Amatoria descrivendo
cosí la piú celebre bevanda alcolica che ha accompagnato l´uomo sin dagli albori della
civiltá fino ai giorni nostri: il vino.
Il vino é passione, tradizione, storia, sentimento, espressione dei caratteri territoriali
piú profondi.
La sua storia va di pari passo con quella dell´uomo e affonda le sue radici in tempi
antichi.
Si ritiene infatti che la domesticazione della Vitis Vinifera, la specie di vite dalla
quale si produce la maggior parte del vino (che con ogni probabilitá deriva dal
sanscrito "Venas – amore”), sia avvenuta intorno al IV millenio a.C nell´area
mesopotamica, tanto che abbiamo una prima testimonianza scritta sul vino giá nell
´"Epopea di Gilgamesh" (poema epico di tradizione sumero-babilonese del III millenio
a.C.)
Dalla Mesopotamia, durante i secoli ed i milleni successivi la coltivazione della vite si
diffonde rapidamente in Siria, Palestina, Egitto ed in seguito a tutto il bacino del
mediterraneo. EPOCA GRECO-ROMANA
Tra il VIII-III secolo a.C il vino é ormai ampiamente diffuso e viene particolarmente
apprezzato nella penisola ellenica, dove diventa un elemento centrale nella vita dei
Greci (vale la pena ricordare come Omero celebri il vino in quanto dono speciale di
Dioniso, nota divinitá greca)
Ma é grazie a Roma che il vino giunge all´apice della sua diffusione nel periodo
antico, anche grazie al ruolo della letteratura e ad autori quali Catone, Virglio,
Columella, Plinio il Vecchio, ma soprattutto Orazio. 3
ORAZIO – IL MOTIVO GNOMICO-SIMPOSIACO
Ed é proprio su Orazio che voglio
soffermarmi per sottinearne lo
stretto legame che lo
associa al “nettare degli Dei”.
Orazio, poeta di umili origini nato
nel 65 a.C., dedica la sua intera vita
all´attivitá letteraria, entrando
anche a far parte del circolo di
Mecenate .
Tra le sue opere piú importanti
vanno citate le Satire, le Epistole, 4
gli Epódi ma soprattutto le Odi.
Varie sono le tematiche trattate in questi componimenti, dalla magia alla poesia civile,
dall´erós alla religione.
Tra i vari filoni della poesia oraziana emergono in particolare il motivo gnomico e
quello simposiaco. I carmina gnomici ruotano intorno ad un nucleo tematico
fondamentale: la coscienza dell´incertezza del futuro e della brevitá della vita con
conseguente invito a sostenere le avversitá della vita e a godere delle gioie del
presente.
Da qui ha origine il filone simposiaco, relativo al banchetto ed al vino. Quale miglior
modo per godere dei piaceri presenti se non conversando dopo il banchetto e con un
bicchiere di vino in mano?
Ecco come il nettare degli dei ha un ruolo chiave nella realizzazione del motivo
gnomico, del quale esso non é che una conseguenza.
Nel carme I,11, quello del celebre tema del Carpe Diem, é presente la frase che meglio
di tutte riassume i due filoni:
"SAPIAS, VINA LIQUES, ET SPATIO BREVI SPEM LONGAM RESECES"
"Sii saggia, mesci il vino -breve è la vita – rinuncia a speranze lontane"
Orazio si rivolge ad una donna, Leuconoe ed il suo invito é chiaro: non dare peso agli
avvenimenti futuri, ma godere il momento presente in compagnia del vino. Il simposio,
e di conseguenza il vino, assumono quindi un forte valore filosofico-esistenziale.
DAL MEDIOEVO ALL´OTTOCENTO
Nel periodo successivo alla caduta dell´impero romano la coltura della vite conosce un
drastico calo, salvo poi tornare in auge nel XIII secolo, anche grazie alla fioritura delle
Repubbliche marinare in Italia e alle importazioni dall´estero.
È però la Francia a dominare la viticoltura medioevale, anche per le innovazioni
tecniche: le bottiglie in vetro soffi ato, i tappi, i sistemi di coltivazione intensivi.
Determinante anche il ruolo della religione: il vino, infatti, in questo periodo ha uno
stretto legame con la religione cristiana e da questo binomio deriva il mantenimento
della produzione vinicola che altrimenti, probabilmente, avrebbe avuto una tendenza a
decrescere. Infatti si suppone che nell'alto medioevo la produzione vinicola fosse
legata quasi unicamente al fattore religioso. I detentori dei segreti della vinificazione
sono normalmente i monaci e gli ordini ecclesiastici (Es.: la Borgogna, zona
interamente di proprietà dei benedettini che hanno affinato gli studi sulla vinificazione
sin dai primi secoli del II millennio) 5
Durante il ´600, inoltre, ha inizio la produzione di vino spumantizzato che in Francia,
ma solo nella regione omonima, prenderá il nome di Champagne (sulla sua effettiva
invenzione non abbiamo certezze storiche, ma alcune fonti tendono ad indicare il
monaco Pierre Perignón come l´iniziatore delle bollicine)
Nel secolo successivo la produzione di vino aumenta esponenzialmente ed esso
diventa parte integrante della vita quotidiana. Durante questo periodo, seppur non
raggiungendo i livelli francesi, la cultura del vino torna in auge in Italia e, soprattutto
in Piemonte, si inizia a produrre vino di alta qualitá.
