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Introduzione Utopie della perfezione, tesina
Nella mia tesina di maturità ho deciso di trattare il tema della perfezione perché spesso ci affanniamo a cercare un’alternativa ad una vita che non ci soddisfa, un’alternativa per essere accettati dagli altri, un’alternativa che ci permetta di raggiungere la piena conoscenza di tutte le cose. Ma il più delle volte, ci ritroviamo davanti a quelle che sono Utopie della perfezione. In realtà,basterebbe compiacersi di ciò che ci sta intorno, ma vi riescono ben pochi. Ma è davvero giusto accontentarsi di ciò che abbiamo, senza aspirare a qualcosa di migliore? Penso che la vita sia banale senza la ricerca di qualcosa di più che ci faccia fuggire dalla quotidianità. Tuttavia questo non deve portarci all’ossessionante ricerca della perfezione. La tesina permette anche dei collegamenti con le varie materie scolastiche.
Collegamenti
Utopie della perfezione, tesina
Italiano -
Pirandello e le maschere
.Storia dell'arte -
Neoclassicismo
.Storia -
La razza ariana
.Filosofia -
Feuerbach e la critica alla nozione di dio
.Latino -
Giovenale e la xenofobia
.Inglese -
Dorian Gray
.Scienze della terra -
La forma della terra
.Fisica -
Il campo magnetico
.Matematica -
Il cerchio
ESISTENZI
come il ALE: come il personaggio
ALE:
personaggio di essere visto
crede
vede stesso
se dagli altri
come il personaggio
è visto dagli altri
Le conseguenze della triplicità sono tre: il personaggio è UNO quando
viene messa in evidenza la realtà-forma che lui si dà, ma è anche CENTOMILA
quando viene messa in evidenza la realtà forma che gli altri gli danno e di
conseguenza è NESSUNO quando si accorge che ciò che lui pensa di sé e ciò
che gli altri pensano di lui non è la stessa cosa, ossia quando raggiunge la
consapevolezza che la propria realtà-forma assume una dimensione per sé che
è diversa da quella di ciascuno degli altri. Ognuno di noi,
La maschera per Pirandello rappresenta il genere umano.
infatti, si impone di indossare una maschera che ci faccia apparire felice e
perfetti, ma in realtà, è la maschera che ci danno gli altri, quella che è
necessaria indossare per non deludere gli altri e per non dover affrontare la
realtà. Si capisce, quindi, come anche la perfezione sia solo una maschera che
“l’inesattezza della vita,
l’uomo costruisce per non essere costretto a percepire
il vuoto interno a cui non può affacciarsi se non a costo di morire o di
impazzire”.
Ed è proprio questo ciò che ci racconta Pirandello nei suoi romanzi e nelle
sue novelle. Uomini che sfidano le maschere della vita per finire rinchiusi in un
manicomio, senza più identità. È il caso di
Uno,
Vitangelo Moscarda, protagonista di
nessuno e centomila che si trova impegnato in
un disperato esperimento: quello di ricostruirsi
un’esistenza svincolata dai condizionamenti
imposti dalla natura.
L’inizio dell’avventura è dato dal proprio
naso, che pende verso destra. La frase, buttata lì
per caso dalla moglie, cambierà l’esistenza di
Vitangelo. Egli capirà che se la moglie sotto
l’aspetto fisico lo vede diversamente da come egli crede di essere, lo stesso e,
a maggior ragione, avverrà per l’aspetto morale. Chi è in realtà quel Vitangelo
che la moglie dice di conoscere e di amare, chiamandolo Gengè? Così per gli
amici e per tutti gli altri. Ci sono tanti Moscarda quanti sono quelli che lo
vedono. Dopo una serie di tentativi di distinguere il suo vero io dalle maschere
che gli altri gli danno conclude di non essere UNO ma CENTOMILA e perciò
NESSUNO. Finisce così per essere considerato pazzo e viene rinchiuso in un
ospizio, felice però di aver abbandonato la propria individualità per identificarsi
con tutto ciò che lo circonda. Il fu Mattia
Oltre a tale romanzo, questa concezione è evidente anche in
Pascal, nel quale
Pirandello esplicita che, affinché l'essere viva, bisognerebbe che uccidesse di
continuo ogni
forma (Mattia Pascal diventa Adriano Meis), ma senza forma l'essere non vive
(Adriano Meis è un "fu Mattia Pascal"). Per questo motivo all'uomo non rimane
Enrico IV,
che la follia, come accade per oppure l'uniformarsi con la natura
Così è (se vi pare),
come per Vitangelo Moscarda. La novella invece è tutta
incentrata sulla tesi che la verità è inconoscibile, che ciascuno ha la sua verità
che non combacia con quella degli altri, ed è in questa novella che la
"Per me, io sono colei che mi si crede".
