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Sintesi
Italiano: Gabriele d'Annunzio; Friederich Nietzsche;

Storia: Propaganda fascista;

Diritto: Passaggio allo stato totalitario;

Finanza: Economia di guerra;

Inglese: The Dictatorship.
Estratto del documento

per colpire che per indurre a riflettere; una retorica che inaugura quella fascista, e

soprattutto mussoliniana.

Un altro punto in comune tra d’Annunzio e il PNF fu l’esaltazione dell’aggressività

imperialistica della nuova borghesia industriale, capace di far avanzare il progresso e

di imporre l’ordine sociale, minacciato dal “tumulto” delle masse popolari; un

avversione per le masse, con dichiarato disprezzo per la democrazia e per le classi

lavoratrici.

Il rapporto con il fascismo fu comunque complesso e articolato, benché

sostanzialmente organico: i fascisti in ascesa celebrarono D'Annunzio, appropriandosi

di motti e simboli del Vate, come uno dei massimi e più fecondi letterati d'Italia, ma lo

scrittore, a parte l'adesione iniziale ai Fasci di combattimento, non volle mai prendere

la tessera del Partito Nazionale Fascista, probabilmente per mantenere la sua

completa autonomia. Mussolini già all'inizio appoggiò D'Annunzio, per utilizzarne la

fama in favore del movimento in ascesa. Nel 1919, il futuro duce avviò rapidamente

una sottoscrizione pubblica per finanziare l'Impresa di Fiume che raccolse quasi tre

opo la morte di Giacomo Matteotti, rapito e assassinato da un

milioni di lire. Interessante d

gruppo di camicie nere, mentre il Fascismo si sentiva in difficoltà l'8 luglio 1924 una lettera che

'Annunzio scrisse a Mussolini:

d « Avere fede intiera nella mia lealtà e nella mia carità di patria. Il mio silenzio e il mio lavoro sono

»

oggi esempio a tutti gl'italiani. Non l'uno sarà interrotto e non l'altro

D'Annunzio, assieme a Filippo Tommaso Marinetti, Luigi Pirandello, Giuseppe Ungaretti

e molti altri fu anche uno dei firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti,

pubblicato il 21 aprile 1925, un documento in cui gli aderenti esprimevano

pubblicamente il loro consenso al partito di Mussolini. Nel 1937 fu eletto Presidente

dell'Accademia d'Italia, ma non andò mai a presiedere alcuna riunione (la nomina fu

quasi imposta da Mussolini, con la contrarietà di D'Annunzio). D'Annunzio fu anche

Presidente onorario della SIAE dal 1920 al 1938. Per molti il Duce, temendo la

popolarità e la personalità indipendente del poeta, tentò di metterlo risolutamente da

parte, ricoprendolo di onori. Nel 1937-38 si oppose all'avvicinamento dell'Italia

fascista al regime nazista, bollando Hitler, già nel 1934, come "pagliaccio feroce".

Deceduto il primo marzo del 1938, ai funerali di Stato, voluti in suo onore dal regime

bandiera del

fascista, la partecipazione popolare fu imponente. Il feretro, avvolto dalla

Timavo, era seguito da una folla innumerevole, composta dagli ex legionari, dagli

ammiratori,e dai devoti alla sua gloria e alla sua fama.

Pagina

3

IL CONCETTO DI SUPERUOMO

Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, presso

Lipsia nel 1844 da una famiglia umile.

Il padre, un pastore protestante, gli viene a mancare

quando Nietzsche è ancora un bambino, nel 1849.

Successivamente, l’anno seguente, la famiglia si trasferì

a Naumburg, dove il filosofo allora dodicenne riceve una

buona educazione: incominciando a comporre le prime

poesie e musiche.

A soli 24 anni, ottiene la cattedra di Lingua e letteratura

greca presso l’Università svizzera di Basilea, alla quale è

costretto a rinunciare a causa dei sempre più frequenti

problemi di salute (emicranie, nausea, problemi alla

vista), che lo inducono a una vita di solitudine e

vagabondaggio da una città all’altra, alla ricerca di uno

stato di salute, di un benessere che mai riuscirà a raggiungere.

Il nome di Nietzsche è stato associato, per lungo tempo, alla cultura nazifascista che

trovò nelle sue opere e nella sua ideologia, seppur per colpa di una mal

interpretazione, le basi per la propria “dottrina”.

