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Indice
- Profilo storico;
- Scienza e tecnica (1880-1945);
- Profilo letterario: Pascoli e D’Annunzio;
- Le avanguardie storiche: il Crepuscolarismo e il Futurismo;
- La nuova poesia novecentesca: l’Ermetismo.
nuovo regime comunista si costruiva su di una rigida struttura autoritaria e la
democrazia occidentale subiva varie crisi e conflitti interni in altri paesi si
affermavano, negli anni Venti e Trenta regimi totalitari di destra, le cui massime
espressioni furono costituite dal fascismo italiano e del nazismo tedesco.
Quest’ultimo trovò la sua più orribile manifestazione nel razzismo antisemitico ed in
un’organizzazione scientifica della persecuzione e dello sterminio degli Ebrei.
La II guerra mondiale, scatenata dal nazismo, si concluse con la sconfitta dei regimi
totalitari di destra e con la diffusione di nuove speranze democratiche. La sua
conclusione vide anche l’impiego della bomba nucleare, lanciata dagli stati uniti
d’America sul Giappone nell’agosto del 1945.
Alleatosi così con il nazismo tedesco, il fascismo portò l’Italia alla catastrofe della II
guerra mondiale, ma la sconfitta militare si risolse in crollo del regime anche grazie
alla resistenza contro l’invasione tedesca, nella caduta della monarchia e nella
creazione di una nuova repubblica democratica.
1880 -1945: SCIENZA E TECNICA
Ne1l’ultima fase del 1880 l’espansione dell’industria capitalistica si appoggia su
nuove forme di produzione il cui insieme da luogo alla II° rivoluzione industriale, le
grandi potenze industriali controllano, con i loro sistemi coloniali ed imperialistici,
gran parte del pianeta.
La realtà industriale crea modificazioni velocissime del paesaggio naturale e porta la
presenza dell’uomo anche nei luoghi più inaccessibili ed incontaminati grazie ai
nuovi mezzi di comunicazioni, quali il telegrafo elettrico, telefono e radio (1924),
l’automobile, l’autobus, le camionette, l’aeroplano.
Per questi nuovi mezzi di trasporto sono indispensabili la benzina e i derivati del
petrolio che saranno fonti d’energia determinanti per lo sviluppo industriale.
Ma tra i nuovi mezzi di trasporto non bisogna dimenticare i tram elettrici e la
bicicletta, originalissimo mezzo meccanico, che si muove col solo impiego umano.
Verso la fine del Secolo XIX si scopre poi la possibilità di proiettare le immagini in
movimento, e le sperimentazioni dei fratelli Lumiere portano alla nascita del cinema,
che già nel primo decennio del 1890, produce spettacoli destinati ad un pubblico di
massa, specialmente in Francia ed in America; intanto l’invenzione del fonografo
rende possibili la riproduzione della voce umana. Tutte queste invenzioni e
sperimentazioni tecniche trasformano la vita quotidiana portando il mondo
occidentale verso una nuova modernità.
Al centro di queste modernità ci sono le città soprattutto le grandi metropoli, dove è
più possibile entrare in contatto con le infinite merci accumulate dalla produzione
industriale. Il rapporto del cittadino con gli altri è filtrato da varie strutture che egli
non può né deve controllare personalmente, chi partecipa alla vita cittadina è membro
di una massa di fornitori di servizi e di compratori di merci ed in questo orizzonte si
crea il nuovo meccanismo della pubblicità.
Le nuove forme di benessere e la nuova organizzazione della vita borghese
conferiscono un ruolo del tutto diverso alla donna, nel suo rapporto così la cultura,
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cosi 1’educazione, così le forme dell’intrattenimento sociale: anche se però solo in
rarissimi casi sono accettate nel mondo del lavoro e se rimangono completamente
escluse dalla vita politica, le donne borghesi possono studiare ed avere lo spazio della
cultura e dell’educazione.
Già alla fine del sec. XIX nei paesi emancipati hanno luogo le prime manifestazioni
dei femminismo che culminavano in Inghilterra nella battaglia per l’estensione alle
donne dei diritti elettorali.