protagonista dà voce alla famosa frase Sei personaggi in
Tra le opere teatrali la più rappresentativa è invece
cerca d'autore. In generale la tecnica, da lui molto
usata, del meta-teatro (teatro nel teatro), che sta alla
base di quest'opera fa capire come per Pirandello, il
teatro sia il luogo-simbolo della falsità e delle
apparenze sociali. Cerchiamo la vita vera ma siamo
costretti a vivere in un mondo falso, nel mondo delle
maschere, la cui funzione è quella di testimoniare il
dramma della persona, della vita nuda che pulsa
dietro l'illusorio schermo della finzione.
Possiamo dire che il nucleo centrale della tematica pirandelliana è il
contrasto tra illusione e realtà, contrasto che va inteso in modo molto radicale
e profondo, iniziando proprio dall'interiore coscienza di ognuno. Infatti in
ognuno di noi c'è una serie di contrasti tra quello che vorremmo e quello che in
realtà siamo, tra quello che sembriamo agli altri e quello che realmente siamo.
Pertanto l'esistenza umana è una vicenda di solitudine, di pena e di illusioni,
condizionata all'esterno da tutta una serie assurda di convenzioni, e
amareggiata all'interno dalla consapevolezza della falsità e delle ipocrisie a cui
si deve ricorrere per restare "nel flusso di vita" della società. Tutti infatti
indossiamo una "maschera", conforme a ciò che da noi si aspettano gli altri e
che noi ci siamo imposti. Sconsolante è quindi il quadro di questa società,
fondata sul nulla della finzione, della convinzione, del credere vero quello che si
sa non essere tale.
L'individuo viene travolto facilmente da questo gioco tragico e finisce per
"vedersi vivere": non più vivere la vita in senso attivo, ma lasciarsi imporre la
vita, subirla come un peso.
A questo punto l'individuo, che si è visto vivere, si ribella, ma si tratta di
una ribellione solo momentanea. Infatti, i personaggi che si ribellano alla
forma, finiscono per riaccettare la loro situazione perché in effetti non ci sono
alternative, oppure succede che si precipiti nella pazzia senza più uscirne. Si
può concludere quindi dicendo che ognuno di noi, non appare come realmente
è, ma come la maschera di colui/colei che vuole sembrare di essere, in quel
momento e in quel luogo.
“Tutti indossiamo una maschera, conforme a ciò che da noi si aspettano gli altri
e che noi ci siamo imposti” Luigi Pirandello
Luigi Pirandello nasce il 28 giugno 1867 ad
Agrigento da una famiglia di agiata condizione
borghese. Frequento prima il liceo e poi cambio
diverse Università da quella di Palermo a Roma a
Bonn dove si laureò nel 1891 in Filologia romanza;
nel frattempo aveva già iniziato la produzione
letteraria con poesie e tragedie, e la cultura tedesca
con i suoi autori romantici aveva avuto una
profonda influenza nelle sue opere riguardanti
l’umorismo. Nel 1892, fermamente deciso a
dedicarsi alla sua vocazione letteraria, si stabilisce a
Roma, dove vive con un assegno mensile del padre.