Questa lettura, è stata agevolata dalle operazioni della sorella di Nietzsche, Elisabeth,

la quale ha contribuito a diffondere l’immagine del fratello come teorico e sostenitore

di una rinascita reazionaria dell’umanità, anche attraverso la manipolazione di testi

inediti del fratello, come la “Volontà di potenza” pubblicato nel 1906, nel quale il

presunto pensiero di Nietzsche assume quella fisionomia anti-umanitaria ed anti-

democratica sulla quale farà leva la lettura nazista.

Un altro episodio che mette alla gogna Elisabeth Nietzsche- Förster come una tra i

responsabili nel processo di nazificazione del pensiero del filosofo, risale al 1933,

nell’occasione in cui proprio Adolf Hitler, fece visita all’Archivio Nietzsche” accolto da

una folla plaudente e dalla sorella del filosofo che donò al futuro Führer un bastone di

proprietà del fratello, leggendogli inoltre un messaggio in cui la propria famiglia

esprimeva il loro disappunto riguardo al dilagare dello spirito ebraico in Germania .

Risulta tuttavia eccessiva la pretesa di attribuire a Elisabeth la nazificazione di

Nietzsche, come risulta esagerato definire il filosofo tedesco il “padre” dell’ideologia

nazionalsocialista, anche se comunque bisogna ammettere, che nei testi di Nietzsche

si trovino spunti antidemocratici e antiegualitari.

Un altro elemento tipico di Nietzsche che ha fornito le basi al pensiero nazista , è

quello dell’Übermensch, un concetto filosofico strumentalizzato dal partito

Nazionalsocialista, che mal interpretato,fu adoperato per esaltare ulteriormente i

dogmi del partito di estrema destra .

Secondo il proprio ideatore, il concetto di superuomo si fondava su varie “condizioni

necessarie”: Pagina

4

Dio e l’oltre mondo hanno storicamente rappresentato una fuga dalla vita e una

 rivoluzione contro questo mondo “In Dio è dichiarata inimicizia alla vita, alla

natura, alla volontà di vivere!..” ;

l’immagine di un cosmo ordinato e benefico è soltanto una costruzione della

 nostra mente, realizzata al fine di sopportare la durezza dell’esistenza;

le metafisiche e le religioni sono decorazioni della realtà e bugie di

 sopravvivenza.

Di conseguenza a queste affermazioni, appare chiaro che la “morte” di Dio costituisce

sì un trauma, ma solo in relazione a un uomo non ancora superuomo che proprio in

virtù di questo trauma può diventare tale.

La morte di Dio coincide dunque con l’atto di nascita del superuomo. Solo chi ha il

coraggio di guardare in faccia la realtà e di prendere atto del crollo degli assoluti è

ormai maturo per varcare l’abisso che divide l’uomo dal superuomo, che ha a titolo di

conquista il mare aperto delle possibilità connesse a una libera progettazione della

propria esistenza al di là di ogni struttura metafisica.

In conclusione si può definire il superuomo di Nietzsche come colui che è in grado di

accettare la dimensione tragica dell’esistenza, che accetta la sfida della vita e la

morte di Dio, che sa sopportare la perdita delle certezze assolute e della morale, e che

è in grado di procedere oltre il nichilismo, affermandosi nella società, creando nuovi

valori e rapportandosi in modo inedito alla realtà.

Adolf Hitler prese solo alcuni aspetti del filosofo, considerando unicamente quelle

tematiche affini o interpretate come tali, con le idee del proprio movimento.

Il partito di Hitler individuava nella purezza della razza il fine di tutto, una purezza che

si doveva ottenere soprattutto in due aspetti:

quello genetico (quindi caratteristiche somatiche, fisiche, ecc.)

 quello culturale

Il primo punto si collega palesemente con il confronto Ariano-Superuomo, dove la

celebrazione della potenza dell’uomo, quello ariano appunto rispetto alle altre razze, è

vista come valore primario. Niente a che vedere in realtà con l’idea originale di

Nietzsche, come il progetto di Hitler di purificare la razza al fine di creare l’uomo e di

conseguenza il popolo perfetto. Hitler che considerava proprio se stesso un

superuomo voleva così mettere in pratica un’abilità posseduta, secondo il filosofo

tedesco, solo dall’übermensch, e cioè la capacità di creare nuovi valori, in questo caso

l’esaltazione della razza ariana.