Infatti, il crollo delle sicurezze dell’Europa borghese e liberale coinvolge gli stessi
fondamenti della cultura possibilistica, già in crisi all’inizio del secolo. Lo sviluppo
delle scienze della natura mette in discussione l’oggettività della conoscenza
scientifica: nuove icone e nuove scoperte modificano i caratteri dell’attività degli
scienziati e penetrano la coscienza culturale, mettendo in crisi gli opposti modelli
meccanicistici ed organistici dominati nella scienza ottocentesca.
Un ruolo — guida assume in questo senso la fisica, che con la teoria della relatività di
Q, Einstein (1879-1955), rovesciando le più antiche categorie dello spazio e del
tempo e; cosi l’elaborazione della meccanica quantistica e gli studi nella struttura
dell’atomo, muta la stessa nozione tradizionale di oggetto fisico, respingendo
radicalmente ogni concezione deterministica della natura.
In una diversa prospettiva la biologia, specialmente con gli sviluppi della genetica,
mette in dubbio le tradizionali concezioni organicistiche della vita.
Le nuove possibilità offerte dalla sperimentazione e dall’applicazione delle scoperte
approfondiscono e complicano il rapporto con la tecnica e così l’industria.
Da questo punto di vista la scienza domina tutta la vita sociale, senza poter diffondere
quei modelli e quelle certezze sul destino dell’uomo che caratterizzava la scienza
positivista.
Discipline quali la psicologia, l’antropologia e la sociologia si sganciano dal
positivismo e studiano anche gli effetti più irrazionali della vita collettiva.
Di fronte alla nevrosi ed alla follia che non minacciano un solo individuo, ma l’intera
società si approfondisce il lavoro della psicanalisi che comincia a diffondersi ed a dar
luogo a scuola ed orientamenti diversi.
1880-1945
QUADRO LETTERARIO
Negli ultimi anni del 1800 l’arte e gli artisti rifiutano i modelli borghesi e realizzano
nuove esperienze di tipo “decadente”. Con la Scapigliatura milanese si ha il primo
tentativo italiano di “arte sperimentale”, in rivolta contro le società.
Questi scrittori, erano animati da uno spirito di ribellione contro la cultura
tradizionale e contro il buonsenso borghese. Essi cercarono di recuperare alla cultura
risorgimentale, contro il romanticismo languido e sentimentale (Prati-Aleardi) contro
il conservatorismo ed il moralismo.
Ebbero una percezione di una realtà contraddittoria, una fangeria di fenomeni
frantumati e contraddittori, insidiata dal male e dal caos, mentre negli stessi oggetti
della tecnica e della scienza s’insimava il mistero. La realtà fisica era controllata con
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quella psichica, con gli effetti della malattia: l’osservazione del nuovo mondo
cittadino, del suo rapido e turbinoso sviluppo, si intrecciava alla rivelazione del
fantastico, all’emergere di casi strani bizzarri, inquietanti.
L’arte e l’artista erano estranei ai canoni borghesi, emarginati da una società dedita ad
uno sviluppo tutto materiale.
L’artista scapigliato viveva alla giornata, minato dall’alcool dalle malattie, senza
nessuna cura di sé, nelle osterie e nei luoghi di ritrovo egli impressionando i
benpensanti, mostrava cinicamente la “miseria della poesia”.
Poi gli artisti più esplicitamente “decadenti” si manifestavano in Italia specialmente
dell’estetismo. Infatti, un nutrito gruppo di scrittori ed intellettuali iniziano una
battaglia contro l’utilitarismo ed i ristretti orizzonti mentali della società borghese,
esaltando in primo luogo l’arte come esperienza assoluta, come conquista della
bellezza come idealità superiore che si manifesta anche in forme esteriori, nel lusso,
nell’eleganza, nello splendore degli armamenti; quest’estetismo diversamente
dall’artista scapigliato. mira a rivendicare una superiorità dell’arte su qualsiasi altra
esperienza ed a conquistare lo stesso mondo borghese, soggiogandolo con un’accorta
azione di mercato e con i mezzi spettacolari. di propaganda e di comunicazione.
L’estetismo propone modelli ‘eccezionali” offre immagini eleganti, bizzarre morbose
ha il gusto dell’inutile e del prezioso, si presenta il punto d’arrivo di una cultura
esternata e raffinata. Esso mostra un fortissimo disprezzo per la volgarità e la folla, e
nello stesso tempo una ossessiva predilezione per la mondanità per la vita frivola e
capricciosa per gli oggetti minuti e preziosi. La vita stessa deve essere vissuta come
un’opera d’arte.