Nel 1893 scrisse il primo romanzo “L’esclusa” e l’anno seguente la prima
raccolta di racconti “Amori senza amore”. Nello stesso anno si sposò, ma vive
sempre con disagio il rapporto con la fragile e inquieta moglie; a ciò si
aggiunge il dissesto economico della famiglia che ebbe conseguenze
drammatiche nella vita dello scrittore. Nel 1910 ebbe il primo contatto con il
mondo teatrale che si intensificò a partire dal 1915, per poi dedicarsi ad esso
totalmente dal 1922. Pirandello ebbe posizioni patriottiche e quindi
interventiste nei confronti della guerra, che però incise solo dolorosamente
sulla sua vita: il figlio fu imprigionato, si aggravò della malattia mentale della
moglie. Ebbe un carattere ambiguo nei confronti del regime fascista: in un
primo momento appoggiò questo movimento,poi mano a mano se ne distaccò,
celando un sottile disprezzo. Nel 1934 riceve il premio Nobel per la letteratura.
Si ammala di polmonite, mentre segue le riprese a Cinecittà di un film tratto da
“Il fu Mattia Pasca”l. Muore nella sua casa romana il 10 dicembre 1936.
Matematica: il
cerchio.
Matematica ed utopia: due concetti per loro stessa natura inconciliabili.
Infatti la matematica, come tutte le scienze, si basa su assiomi certi e il metodo
scientifico non può presentare aspetti utopici proprio perché fondata sulla
dimostrazione. La più grande aspirazione del matematico è quella di poter
dimostrare e spiegare ogni cosa. Forse è proprio in questo che possiamo
ritrovare l’elemento utopico dell’illusione: quello di riuscire, cioè, a decifrare
tutta la realtà servendosi solamente di strumenti matematico-scientifici.
Pertanto, se pensiamo però al concetto di utopia, insito nell’uomo, possiamo
perfezione.
trovare una connessione tra la matematica ed il sogno utopico della
Infatti, la matematica studia uno dei più comuni ed antichi simboli
dell’utopia della perfezione: il cerchio.
il cerchio è la parte di piano delimitata da una
In geometria piana,
circonferenza, ovvero dai punti che distano da un punto C(α,β) detto centro,
una distanza r, detto raggio della circonferenza , cioè si definisce cerchio di
centro O e raggio r il luogo geometrico dei punti di un piano che hanno
<r
distanza (cerchio aperto) oppure (cerchio chiuso). Nel caso del
d d ≤r
cerchio aperto la circonferenza non appartiene al cerchio, mentre in quello
chiuso ne fa parte e ne costituisce la frontiera del cerchio stesso.
Il cerchio può altresì essere immaginato come un poligono regolare con
un numero di lati infinito, o meglio, come il limite di una successione di poligoni
n n
regolari con lati, per che tende ad infinito.
Alcune semplici definizioni degli elementi del
cerchio
Corda: segmento avente gli estremi sulla
´
circonferenza: e= AB=2 rsenα
Segmento circolare: ognuna delle due parti in
cui una corda divide il cerchio; può essere anche
la parte di cerchio compresa tra due corde
parallele.
Diametro: corda passante per il centro del
semicerchi:
cerchio e che lo divide in due segmenti congruenti, detti d=2 r
Settore circolare: intersezione fra un angolo
al centro, avente cioè come vertice il centro
del cerchio, ed il cerchio stesso.
Quadrante: settore circolare individuato da
retto.
una angolo al centro Nel caso in cui
piatto,
l’angolo al centro sia invece individua
un semicerchio.
Cerchi concentrici: cerchi aventi lo stesso
centro.
Corona circolare: area compresa fra due circonferenze concentriche.
area
L’ del cerchio può essere ottenuta, immaginando il cerchio come un
poligono regolare con un numero di lati infinito, come limite dell’area del
lunghezza della circonferenza
suddetto poligono regolare, cioè come
moltiplicata per il raggio, diviso 2.
circonferenza ×raggio 2
=π
Area= r
2 La quadratura del cerchio
quadratura del cerchio
La consiste
nell’utopico com