Analizzando successivamente l'aspetto culturale: Hitler considerava gli ariani (la razza

Germanica) come "creatori di cultura". Vi erano poi i "portatori di cultura", costituiti

dalle razze ritenute inferiori agli Ariani che hanno appreso il sapere dagli Ariani e si

limitano semplicemente ad usarlo. Infine vi sono i distruttori di cultura, individuati

nella "razza ebraica". Forse Hitler voleva ricollegarsi al fatto che Nietzsche

considerasse gli Ebrei "il popolo di risentiti per eccellenza", ma quello del grande

filosofo non era un discorso razziale - culturale, bensì era un discorso posto in un

ambito ben diverso, ove il nichilismo creato dai falsi valori, dai "falsi idoli" posti

dapprima dal platonismo e poi dalle religioni (soprattutto quella ebraica e quella

cristiana), dovevano essere distrutti per sgombrare la mente dell'uomo e dargli così la

possibilità di esprimere liberamente i suoi impulsi vitali.

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LA SALITA AL POTERE DEL PARTITO

NAZIONALE FASCISTA

Il movimento dei Fasci di combattimento venne fondato nel 1919, a Milano, da Benito

Mussolini, socialista direttore del quotidiano del partito “l’Avanti!”. Mussolini era stato

espulso dal gruppo stesso nel 1914, per la sua posizione apertamente interventista.

Nel centinaio di persone che parteciparono alla fondazione dei Fasci, troviamo ex

socialisti, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari, ex arditi, e futuristi. Un insieme

eterogeneo, accomunato dall’esperienza dell’interventismo, dal rifiuto per la politica e

i partiti tradizionali, da questo il motivo per il quale la prima denominazione dei Fasci

fu “antipartito”, che si distingueva per un programma repubblicano e anticlericale,

apparentemente ultrademocratico (rivendicava il diritto di voto per le donne,

l’abolizione del senato di nomina regia, la giornata lavorativa di otto ore, una

tassazione straordinaria dei capitali). Alle elezioni del 1919 i fascisti ottennero sui

4000 voti e nessun seggio.

Il neonato movimento fascista ebbe dunque agli albori una posizione assolutamente

marginale nella vita politica del paese. Due elementi, tuttavia, ne consentirono il

decollo:

l’abbandono dal 1920 del “sinistrismo” iniziale, “con una conversione a destra,

 come organizzazione politica della borghesia produttiva e dei ceti medi che non

si riconoscevano nei partiti tradizionali”;

l’inizio delle spedizioni delle squadre d’azione fasciste nel 1920, contro

 esponenti e sedi del movimento socialista. Questi episodi di violenza avvennero

nelle campagne, dove i proprietari terrieri chiesero l’aiuto delle “camicie nere”

per stroncare i movimenti contadini di rivolta. Le squadracce erano composte

soprattutto da giovani: ex combattenti, studenti e disoccupati, che si

spostavano su dei camion durante la notte con lo scopo di disarticolare e

scoraggiare il sistema sindacale e politico-amministrativo del socialismo agrario,

attraverso appunto la violenza e l’umiliazione, che consisteva anche nel

“purgare” con l’olio di ricino le vittime. Queste barbarie crebbero d’intensità nel

corso del 1921-22 arrivando sino all’occupazione di intere città (come Bologna)

nella totale indifferenza, e in alcuni casi con la collaborazione, delle forze

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dell’ordine, e della magistratura, cioè quei soggetti che avrebbero avuto il

compito di fermarli.

Dalla fine della guerra al primo governo Mussolini, cioè in circa quattro anni (1918-22),

si susseguirono sei diversi governi, dimostrando chiaramente l’instabilità politica di un

Paese, in cui i partiti per le diverse ideologie di base, non riuscivano a creare alleanze,

tali da ottenere la maggioranza in Parlamento.

Fu proprio in questa situazione, che nella classe dirigente liberale, sotto la pressione di

Giolitti che era sempre alla ricerca di una maggioranza parlamentare stabile,

guadagnò terreno l’ipotesi di un’alleanza elettorale che comprendesse i nazionalisti e

anche i fascisti.

Così nelle elezioni del 1921, precedute da una campagna elettorale insanguinata dalle

violenze squadriste, i fascisti si presentarono in una coalizione con liberali e altri

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