I caratteri dell’estetismo italiano si riassumono nell’opera e nella vita di Gabriele
D’Annunzio, soprattutto nel ventennio 1880 — 1900. Vi parteciparono artisti e
scrittori molto diversi che diffusero presso il pubblico uno stile figurativo e
decorativo che confluì nel cosiddetto liberty.
Nell’estetismo di D’Annunzio le più diverse forme della sensibilità contemporanea
sono convogliate verso il consumo culturale, lo spettacolo e l’effetto di massa; nei più
vari generi letterari, nella vita mondana, nell’attività politica e militare egli usa
trionfalmente la cultura come “barberie” e strumento di conquista della “vita”
L’estetismo di D’Annunzio si dibatte tra:
1) Il gusto dello spettacolo e l’attenzione estrema agli affetti da provocare nel
pubblico ed ai meccanismi del mercato;
2) Il disprezzo aristocratico della folla e del volgo.
Infatti, egli si dibatte tra l’ossessione decadente per il negativo per una sensualità
disfatta e malsana e tra una voglia di felice godimento, di vitalità piena e
conquistatrice, di trionfante autoaffermazione.
Per sintetizzare le sue idealità D’Annunzio conia alcune espressioni esemplari
quali, “La vita opere d’arte”, “Il vivere inimitabile” “Rinnovarsi o morire”
La scoperta di: Nietzsche e sopratutto della teoria del super uomo all’inizio del ‘900,
offrì a D’Annunzio l’occasione di risolvere le contraddizioni del suo estetismo:
banalizzando il pensiero di Nietzsche, riducendolo a ideologia di facile consumo ne
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fece uno strumento per liberarsi dalla crisi del modello decadente e per affermare la
positività del divenire della natura e della storia egli additò, nella potenza
conquistatrice e nella gioia vitale e il destino degli individui superiori capaci di
tracciare la strada di un luminoso futuro per la loro “stirpe” e per l’umanità intera.
Con tale teoria
EROE:
L’esteta tenta di trasformarsi in eroe che sa donarsi all’esterno e ritrovare per gli
uomini in una fusione piena tra poesia e azione, il valore e l’energia originaria del
mito.
IL TEATRO
In altre parole l’artista si attribuisce il compito essenziale di guidare l’umanità alla
più piena e vigorosa espressione di sé e nello stesso tempo alla scoperta delle
proprietà segrete e profonde della realtà, si rivela ben presto come strumento
essenziale per esibire tali facoltà davanti alla “folla”.
La sua idea dei teatro è sollecitata dalla sua relazione con Eleonora Duse, dalla
conoscenza di Nietzsche e di Wagner. Egli mira ad un nuovo teatro tragico che pone
il superuomo in un rapporto supremo con la folla, resusciti l’innato vigore della
nazione, additi il futuro ed indichi a procedere “avanti, sempre più in alto”.
A differenza di quella del D’Annunzio la vita del Pascoli, rifugge da ogni gesto
avventuroso e spettacolare: è solitaria e priva di eventi eccezionali, chiusa in una
carriera dì professore, scandita da trasferimenti in sedi diverse e segnata
dall’ossessiva ricerca di uno spazio nascosto atto a proteggere il poeta dal ricordo di
una tragedia familiare avvenuta nell’infanzia. Tende a sottrarsi al mondo, vive i
rapporti con la società come una costrizione e li riconosce come necessari, e li
adempie solo per potersi rinchiudere più a fondo in una sorta di “nido”, in segreta
intimità con se stesso e con le piccole cose della natura.
CONCETTO DI POESIA
Con una sensibilità più vicina al simbolismo, Pascoli crea una poesia nuova attuata
alle piccole cose ed alle analogie segrete che animano la realtà: tra tensioni
psicologiche ed ideologiche, essa è come una “difesa da un mondo minaccioso ed
ostile”.
Nel suo rapporto con le cose, il poeta aspira a ritrovare uno spazio chiuso e felice: lo
rivela nel mondo più chiaro la frequenza del nido.
NIDO: Che accoglie la vita alla sua origine e della siepe.
SIEPE: Che separa dal mondo minaccioso e nemico.