Si arriva cosí all´Ottocento, secolo in cui il vino prosegue il poprio cammino verso una
ricercata raffinatezza: gli artisti francesi in questo periodo non fanno altro che trarre
ispirazione dalla realtà sociale e politica del mondo nel quale vivono, mettendo in
risalto come il vino diventi un elemento sempre più importante nella vita quotidiana
dell’epoca.
I Café de Paris,ad esempio, sono pieni di giovani e meno giovani alle prese con calici
colmi della “bevanda di Bacco”.
IL NOVECENTO - PAVESE E FENOGLIO
La letteratura novecentesca piemontese presenta molti riferimenti al mondo vinicolo,
basti pensare ad autori come Cesare Pavese e Fenoglio.
Langaroli D.o.c., per loro il vino rappresenta un legame profondo con la propria
terra (Fenoglio lavora addirittura per un´azienda vinicola in un certo periodo della
propria vita).
Questo tema emerge nel romanzo La luna e i faló di Pavese, nel quale il potagonista,
Anguilla, fa ritorno al proprio paese di origine in seguito all´emigrazione post-
resistenza negli Stati Uniti. Il romanzo ha il “Nostos” (proprio il tema del viaggio e del
ritorno) come nucleo concettuale. È un ritorno malinconico, perché ció che aveva
lasciato in precendenza non é piú com´era. Il romanzo si perde quindi nei ricordi dell
´infanzia e degli elementi che hanno contraddistinto la sua giovinezza.
Tra questi, non mancano mai i riferimenti al vino ed alle vigne, caratteristiche
indimenticabili della propria terra.
Seguono alcuni passi tratti dal romanzo:
"stessi rumori, stesso vino, stesse facce…” Cap. II 6
"Questi discorsi li facevamo sullo stradone, o alla sua finestra bevendo un bicchiere,
e sotto avevamo la piana del Belbo, le albere che segnavano quel filo d'acqua, e
davanti la grossa collina di Gaminella, tutta vigne e macchie di rive. Da
quanto tempo non bevevo di quel vino?" Cap. II
"Fu una di quelle notti che sentii raccontare di Nuto. Da un uomo che veniva da
Bubbio. Lo capii dalla statura e dal passo, prima ancora che aprisse bocca. Portava un
camion di legname e,mentre fuori gli facevano il pieno della benzina, lui mi chiese una
birra. "Sarebbe meglio una bottiglia" - dissi in dialetto, a labbra strette.
Gli risero gli occhi e mi guardó. (….) Mi raccontó che lui a casa aveva fatto il
conducente, i paesi dove aveva girato, perché era venuto in America.
"Ma se sapevo che si beve questa roba... mica da dire, riscalda, ma un vino
da pasto non c'è…" Cap. III
"Ma nessuno ne aveva abbastanza, nessuno per quantone avesse si fermava, e le
campagne, anche le vigne, sembravano giardini pubblici" Cap. III
LA SCIENZA NEL VINO
Dopo aver analizzato brevemente la sua storia e gli aspetti legati alla cultura ed alla
letteratura, andiamo a scoprire com´é fatto il vino, quali sono i processi necessari a
produrlo, i fattori scientifici che ne determinano le caratteristiche organolettiche.
Scopriamo, in sostanza, la scienza del vino.
COS´É E COME SI PRODUCE
Il vino é una bevanda alcolica prodotta a partire dall´uva ed ottenuta grazie alla
trasformazione enzimatica (fermentazione) dello zucchero contenuto nel frutto. È un
prodotto complesso (basti pensare che contiene oltre 600 sostanze chimiche al suo
interno).
Le fasi che portano alla sua produzione sono le seguenti:
La vendemmia
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l´ammostamento (pigiatura, diraspatura)
Fermentazione
Svinatura
Invecchiamento ed affinamento
Imbottigliamento
L´UVA
Prima di analizzare i processi produttivi, é opportuno partire da brevi considerazioni
sulla struttura dell´acino d´uva. Esso non é altro che il frutto della vite.
Un gruppo di acini viene viene definito grappolo´d´uva, il quale é formato da un asse
centrale ramificato (raspo).
Gli acini sono composti esternamente dalla buccia (che costituisce il 10-15 % dell
´acino) ed internamente dalla polpa (80-85 %). La buccia contiene sostanze chimiche
quali i polifenoli, gli antonciani ed i tannini, che conferiscono al vino il colore oltre che
particolari caratteristiche organolettiche (ad esempio i tannini sono responsabili della
sensazione di astringezza) mentre dalla polpa, che contiene altre sostanze chimiche
quali zuccheri, acidi ecc. si ricava il mosto. Analizziamo brevemente le fasi
concentrandoci maggiormente sulla fermentazione.
VENDEMMIA ED AMMOSTAMENTO
In seguito alla vendemmia, ovvero la
raccolta, si procede con l
´ammostamento, ovvero il processo
attraverso il quale si ottiene il mosto. Esso
si articola nella pigiatura degli acini e,
successivamente, nella diraspatura,
procedimento che separa gli acini dal
raspo.
Fino alla diraspatura il processo di
produzione é uguale sia che si voglia
produrre vino rosso, vino bianco, rosato o
spumante. Nel caso in cui si volessero
ottenere o il secondo o il terzo, si procede
con un ulteriore passaggio: la sgrondatura,
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ovvero la rimozione della buccia che, come detto in precedenza, contiene le sostanze
chimiche responsabili del colore del vino. In questo caso verrá analizzato il pocesso
standard per la poduzione di un vino rosso.
FERMENTAZIONE ALCOLICA
La fermentazione é ila reazione di trasformazione dello zucchero in alcol. Essa
avviene in assenza di ossigeno e grazie all´i